Capitolo 4

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Stiamo camminando per il molo di Santa Monica da una decina di minuti e nel mentre facciamo quattro chiacchiere.

Abbiamo deciso di fare una passeggiata all'aperto, perché il tempo lo permetteva è talmente bello e poi si sta divinamente che è impossibile fare diversamente. Lei voleva fare i suoi soliti giri per i negozi ma fortunatamente sono riuscita a farle cambiare idea.

<<Allora ti è piaciuta la tua prima colazione tipicamente italiana?>> le chiedo cercando di trattenere una risata.

Questa mattina ho deciso di portarla da Margherita perché sapevo che le sarebbe piaciuto inoltre appena si sono conosciute sono andate subito d'accordo, hanno lo stesso carattere più o meno quindi sapevo che si sarebbero trovate bene l'una con l'altra.

Quando siamo entrate nella caffetteria Violet ha spalancato talmente tanto gli occhi che stentavo a crederci, la sua faccia sembrava come quella di un cartone animato, era davvero buffa. Ora che ci penso mi ha sempre detto che voleva assaggiare qualcosa di italiano così l'ho accontentata.

<<Scherzi?! Da oggi in poi sarà la mia colazione preferita in assoluto. C'erano talmente tanti dolci che non sapevo quali scegliere e il profumo?! O mio dio non volevo più uscire da lì dentro.>>dice con gli occhi come quelli di una bambina quando compra il gelato con i suoi gusti preferiti.

Dopo un pó, intanto che camminiamo, inizio a guardarmi intorno perché comincio ad essere piuttosto stanca così  appena avvisto subito una panchina vuota mi siedo.

Con la coda dell'occhio vedo che continua a guardarmi segno tipico che vuole chiedermi qualcosa.

<<Avanti dimmi.>> una delle cose che adoro di lei è che rispetta i tuoi tempi senza essere invadente ma al tempo stesso è anche piuttosto curiosa  e non lo nasconde. Agli altri magari può dar fastidio questa cosa ma a me va bene, lei è fatta così e l'adoro  in ogni sua più piccola sfaccettatura.

<<Allora Les non credere che mi sia dimenticata di ieri sera, vuoi dirmi cosa è successo?>> lo sapevo che non sarei scampata a questo momento ma sinceramente non saprei cosa dirle, non la reputo una cosa così importante o che mi abbia ferita a tal punto, quindi le dico tranquillamente quello che è successo dopo averle spiegato in generale la "conversazione" se si può definire così che abbiamo avuto io e Trey.

<<Che idiota, ma si può sapere per quale motivo c'è l'ha con te?>> mi chiede sbuffando.

<<A dir la verità non lo so e nemmeno m'importa se devo essere sincera sarà che a pelle non ci stiamo simpatici tutto qui.>> ok forse un pó ci penso a quale sia il suo problema, se gli abbia fatto qualcosa che può averlo portato a essere così scontroso nei miei riguardi ma non mi viene in mente nulla.

A parte la prima volta, quando credette che gli avessi sputato dentro il suo panino e li aveva tutte le ragioni del mondo, anche se non del tutto dato il modo in cui mi aveva trattata ma avevamo risolto, quindi non credo sia per quello.

<<Questo è sicuro.>>dice ovvia.

<<Va beh lascia perdere ormai mi conosci, ho imparato a dare importanza delle parole nelle persone di cui m'importa veramente le altre è come se non esistessero per me, in questo caso quello che pensa o dice lui per me non fa alcuna differenza anche perché nemmeno lo conosco, quindi figuriamoci. Non me la sono presa, veramente.>> dico scrollando le spalle e così lasciamo cadere l'argomento anche perché non c'è nient'altro da aggiungere.

<<Allora cosa facciamo adesso?>> le chiedo dopo un pó.

<<Pacific Park?>> dice già eccitata all'idea.

<<Ci stó.>> e così ci fiondiamo subito all'entrata. Le persone ci guardano tra lo scioccato e il divertito.

Non oso nemmeno immaginare cosa possano pensare nel vedere due ragazze adulte correre per arrivare al parco divertimenti ma sinceramente a noi non interessa, ogni tanto ci vuole un momento di spensieratezza con la propria migliore amica.

