ventisette

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scomodo, portai un cuscino dietro il capo e cercai di sistemarmi meglio sul divano.

anche con quello mi sentí a disagio. non riuscivo a star fermo perchè la mia mente vagava altrove.

i miei occhi lo cercarono per l'intera serata, sperando che di li a poco sarebbe comparso dicendo di aver scelto me. eppure non accadde, aspettai fino alle ventitrè, poi crollai sfinito.

con gli occhi chiusi e la mente più leggera strinsi la coperta che avevo addosso, un brivido di freddo mi percorse la schiena.

riaprí gli occhi e guardai l'orario sul cellulare: segnava appena le due del mattino.

sospirai, volevo sapere dove fosse e cosa fosse successo quella sera. cosi gli scrissi, ma non ottenni risposta. provai addirittura a chiamarlo ma scattò la segreteria telefonica. cosí ben presto dovetti tornare a dormire.

soltanto qualche ora più tardi però, quando un raggio solare appena sorto mi colpí il viso, venni attratto da un rumore esterno.

sollevai la testa con gli occhi ancora chiusi e mi alzai a fatica. odiavo svegliarmi presto la mattina, soprattutto a se causa di qualcuno fuori la porta.

immaginai fossero i classici marmocchi irritanti e schiamazzanti, cosí mi diressi alla porta con passo felpato, pronto a fargli una bella ramanzina.

quando la aprí però, taehyung era in piedi ed i suoi occhi fissi su di me. mi stava osservando silenzioso e sembrava non aver chiuso occhio tutta la notte.

«va tutto be-» prima che potessi terminare la frase le sue mani premettero le mie guance in un bacio caldo e bisognoso.

la sua lingua cercò in fretta la mia ed indietreggiai, richiudendomi la porta alle spalle. provai a spintonarlo leggermente dalle spalle per lasciare che mi raccontasse della sera precedente, ma sembrava come se avesse bisogno di quello.

mi sedetti sul divano e taehyung prese posto sulle mie gambe. la sua bocca soffice scese a baciarmi il collo, poi ad un certo punto smise e lo sentí singhiozzare.

«ci sto provando..» la sua voce era esausta. «ci sto provando cosí tanto, hyung. qualsiasi cosa faccio non fa che ferire le persone intorno a me.»

gli presi il viso tra le mani e gli sorrisi, baciandogli una guancia salata prima di parlare. «non hai niente che non vada tae.» con un dito premetti sul suo petto. «quello che sei adesso, è il vero te. quello per cui combatti ogni giorno. vuoi davvero arrenderti adesso?»

scosse il capo e abbozzò una risata leggera. «smettila di farmi passare come un bambino piagnucolone.»

lo trovai bello anche in quello stato e glielo ricordai.

lui sorrise e mi schiaffeggiò la spalla. «smettila aish.. non è il momento.»

«è sempre il momento per ricordarti quanto tu mi manda fuori di testa.» il suo sorriso si ampliò e le sue dita si strinsero attorno al suo collo, mentre mi avvicinava a sè per baciarmi dolcemente le labbra.

«ti amo, hyung.»

smisi di respirare, la bocca ancora sospesa a mezz'aria contro la sua. il suo respiro caldo mi accarezzò la pelle e dovetti socchiudere gli occhi diversi istanti per formulare ciò che avessi appena sentito.

«ti amo yoongi, hai sentito?» ripetè e mi baciò un labbro. «ho fatto tutto questo per te. per noi

aprí bocca per dirgli quanto mi avesse fatto penare per quelle due semplici parole, ma venni interrotto ancor prima che potessi parlare.

taehyung si alzò per primo, mi sussurrò che sarebbe tornato presto per sentirmelo dire e sparí dietro il corridoio.

sorrisi, un sorriso così ampio che immaginai mi fossero uscite allo scoperto le fossette. eppure quel sorriso scemò in fretta quando vidi la persona che lo accompagnava.

chaeyoung indossava un semplice abito rosato e delle scarpe alte che apparivano scomode. prese posto di fronte a me e taehyung mi affiancò sul divano, accarezzandomi una spalla.

si abbassò per sussurrarmi un «è venuta per parlarci di qualcosa.» per poi tornare dritto.

cercai di non innervosirmi in sua presenza e di ascoltarla. cominciò a parlare: «sapevo che non mi appartenessi, eppure ho sperato in quei due lunghi mesi che ti dimenticassi di lui e che guardassi finalmente me.» i suoi occhi erano sinceri. «ma il tuo cuore non è mai stato mio.» la voce le si bloccò in gola e dovette bere un sorso d'acqua per continuare. «non ho mai voluto forzarti nel rimanere a mio fianco, volevo soltanto prendermi cura di te. ma hai già qualcuno che ti fa star bene.» mi guardò e le sorrisi appena. «prenditi cura di lui, per favore.»

non disse nient'altro, andò via soltanto poco dopo.

alla sera, mi distesi sul letto e taehyung mi raggiunse poco dopo. la sua maglia profumava di me mentre mi abbracciava e poggiava il viso sul mio petto.

«mi è dispiaciuto vederla in quel modo.» annuí e presi ad accarezzargli i capelli.

dispiaceva anche a me, era venuta fin lí soltanto per augurare al suo più grande amore la felicità con qualcun'altro. trovai che fosse stata davvero coraggiosa e ammirevole e mi ripromisi di incontrarla in futuro per poterla ringraziare.

stettimo in silenzio, poi il pensiero di qualcosa mi fece sorridere e quel pensiero lí lo condivisi anche con taehyung. «amo i bambini.»

alzò il viso per guardarmi confuso e risi. «è grazie a quegli stupidi mocciosi se ho conosciuto te.» mi schiaffeggiò la spalla e rise più forte.

«sei un coglione.» mi abbassai a baciargli le labbra.

«il tuo coglione.» tornai ad accarezzargli i capelli e a godermi quella che sarebbe stata la nostra relazione, da quel momento in poi.

sorrisi al solo pensiero di avere l'uomo più affascinante che esistesse al mio fianco e che il mattino seguente, l'avrei avuto li, a pochi centimetri da me. e chissà per quanti giorni ancora. sperai infiniti.

prima di chiudere gli occhi, gli baciai una guancia e lo strinsi forte al mio petto. portai il viso seppellito nel suo collo ed ispirai il suo dolce profumo.

«ti amo più io, taehyung.»

till death | taegi ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora