Capitolo 44

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– Però una cosa importante l'ho imparata.
+ Cosa ?
– Saper disinnescare.
+ Cioè?
– Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio.

Tratto dal film "Perfetti sconosciuti"

POV AURORA

Anche oggi, come tutte le mattine, mi tocca andare in quell'inferno. La cosa che mi spaventa di piú è dover raccontare quello che è successo ieri pomeriggio a Rodrigo e Martina. Finora le stronze si erano limitate a mandare frecciatine e non tanto velati insulti, ma con la questione delle scarpe e il vandalismo contro il mio armadietto si stanno spingendo sempre piú oltre. E se Rodrigo avesse ragione? Se la situazione dovesse peggiorare e ignorarle non sarà sufficiente? Ma perchè proprio a me? Ho sempre mantenuto un profilo basso, mai dato fastidio a nessuno, mi mimetizzo il più possibile. Che cazzo di sfiga!

"Ehiii non saluti nemmeno?" Mi viene incontro Martina, ero così soprappensiero da non averla proprio notata.

"No scusa, ero solo un pò distratta"

"Eccovi" ci raggiunge subito Rodrigo, insieme a dei suoi compagni di classe di cui non ricordo i nomi. Figuriamoci come sto in questo periodo.

"Ciao" diciamo praticamente insieme io e Martina, tipo papere starnazzanti. Questo succede quando invece del cervello azioni gli ormoni, ma insomma ho 15 anni, è normale. No?

"Vi va di fare sega?" Propone Rodrigo

"Ma sei scemo? Mio padre mi ammazza" per fortuna Martina combatte questa battaglia per entrambe.

"Non sono scemo, qualcuno qui ci deve raccontare cosa è successo ieri"

"Beh in effetti" come non detto. Grazie amica!

"Non se ne parla. Claudio mi chiude in casa e butta la chiave se lo scopre, e lo scopre, fidati!"

"Già.. Non ci avevo pensato. Sono preoccupato per te e voglio sapere tutto di ieri"

"Se entrassimo alla seconda?" Martina cerca una via di mezzo tra la curiosità che la uccide e la minaccia di Sergio che incombe.

"Okkkk, tanto prima ne parliamo prima mi libero di voi"

E così passiamo la prima ora di scuola in un bar abbastanza vicino alla scuola ma non troppo da essere visti dai prof. Racconto tutto, mostro loro le foto, perchè va bene che non combatto, ma non sono mica scema, e della serata passata con Claudio e Alice.

"Quindi forse li hai convinti a lasciare la squadra? Io non sono d'accordo" e ti pareva, il solito Rodrigo.

"Convinti è un parolone, hanno detto che ne avrebbero discusso tra loro e poi ne avremmo parlato a cena insieme. E comunque non ho nemmeno più le scarpe, come lo spiego a Claudio? Gli dico che si sono smaterializzate?"

"Si certo, come se le scarpe fossero il problema. Ti aiutiamo noi a comprarne di nuove"

"Senti Rodrigo ma perchè insisti? Se per una volta la vita mi sorride, Claudio mi dà il permesso di lasciare la squadra e vissero tutti felici e contenti" rispondo convinta.

"Ha ragione lui però, non fare l'ingenua. Se lasci la squadra, perdi solo l'occasione di correre e gareggiare, che è ciò che ti piace. Non significa che ti liberi di loro, troverebbero altri modi per arrivare a te" da quando Martina è così saggia?! Che nervi!

"Bhè però potrei prendere tempo, no?"

"Lo sai come la pensiamo, dobbiamo parlarne con un adulto e farci aiutare" di nuovo lui.

"Non esiste, e poi non c'è nessun noi!" Replico piccata, e anche un pò stronza lo so.

Per il resto della giornata quasi ci evitiamo, e io codarda come sono, appena suona l'ultima campanella me la svigno e torno a casa da sola. Non so come, ma riesco a sopravvivere a questo pomeriggio di attesa e mi trattengo dall' assillare Claudio e Alice per avere una risposta riguardo la loro decisione. Faccio l'indifferente, ma a tavola sono un fascio di nervi, e tutta la tensione accumulata nell'attesa esplode, letteralmente, quando Claudio pronuncia questa frase:

L'allieva 3: AA-CC-ACDove le storie prendono vita. Scoprilo ora