dieci

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non aggiunse nulla in più, lo vidi soltanto andare verso il letto per recuperare i propri vestiti.

indossò gli stessi del giorno precedente, la camicia si era sgualcita per terra ma non se ne preoccupò. il suo sguardo era divenuto vitreo e sembrava pensare a qualcos'altro.

«cosa voleva?» provai a chiedergli ma non ottenni risposta, era troppo turbato per darmi retta.

indossò distrattamente la scarpa destra e quasi inciampò per la fretta. imprecò ad alta voce e riuscí a mettere anche l'altra senza neanche allacciarla.

poi andò verso il letto, portò le mani sopra le lenzuola nel cercare di stirarle e farle apparire più sistemate possibile.

dall'altra parte però, sembrava essersi quasi dimenticato della mia presenza.

ero distante, vicino la porta del bagno. col corpo rigido e la mente confusa. sembrava non volesse parlarne, eppure volevo capire cosa stesse combinando.

mi avvicinai e lo abbracciai da dietro, e lo sentí irrigidirsi al mio tocco. rimase fermo, non ricambiò. sorrisi contro la sua schiena ma poi vidi che poggiò le mani sulle mie e le tolse dai suoi fianchi, per lasciare che mi allontanassi.

non dissi niente, nonostante avesse fatto male avrei comunque cercato il modo di farlo parlare.

«ehi tae, sta calmo.» gli presi il viso tra le mani e gli sorrisi il più dolcemente possibile.

sembrò rilassarsi un attimo, chiuse gli occhi e trasse dei profondi respiri. accarezzai la sua guancia e mi avvicinai per baciarla, il suo corpo si irrigidì ancora a quel tocco e parve risvegliarlo.

«che succede?» chiesi ancora ma scosse il capo e mi sorpassò, sparendo dentro il bagno.

sistemò in fretta anche quello, poi tornò in stanza e il suo sguardo ricadde velocemente sul mio. sorrisi, pensai che si fosse pentito di quel suo gesto, invece mi stupì ancora di più.

«rivestiti in fretta.» prese i miei vestiti per terra e li lanciò sopra il letto, mentre si voltava per tornare in bagno.

sentì il petto far male.

«mi spieghi che succede.» stavolta insistetti maggiormente e sembrò cedere.

lo sentì sospirare, poi tornò in stanza e mi guardò. mi stavo ancora rivestendo e i suoi occhi erano scesi sul mio petto semi nudo.

«per favore, vestiti in fretta e vai via.» lo guardai, il cuore faceva davvero male a quelle parole.

immaginai si fosse pentito di quel rapporto sessuale e che improvvisamente, fosse tornato alla realtà. poi ricordai la chiamata e sollevai il viso verso il suo.

«cosa ti ha detto?» sembrò turbato e giocò nervosamente con le dita.

«cosa ti ha detto taehyung.» quasi sbottai e lui appresso a me.

«è venuta qui al villaggio perché vuole vedermi.» disse tutto ad un fiato e sperai di aver sentito male.

indietreggiai e gli voltai le spalle, indossando i jeans in fretta. sistemai la maglia con rabbia, non avevo neanche voglia di guardarlo o sarei scoppiato.

«mi stai cacciando per stare con lei.» parlai sottovoce ma mi sentì ugualmente.

fece un passo avanti e mi prese il viso tra le mani. avrei voluto spingerlo via e urlargli contro, ma i suoi occhi tristi mi resero debole e rimasi fermo a farmi accarezzare.

«ti prego, hyung.» portò il viso nell'incavo del mio collo, lasciandoci un piccolo bacio. «ti prego, fallo per me.»

nonostante rabbrividì a causa delle sue labbra, mi tirai indietro e lo guardai. mi sentì spezzato e stanco di quella situazione, cosi gli voltai le spalle per andare via dalla sua stanza.

«voglio solo sapere cosa ha da dirmi.» mi rincorse fino alla porta e continuò a parlare, ma avevo smesso già da un po' di dargli retta.
«se ti vedrebbe qui in stanza con me trarrebbe delle conclusioni sbagliate.»

«e quali sono le conclusioni sbagliate taehyung, eh?» quasi urlai mentre mi voltavo a guardarlo. «l'essere gay? l'essere venuto a letto con me?»

«non è questo..» abbassò lo sguardo e non ebbi la forza di insistere ancora, tanto sarebbe stato inutile.

non lo ascoltai neppure più, qualsiasi fosse la scusa o la ragione dietro quel suo gesto assurdo, mi stava comunque cacciando dalla sua stanza per accogliere lei.

e mi ritrovai quindi a pensare che il sesso per lui non era contato affatto e che era stato soltanto un scambiarsi effusioni calde nel momento di pura noia.

aprì la porta e non mi voltai neanche a guardarlo, richiudendola con forza alle spalle.

till death | taegi ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora