Capitolo 28

484 63 125
                                    

Pensavo di trovare una bella giornata di sole appena atterrata ma così non è stato, perchè piove a dirotto. L'unica nota positiva è che non sembra fare freddo non tantissimo per lo meno, anche se sono ancora dentro l'aeroporto, quindi effettivamente non so se ne faccia davvero oppure no. Lo scoprirò una volta uscita da qui.

<<Ciao Violet, io sono arrivata. Tu dove sei?>> le dico con il cellulare all'orecchio, mentre con l'altra mano prendo la valigia e inizio ad avviarmi in un punto ben visibile, così da poterci trovare facilmente, dato che qui dove sono c'è troppa gente.

Sarà il terzo messaggio che le lascio in segreteria, ma non ha risposto ancora a nessuno dei tre. 

<<Violet spero che tu ti sia ricordata di venirmi a prendere, perchè altrimenti non saprei proprio come tornare a casa! Di certo non ci sarà nessun taxi libero al momento, visto il tempo che c'è fuori.>> continuo irritata.

<<Maledizione!>> sbuffo chiudendo l'ennesima chiamata andata a vuoto, intanto che mi guardo intorno in cerca di una soluzione.

Nel mentre che continuo a pensare a come potrei fare, a chi chiamare al posto suo, sento di punto in bianco un petto muscoloso appoggiarsi alla mia schiena.

No, non è possibile! Ditemi che non è vero. Ditemi che l'odore che sento non è il suo, anche se so che è praticamente impossibile che io mi sbagli. Il suo profumo è inconfondibile ed è difficile dimenticare.

<<Andarsene e ritornare come se nulla fosse? Pessima idea.>> sussurra al mio orecchio con voce roca ma al tempo stesso cupa, colui che non pensavo di trovare qui e non ora.

Chi cavolo glielo avrà detto?

Nel momento in cui parla, sento partire dalla testa una forte scarica elettrica, fino ad arrivare alla punta dei piedi. Nonostante siano passate due settimane, il mio corpo non può fare a meno di reagire così al suo, di reagire in questo modo al suono della sua voce e alla sua vicinanza. Non è servito a niente stare lontana da lui.

Dio quanto mi è mancato.

<<Che cosa ci fai qui?>> dico con la gola secca e con gli occhi sgranati dallo shock. 

Non riesco a voltarmi, sono paralizzata e il mondo che mi circonda sembra svanire nel nulla in sua presenza. Mi sento come se fossi in una bolla dove ci siamo soltanto io, lui e nessun'altro.

<<Non mi hai dato la possibilità di salutarti come si deve, lascia almeno che ti dia il saluto di bentornata.>> dice in tono ironico sempre sussurrando.

Maledizione Leslie datti una svegliata! E’ vero che mentre eri via hai capito di amarlo, però questo non significa che devi sottostare a questo suo continuo cambio di comportamento.

<< Bene, ora che me lo hai dato puoi anche sparire.>> mi volto verso di lui. E appena lo guardo negli occhi, tutta la rabbia, il dolore che mi ha provocato spariscono. Non so come faccia, ma quell’azzurro cristallino delle sue iridi mi fanno calmare all'istante. Sembrano una distesa di acqua in una giornata di sole, limpide e tranquille.

Sono più che certa che anche se si fa vedere in questo modo, Trey sia incazzato nero e che in un modo o nell’altra me la farà pagare, per averlo tenuto all’oscuro di questa situazione. 

<<Come pensi di ritornare a casa sentiamo, sono tutto orecchie. Se non l'hai notato, lì fuori c'è il diluvio e per il momento non ci sono taxi, perciò le opzioni sono due: La prima, è accettare il passaggio che ti sto offrendo ora, oppure restare qui probabilmente per tutta la serata.>> incrocia le braccia al petto, prendendomi palesemente per il culo.

My Rebel AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora