«già sveglio?» namjoon mi guardò con un piccolo cipiglio sul volto e sollevai la tazza di caffè in sua direzione, come saluto.
ricambiò, poi prese posto al mio fianco. bevemmo in silenzio e socchiudendo gli occhi, potei godermi la serenità della mattina. senza quei orribili marmocchi in giro per il villaggio a schiamazzare e ridere ad alta voce.
«non ho chiuso occhio stanotte.» evitai di menzionare che la causa fosse quello splendido sconosciuto.
annuì soltanto e ne bevve un'altro sorso. si alzò per primo, raccolse le proprie cose e mi diede un'amichevole pacca sulla spalla. sospirai, dovevo ancora menzionargli il mio odio per il contatto fisico.
«non vieni?» indicò cinque ragazze poco più distanti, erano poggiate ad un albero intente a blaterare chissà su quale argomento. scossi il capo, l'ultima cosa che ci voleva era sentire le loro voci squillanti perforarmi i timpani.
«non sai che ti perdi!» mi gridò da lontano e rise, raggiungendole. sospirai ancora una volta, avrei voluto essere come lui. riusciva ad integrarsi con chiunque in un batter d'occhio.
la mente ritornò a quei magnifici occhi grandi e scuri e instintivamente mi inumidì le labbra con la lingua. ancora ricordavo i suoi tratti, nonostante l'avessi visto davvero poco a causa dell'ora tarda.
la voce di namjoon risuonò di nuovo alta e mi fece segno con la mano di raggiungerlo. scossi il capo un'altra volta ma il suo sguardo insistente alla fine mi fece cedere.
mi trascinai stanco fino all'albero, due di loro mi fissarono e si girarono delle ciocche bionde tra le dita. ridacchiarono tra di loro poi dissero qualcosa sottovoce e andarono via ancor prima di aprir bocca.
menomale.
«è cotta di te.» ne indicò una poco più alta delle altre e roteai gli occhi per aria.
«quando smetterai di correre dietro alle donne?» sbuffai ed ottenni una risata come risposta.
«sei tu che non ti interessi affatto a loro.» poi sembrò pensarci su e mi guardò con occhi spalancati. «dio mio.. sei mica gay!?»
il suo tono risultò cosi alto che attirò l'attenzione di due ragazzi in fondo. sollevai una mano in aria in segno di scuse e diedi un pizzico al braccio di namjoon, che si lamentò con un labbruccio.
«coglione, smettila.» non risposi alla sua domanda, non che ce ne fosse bisogno. non mi etichettavo mica, se mi piaceva qualcuno era indipendentemente dal suo genere o età.
lo sorpassai ed andai via, e con mia fortuna non insistette più.
tredici ore dopo ero di nuovo su quel dannato palchetto in legno, a lasciare che dei furfanti si prendessero gioco di me e del mio non sapermi esprimere.
attorcigliai le dita attorno all'asta del microfono e mi schiarì la gola, guardandomi attorno. cercavo quella dannata pelle abbronzata che mi aveva mandato su di giri per l'intera nottata.
non lo scorsi tra i ragazzini. neanche nello stand più vicino dei dolci e neppure, tra le attrazioni. sembrava essersi volatilizzato, eppure ieri allo stesso orario era li, proprio di fronte a me.
sospirai e parlai a bassa voce, proponendo un ennesimo gioco infantile. scesi dal palco quando ebbi catturato la loro attenzione e disegnai per terra con un gessetto colorato dei quadrati. ci misi all'interno dei numeri, poi spiegai loro che dovessero saltarci all'interno con l'utilizzo di un solo piede.
parvero entusiasti della nuova sfida lanciatagli, ed uno dietro l'altro, corsero al centro. li osservai a lungo, ma la mia mente era altrove. volevo risentire ancora una volta la sua voce, la ricordavo poco e questo mi infastidiva.
«vedo che ti diverti.» mi prese in giro namjoon, affiancandomi. le fossette erano come la maggior parte del tempo in bella vista ed i suoi occhi sembravano concentrati su qualcosa di preciso.
seguendo il suo sguardo, lo vidi. era bello ancor più del giorno prima. la sua pelle era più olivastra e le ciocche argentee contornavano il suo viso. anche da quella distanza, potei scorgere le soffici labbra arrossate dal cloro.
«ieri vi ho visti parlare, è un tuo amico?» non ascoltai neppure cosa avesse da dirmi, lo sorpassai e andai dritto verso quella figura eterea.
sbattei contro decine di persone e per ognuna mi scusai a bassa voce, all'ennesimo strattone però caddi per terra e dovetti portarmi una mano al culo dolorante.
«cazzo.» due ragazzi si avvicinarono e mi porsero la mano, ma mi sollevai in fretta evitando il loro aiuto. quando riportai lo sguardo sull'attrazione davanti a me, non c'era più.
mi portai le mani ai capelli, ero a conoscenza soltanto del suo nome ma non avevo nient'altro. non possedevo neanche l'accesso all'elenco dei presenti e senza quello, non avrei avuto di trovarlo.
chiusi gli occhi e sospirai, qualcuno mi toccò la spalla e mi voltai di scatto. «non toccarmi!» mi ritrovai inconsciamente ad urlare ad alta voce e gli occhi finirono tutti su di me.
mi sentì a disagio e alzai lo sguardo verso il ragazzo, sentì il fiato mancarmi.
«scusami, non volevo spaventarti. cercavi per caso questo?»
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till death | taegi ✓
Fanfiction[completa] ❝ min yoongi è l'animatore del villaggio e kim taehyung soltanto un visitatore dalla pelle abbronzata che lo manderà fuori di testa. ❞ @sannieung completed on 2022. #1 taegi 8/07/22