sette

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«buongiorno hyung.» namjoon prese posto al mio fianco e abbassai il capo, conscio dell'aspetto terribile di quella mattina.

bevve una piccola tazza di caffè, sorseggiandola con un debole sorriso imperlato sulle labbra. quando schiuse gli occhi, li portò sulla mia figura e la sua espressione cambiò.

«cazzo, sei orribile.» roteai gli occhi per aria e lo ringraziai sottovoce, parve rendersi conto della frase appena detta e si grattò la nuca in imbarazzo. «scusa è che.. sembra ti abbiano appena investito.»

«non ho chiuso occhio stanotte.» risposi soltanto, la testa pulsava dal dolore e la portai tra le braccia, sul tavolo. non avevo voglia di parlare, né di stare a sentire nessun'altro.

non avevo fatto altro che pensare alle sue labbra impresse sulle mie, quel debole sapore dolciastro. e a come il suo viso fosse cambiato all'idea che sarei andato via.

namjoon rimase in silenzio, terminò la sua dose giornaliera di caffeina e si alzò per primo.

«mi faresti un favore?» parlai tutto ad un tratto e si voltò, come sorpreso che gli avessi rivolto parola ancora una volta. annuì e mi sorrise.

«puoi dire ad hoseok di coprire il mio turno?»aggrottò le sopracciglia, confuso dalla mia richiesta. «non sto molto bene, vorrei riposare.»

«non penso sia possibile, hyung. stasera si terrà un'esibizione dal vivo, ricordi? avremo il doppio dei clienti e dovremmo occuparci anche dei loro bambini.» scossi il capo, già stanco.

«mi deve un favore. chiedigli di coprire il mio turno.» insistetti e namjoon sbuffò, portandosi una mano ai capelli.

«va bene, cercherò di coprirti. ma domani dovrai fare il turno doppio.» sospirai alla sola idea del giorno dopo e annuì debolmente, lasciando che andasse via.

lessi l'ora, erano soltanto le sette del mattino e avrei potuto dormire per l'intera giornata. mi alzai, dirigendomi verso il dormitorio.

mi trascinai sfinito e quando sollevai lo sguardo, era lì. poggiato con la schiena contro la porta della mia stanza, la maglia era sgualcita ed i suoi capelli arruffati, come avesse balzato giù dal letto in tutta fretta.

giocava con le proprie dita, annoiato. le intrecciava ed il suo sguardo era basso, vitreo. non riuscì ad immaginare cosa pensasse in quel momento.

i suoi occhi incrociarono i miei per un istante e l'espressione divenne più serena. fece qualche passo avanti ed io qualcuno indietro. mi guardò, un dolce sorriso sulle labbra.

«ti stavo aspettando.» non dissi niente, non riuscivo a riflettere con lui davanti.

«senti hyung.. riguardo ieri sera.» potei leggere un leggero rossore sulle sue guance ma non ci badai, sorpassai il suo corpo e cercai la chiave magnetica.

i suoi occhi si erano rattristati. «è stato un errore. eri ubriaco.» mentì, desideravo quel bacio più di quanto in realtà ammettessi.

rimase in silenzio, tanto che pensai fosse corso via da me. mi voltai poco dopo, era ancora lì in piedi a fissarmi. sospirai e lo vidi allungare una mano in mia direzione.

pensavo mi avesse colpito o spinto lontano, eppure le sue dita si poggiarono caute sul mio viso. lo accarezzarono e socchiusi gli occhi, beandomi della sua pelle calda contro la mia.

quando li riaprì, non aveva smesso di osservarmi. sembrava come se mi stesse studiando, come se stesse cercando di capire cosa mi passasse per la testa. d'altronde, neanche io sapevo davvero cosa pensassi.

si avvicinò e le sue labbra toccarono le mie come la notte scorsa. «lo abbiamo voluto entrambi.» parlò con tono basso.

non mi mossi, lo lasciai fare. e così mi baciò ancora, stavolta con più ardore. la sua bocca carnosa si mosse veloce contro la mia e approfittai che l'avesse schiusa per portare la lingua al suo interno.

le sue dita stringevano il mio viso, le mie invece i suoi fianchi. li graffiai da sopra la maglia leggera e borbottò il mio nome sottovoce.

pensai che fosse la melodia più dolce e sensuale che avessi mai udito.

tastai con le mani la porta su cui inserì la chiave d'accesso e mi trascinò in stanza, spingendomi dalle spalle per farmi indietreggiare.

mi lasciai cadere sul materasso e quando lo guardai, aveva il viso arrossato e le ciocche argentee a coprirgli gli occhi. camminò in avanti e si sedette sul mio busto, abbassandosi a baciarmi ancora.

till death | taegi ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora