HO URGENTE BISOGNO DI UN...

3.2K 55 2
                                    

Bianca
Mi svegliai fra le braccia di Ciro, abbassai lo sguardo e vidi i miei seni nudi, ieri abbiamo fatto l'amore... non era una scopata ma l'abbiamo fatto perché ci amiamo.

Sento bussare forte alla porta e subito mi siedo coprendomi fino al collo con le lenzuola, Ciro non si svegliò.
"BIANCA SO CHE SEI SVEGLIA" urlò don Salvatore.
"Si" risposi mettendomi velocemente l'intimo, come fa a saperlo?
"Ciro?" Chiese senza entrare.
"Dorme" dissi infilandomi i jeans e il top.
"Sto entrando" disse e io mi pettinai i capelli con le dita.

Mi girai e mi trovai Don Salvatore davanti.
Lo guardai e lui sorride.

Cazzo vero i succhiotti sul collo...

Mi misi subito i capelli che mi coprivano i succhiotti ma lui rise.
"Ormai ti ho vista" disse e si avvicinò.
"Non sono incinta" dissi allontanandomi.
"E come mai" disse incrociando le braccia con un sorrisino.
Ricambiai il sorrisino e incrociai le braccia proprio come lui.
"Ora Ciro mi accompagna in farmacia e prendo una pillola" dissi tranquilla.
Il suo sguardo diventò omicida e mi prese i capelli in pugno.
"Tu nun accir a figlt" ringhiò.

"E LIEVT" spuntò Ciro in boxer che lo spinse via.
"Ciro, vuoi uccidere a figlt?" Ringhiò Don Salvatore.
"Cu figlm facc o sfaccim c vogl ij" ringhiò.
"Tu uccidi a figlt e io uccido a uagliona tò" disse don Salvatore indicandomi con un cenno di testa.
"Uccidi a lei e io uccido a te" disse e poi lo spinse fuori dalla stanza.

"Ciro, non lo sopporto più" dissi ormai esausta di tutto questo "ANDIAMOCENE" dissi e gli passai i suoi jeans con una maglia, lui si vestì e scendemmo le scale arrivando davanti la porta.
"Dove pensate di andare?" Disse il padre di Ciro.
"A farci i cazzi nostri" rispose Ciro.
"Ciro ti avverto, se non esce incinta obbligo un'altra ragazza a scopare con te, una disponibile, passerà 9 mesi a crescere il figlio e appena nasce ce lo da a noi" disse Don Salvatore e io sussultai, quanto può essere cattivo quest'uomo?
"Tu non mi dici quello che devo fare, la mia famiglia me la gestisco io" gli ringhiò contro Ciro.

Avevo una voglia matta di aggiungermi anche io a questa discussione per dire la mia ma ho evitato per non peggiorare la situazione.

"Sapete una cosa? Voi di qua non uscite" disse e prese me e Ciro per le braccia spostandoci dalla porta e chiudendola a chiave, ordinò alla cameriera di chiudere porte e finestre e tutto ciò che potesse farci uscire, mise una guardia all'entrata per controllare chi entrasse e uscisse e ci fù vietato uscire.

"SIAMO PRIGIONIERI NELLA MIA STESSA CASA TI RENDI CONTO?" urlò Ciro facendo avanti e indietro per la camera da letto dove eravamo chiusi.
"Dobbiamo trovare una soluzione" dissi io seduta sul letto.
"Ce ne sta solo una..." disse, si fermò e mi guardò.
"Ah... ho capito" dissi abbassando lo sguardo, avevo capito cosa intendeva...
"È l'unico modo, se facciamo questo erede saremo liberi e ce andiamo in una nostra casa" disse lui sedendosi accanto a me.
Io sospirai e rimanemmo in silenzio.

"Probabilmente fra due settimane sarò già incinta" dissi spezzando il silenzio.
"Come?"
"Si, il ciclo mi è finito meno di una settimana fa quindi sono super fertile e noi oggi abbiamo fatto quello che abbiamo fatto, io volevo prendere la pillola ma ora nessuno me la può andare a comprare e portarmela fino a qua dentro" spiegai io.
"Beh allora non ci resta altro che aspettare..." disse Ciro e io annuì.
Ci baciammo come per dire che tutto questo sarebbe finito...

Due settimane dopo
Due settimane di inferno, chiusi in una camera dalla mattina alla sera e potevamo uscire solo per mangiare, e infatti ora Don Salvatore ci sta chiamando.

"Ragazzi a cena" disse aprendo la porta della stanza.
"No io non vengo non mi sento molto bene" dissi per poi tornare stesa sul letto, infatti è da stamattina che ho dei crampi alla pancia e nausea
"Che hai" disse Ciro accarezzandomi la guancia.
"Ciro lasciala stare non ha bisogno di nulla lo fa solo per attenzioni" disse quel mostro freddo.
Ciro mi lasciò un ultimo sguardo e io annuì come per dirgli che poteva andare e così lui scese a cenare.

Sentì un senso di acidità poco sopra il petto e un bruciore allo stomaco, non feci nemmeno in tempo a capire che fare, che un conato di vomito mi salì e mi alzai di scatto correndo per il bagno.
Vomirai pure la cena del mese scorso e poi mi sedetti a terra con la testa che mi scoppiava, forse per via dello scatto che ho fatto per alzarmi o forse per tutto lo stress che sto provando.
Un altro crampo alla pancia mi risvegliò dai miei pensieri e un altro conato di vomito mi salì. Vomitai senza sosta, mi pulì il volto con un pezzo di carta e mi sedetti a terra con le gambe rannicchiate e la testa poggiata su di esse, sono così stanca. Non trovo le forze per alzarmi, sto morendo? Magari.

Poi mi ricordai perché ero chiusa in questa stanza, non sono qui per vivere ma sono chiusa qui finché non esco incinta e forse... nonono no.

Sentì la serratura della porta della camera scattare.
"BIANCA"urlò Don Salvatore appena non mi vide.
"Sono in bagno" risposi cercando di non far capire nulla.
"Che hai?"Chiese freddo.
"Nulla sto solo facendo le cose che devo fare, o-ora esco" risposi cercando di non far vedere l'ansia.
Presi il mio telefono e aprì l'app che mi aiutava a contare i giorni di ciclo: 5 giorni di ritardo.
Lanciai il telefono a terra e sbuffai.

"Bià sono qua" la voce di Ciro, finalmente una boccata d'aria.
"Ciro vieni... sono in bagno"
Lui entrò e appena mi vide a terra si fiondò accanto a me.
"Che succede" mi chiese preoccupato.
Presi il telefono in silenzio e gli mostrai il conto del ciclo che era in ritardo.
Lui sgranò gli occhi e mi guardò.
Aprì la bocca per dire qualcosa ma non disse nulla.
"Ho anche vomitato" dissi lanciando di nuovo il telefono.
"Cazzo non pensavo succedesse veramente" disse Ciro portandosi una mano sul suo ciuffo.
Chiusi gli occhi e sospirai.
"E ora?" Chiese.
"Ho urgente bisogno di un test di gravidanza..."

MA QUELLA CHI È?// Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora