Capitolo 21

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È passata una settimana e io non faccio altro che tornare indietro con la mente e continuare a pensare a quella sera e tutto quello che si era venuto a creare dopo.

Doveva essere una serata come quelle di sempre, invece è successo tutto il contrario fino a portarci a Trey che dopo quel momento è completamente sparito. È come se la terra lo avesse totalmente risucchiato, non ho voluto tempestarlo di chiamate e messaggi perché ho come l'impressione che questa sia una situazione molto delicata per lui e perciò standogli addosso avrei solamente peggiorato la situazione.

Ma ora che sono le due del mattino, il sonno per l'ennesima notte non vuole arrivare e con l'angoscia e la preoccupazione che hanno ripreso di nuovo il sopravvento su di me, sono più tentata che mai di mandargli un messaggio chiedendogli se almeno sta bene e quindi alla fine mandare a farsi fottere tutto il discorso che mi sono fatta prima e anche in questi giorni.

Non ho la più pallida idea di che cosa fare, magari quest'ansia è del tutto infondata e mi sto preoccupando per nulla.

Non so da quando ho iniziato ad avere questa sorta di "protezione" verso di lui, forse è stata una cosa che è venuta fuori in modo del tutto naturale.

A risvegliarmi dai miei pensieri e dalle mie paranoie è il campanello di casa mia che suona.

<<Arrivo, un momento.>> vorrei sapere chi si presenta a casa di una persona a quest'ora? Lo so io, un'idiota che ha voglia di morire, per mano mia s'intende.

Quando apro la porta vedo Trey, sono davvero sopresa di ritrovarmelo davanti ma anche sollevata e contemporaneamente incazzata nera, ho tantissime emozioni dentro di me che non so qual'è la prima che prevale sull'altra.

La prima cosa che noto guardandolo in viso è il labbro superiore spaccato e poi un occhio con un livido che ora è giallo perciò posso soltanto immaginare com'era ridotto prima, dev'essere passato più di un paio di giorni da quello che gli è successo perché vedo che ora stanno guarendo.

Nessuno dei due apre bocca, lui mi guarda soltanto e io senza dire nulla faccio un sospiro aprendo di più la porta facendogli cenno di entrare.

<<Ti trovo bene vedo. Ho una domanda: hai altri lividi oltre quello che hai all'occhio?>> lo indico.

Lui ignora il sarcasmo nella mia voce e annuisce storcendo la bocca mostrandomi anche se controvoglia quello sul costato, che a quanto vedo sembra quello messo peggio.

<<Merda!>> ringhia digrignando i denti mentre io all'improvviso premo più forte che posso nella zona malconcia, ricordandomi di come mi ha chiamata.

<<Questo è per avermi urlato della stupida.>> ci guardiamo male ma per motivi differenti.

<<Che sei venuto a fare?>> chiedo subito dopo intanto che ci dirigiamo entrambi sul divano.

<<Non hai sentito neanche un pó la mia mancanza?!>> svia l'argomento facendo un sorrisetto strafottente mentre tira fuori con i denti una sigaretta dal pacchetto.

Appena pronuncia queste parole penso che non è la prima volta che le dice, forse si aspetta che quando lui non c'è e poi si fà di nuovo vivo io lo ammetta ma non sarà così semplice farmelo dire.

<<Mi chiedevo infatti che fine avesse fatto quel grandissimo idiota di Trey, perché era tutto troppo tranquillo per i miei gusti.>>

<<Davvero?!>> alza il sopracciglio ormai conoscendomi e parlando con la sigaretta stretta tra le labbra sul lato destro.

<<No.>> e lui scuote la testa divertito con il sorriso sulle labbra.

Non potevo mica dirgli la verità e cioè che ero completamente in paranoia per lui e che si, avevo sentito un pochino la sua mancanza.

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