Quando il sesso completa l'amore

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La nostra prima notte di convivenza fu di conoscenza reciproca, solo la familiarità del prepararsi per dormire insieme e indossare i nostri pigiami ci legava sempre di più. Lui così compìto nel suo completo di blu e azzurro e io con una tutina con gli orsetti rossi: poco sexy ma molto comoda.

Sorrideva, mi guardava con gli occhi addolciti.

Zoppicò abbandonando il tutore e le stampelle sulla poltrona della stanza, si infilò sotto alla coperta, mi aspettò appoggiato al cuscino. Lo raggiunsi e mi stiracchiai appoggiando la testa sulla sua spalla. Abbassò le luci sul comodino rilassandosi, socchiuse gli occhi.

"Buona notte Laura." Farfugliò sbadigliando, sapeva che avevo bisogno del mio tempo, mi tenne stretta a sé, finché sentii il suo abbraccio cedere, il respiro rallentare: si era assopito. Mi abbandonai tra le sue braccia in un'intimità che andava oltre al sesso. Quello sarebbe arrivato in seguito, io guarivo le mie ferite al suo fianco e lui le sue. Eravamo noi e tutto il resto non aveva nessun valore. Il suo respiro regolare mi cullava, quella notte dopo tanto tempo dormii senza incubi.

Era tutto così perfetto.

La mattina dopo mi svegliai, lo cercai con lo sguardo. Mycroft si stava vestendo. Era un mattiniero che indugiava poco a letto. "Ben svegliata, Laura. Dormivi così bene che ti ho lasciato continuare."

Lo osservai mentre si stava abbottonando la camicia. Aveva indossato dei calzoni grigi spinati, mi dava di spalle davanti allo specchio che era appoggiato al grande comò. Stava reggendosi in equilibrio con la stampella di lato.

Un brivido impudico mi attraversò il corpo, guardare le sue spalle forti mi infiammava.

Scivolai fuori dal letto e scalza mi avvicinai mentre si stava sistemando i polsini. Lo abbracciai da dietro, lo strinsi dolcemente e allacciai le mani al suo petto. Il calore del corpo calmava la mia voglia e la mia mente in tempesta.

"Che c'è piccola selvaggia? Stai tremando." Strinse le sue mani alle mie e inclinò la testa appoggiandola alla mia fronte. La sua pelle era profumata, respirai tutta la dolcezza che emanava.

"Sai Myc, ti amo così tanto che mi sono accorta di dipendere da te." Gli sussurrai all'orecchio.

"Uhmm e non è un bene questo lo sai." Ci dondolammo godendo di quel legame che diventava sempre più forte.

"Lo so, forse sono troppo immatura per questo amore. La paura di perderti mi tormenta." La mia voce si affievolì nelle ultime parole.

Mycroft si sciolse dall'abbraccio, si portò di fronte a me. "Laura le mie mani sono ancora insicure per le ferite." Le alzò per farmele vedere.

"Stai già molto meglio." Aggiunsi sfregando la fronte sulla sua spalla.

Le osservò con il volto contratto, le unghie stavano ricrescendo, e le ferite si stavano schiarendo.

"Vorrei tanto che fossero sensibili come lo erano prima." Allungò la mano sul mio viso cercando il contatto. Non le controllava ancora bene ma non si perse d'animo, mi accarezzò il volto. "Vorrei percepire ogni parte di te, mi sembra una tortura non sentirti del tutto."

"Col tempo miglioreranno, non avere fretta." Gli risposi baciandogli la guancia, era liscia e sapeva di dopobarba. Si era già rasato.

Rimanemmo al centro della stanza, i nostri corpi vicini. Stese le mani incerte donandomi carezze appassionate e presto avvertii il desiderio aumentare. Le sue dita percorrevano ogni centimetro del mio volto, lo prese fra le mani e lo attirò al suo. Le nostre labbra si incontrarono e fu piacevole sentirlo.

Le solitudini elettiveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora