«Quindi questo è giusto?» mi chiede uno dei giocatori di football facendomi vedere un bigliettino.
Di solito sono una delle prime persone ad arrivare a scuola e ad entrare in classe, ma visto quello che è accaduto con River, me la sono presa con comodo più che altro perché avevo paura di arrivare e di essere trattata come al solito, da lui. Ho trovato questo ragazzo ad aspettarmi al mio armadietto per chiedermi se ciò che ha scritto sui bigliettini per copiare è giusto.
«Sì.» sussurro.
«E questo?» mi chiede.
Sospiro e lo guardo, non dovrei nemmeno aiutarlo, ma ciò che ho fatto io con River per ben due volte è uguale a ciò che ha intenzione di fare lui.
«Questo no. Ma non hai semplicemente copiato ciò che c'è scritto sul libro?» gli chiedo abbastanza sconcertata, visto che per fino a copiare sbaglia.
«Dai, ti prego, prendili e controlla.» entriamo in classe e, per far sì che mi lasci in pace, afferro i suoi bigliettini del cavolo facendolo sorridere e vado verso il mio banco seguita da lui, mancavamo soltanto noi, quindi ad essere liberi sono il banco davanti a quello di River e quello accanto.
Guardo per un attimo River, è la prima volta che ci vediamo dopo quello che è successo, mi siedo subito dandogli le spalle e mi metto a controllare subito questi bigliettini, a correggere le cose sbagliate, mentre il giocatore di football si siede accanto a me e parla con i suoi amici. Seriamente: non posso credere che non sia bravo nemmeno a copiare...
«Ti stai facendo dare il numero dalla ragazza di River?» chiede uno dei suoi amici.
«Fatti i cazzi tuoi.» gli risponde lui.
Il suo amico prende uno dei bigliettini, ora sono problemi suoi perché è un suo amico e sono suoi questi cosi, con la coda dell'occhio vedo che iniziano a rincorrersi per la classe facendo ridere tutti i presenti, tranne me e River.
«È te che amo, perché River è uno sfigato.» dice quello che ha preso il bigliettino, fingendo di leggere questo sul foglietto, e facendo ridere tutti i presenti.
Wow, com'è divertente...
Si vede che riesce a riprendersi il foglietto, visto che torna e lo riappoggia davanti a me.
«Meadow.» alzo la testa per guardare Dana e Bridgette.
Ieri, alla fine, ho avuto la conferma da mia madre che siano state loro ad avvisarle. Non pensavo sarebbero arrivate a questo punto... ora che so che Dana ha una cotta per River, e che c'è stata anche insieme, è meglio per lei che mi stia lontana... non capisco comunque perché Bridgette stia dalla sua parte, ma poco mi importa.
«Che volete?» chiedo, per nulla curiosa, tornando a concentrarmi sui bigliettini.
«Volevamo scusarci con te... abbiamo sbagliato. Non siamo state delle vere amiche.» anche se le loro scuse fossero vere, non mi importa, non mi fiderò di nuovo di loro.
«Okay.» sussurro.
«Senti... possiamo dimenticarci tutto e ricominciare da capo?» mi chiede Dana.
Credo che abbia aspettato per tutto questo tempo che River la notasse, è successo, l'hanno fatto, poi lui non l'ha più calcolata e ora lei ce l'ha a morte con lui, come tutte le ragazze con cui è stato, si è resa conto che a lui di lei non importa, e non gli è mai importato, quindi ora spera che possiamo tornare amiche. Probabilmente non pensa nemmeno al fatto che io sappia di loro due, d'altronde nessuno pensa che River mi verrebbe a raccontare i fatti suoi.
«No, non possiamo.»
«Perché?» chiede Bridgette.
«Ragazze, davvero mi dispiace, ma lasciate che si concentri sulle mie cose.» dice il ragazzo che sto aiutando.
Senza alzare lo sguardo, e fregandomene totalmente, mi accorgo che se ne vanno, superandomi, e alle mie spalle sento qualcosa cadere. Mi giro, vedendo che il cellulare di River è per terra, ora sono tutti in silenzio, curiosi... ma di che cosa?
«Ops, scusa, non l'avevo visto.» è stata Dana, quindi, a farlo cadere.
Anche se è arrabbiata, e lo sono anche io, non ha senso buttargli per terra il telefono, o, che ne so, spaccargli la macchina, picchiarlo o fargli dispetti, perché non fa sentire meglio... almeno per me non è così.
«Giusto, l'unica cosa che vedi tu sono i ragazzi che piacciono alle tue migliori amiche.» River lo raccoglie, lo guarda e poi guarda me.
«Amore, ti prego... non farmi passare per la stronza del momento, perché nessuno ti batte.»
«Amore a me? Sei una troia, chiudi quella cazzo di bocca.»
Non mi va di guardarli litigare, quindi mi giro cercando di concentrarmi soltanto sui bigliettini, sento comunque il classico rumore provocato da un ceffone, e tutti i presenti ridere di vero gusto, abbasso lo sguardo trattenendomi dal girarmi, e continuo a concentrarmi, senza ascoltare più niente, poco dopo passo i bigliettini al giocatore, che sorride e mi dà un bacio sulla guancia.
«Ti amo, Meadow, dico sul serio.» mi dice con sorriso vittorioso, per poi alzarsi e andare a sedersi nel banco accanto a quello di River.
«Ti amo, Meadow, dico sul serio.» River gli fa il verso.
«Ti sei appena beccato un ceffone da una ragazza, vuoi un pugno da parte mia?» gli chiede colui che, per la prima volta, stamattina è stato gentile con me.
Direi che questa giornata è iniziata alla grande per River...
Inizia a toccarmi i capelli come fa spesso da un po', so che è meglio far finta di niente, ma mi tiro più avanti, allontanandomi, così che non lo faccia più.
Sono sempre rimasta al suo fianco, anche se non se n'è mai reso conto, dopo quello che è successo ieri, però, non ho più intenzione di passare per la stupida di turno, soprattutto per lui, e il fatto che non l'abbia difeso né da Dana, né da quel tipo, che mi sia allontanata, e che non l'abbia nemmeno salutato, non è segno di maleducazione, è segno di un passo avanti. Un passo che avrei dovuto fare da tempo, ma non è ancora troppo tardi.
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Come fosse un sogno
RomanceDa quando si conoscono, River non ha fatto altro che trattare male Meadow, la quale non ha mai nascosto i suoi sentimenti per lui. Quando finalmente lui sembra essersi accorto di lei, torna a trattarla male ogni volta, finché, a causa dei genitori...