<<Da quale iniziamo?>> chiede.

<<Ruota panoramica?>> propongo io e lei annuisce.

Lo so per alcuni è una giostra noiosa da fare ma per me non lo è, anzi è la prima tappa obbligatoria che faccio quando vado in qualsiasi altro parco divertimenti, perché oltre che a divertirmi mi riporta alla mente tanti ricordi.

Dopo aver fatto la fila e preso i biglietti saliamo.

Mentre la ruota comincia a girare, inizio a ripensare con nostalgia ma anche con il sorriso sulle labbra a quando ero solamente una bambina. Io e mio fratello amavamo salire su questa giostra insieme ai nostri genitori, non facevamo altro che guardare con occhi che brillavano dalla felicità e dall'eccitazione la città che via via diventava sempre più piccola e le persone che diventavano dei piccoli puntini. A volte facevamo una specie di gioco che consisteva nel cercare di indovinare da quell'altezza, quale fosse il tetto di casa nostra o immaginare chi potesse abitarci, in ognuna di quelle case. Lo so sembra un gioco strano ma noi ci divertivamo così.
Penso che l'immaginazione o la fantasia che hanno i bambini sia qualcosa di meraviglioso, vedono con occhi diversi qualsiasi cosa li circondi rispetto a noi adulti.

Mi riscossi dai miei pensieri, perché la mia migliore amica mi stava chiamando, dicendomi che l'ultimo giro era appena terminato.

Passammo tutta la giornata a provare diverse giostre e a mangiare schifezze finché data l'ora decidemmo che era arrivato il momento di tornare a casa.

Appena arrivate davanti al palazzo dove abito scendo.

<<Mi sono divertita da morire oggi, ci voleva proprio una totale giornata di relax e divertimento.>> dissi.

<<Hai ragione, passiamo la maggior parte del tempo chiuse dentro a quel pub che respirare aria fresca e pulita è stato davvero un toccasana.>>

<<Si sono d'accordo.>>

<<Senti Les mi stavo dimenticando di dirti che i miei genitori non fanno altro che chiedermi quando saresti andata a trovarli.>> oddio è vero non sto facendo altro che lavorare, fare turni extra per guadagnare qualche soldo in più che non ho avuto tempo.

I genitori di Violet Kim e John, sono due persone di grande cuore, appena li ho conosciuti mi hanno fatto sentire subito a mio agio e mi hanno accolta nella loro casa come se facessi già parte della loro famiglia. Certo la mia ce l'ho già ed abita dall'altra parte del mondo, ma con la loro presenza sono riusciti anche se poco a colmare il vuoto che ho nel cuore.

<<È vero è che non ho avuto un attimo di respiro. Digli che appena avrò un'altra giornata libera, la prima cosa che farò sarà andarli a trovare promesso.>>

<<Tranquilla glielo dirò. Gli manchi, la porta di casa nostra è sempre aperta per te lo sai, sei diventata come una seconda figlia per loro e una sorella per me , perciò vedere le persone più importanti della mia vita felici fa felice anche me.>> mi dice con il sorriso sulle labbra.

<<Lo so e non vi ringrazieró mai abbastanza per questo. Siete diventati come una seconda famiglia per me.>> le sorrido felice e al contempo commossa per quello che mi ha appena detto.

Dopo averla abbracciata, salutata e avermi detto che ci saremmo viste il giorno dopo , salgo nel mio appartamento a mettermi comoda e subito dopo a riposare, perché domani visto che inizia il weekend mi aspetta una lunga ed interminabile giornata di lavoro dato che in questi giorni specialmente la sera c'è più gente del solito.

SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazz* si sono tornata dopo una lunga pausa, ma non è stato un buon periodo e non lo è tutt'ora ecco perché vi dico che gli aggiornamenti non saranno frequenti come prima spero che capiate. So che vi avevo detto che avrei ripreso ad aggiornare più spesso ma dalle circostanze per ora non  sarà possibile. ma appena mi riprenderò e avrò un attimo di tranquillità riprenderò ad aggiornare appena possibile. Detto ciò spero che il capitolo vi sia piaciuto e che continuate a seguire la storia perché mi farebbe un sacco piacere. Ora vi saluto e alla prossima un bacio a tutt*


My Rebel AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora