CAPITOLO 13

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*Steve's Pov*

Sono contento che Lee abbia deciso di unirsi a noi per cena.
Credo possa essere un primo passo verso la giusta strada.
A tavola è seduta proprio di fronte a me e la vedo visibilmente a disagio.
Non ha praticamente aperto bocca. Ha mangiato e poi è rimasta in silenzio a guardarsi in torno.
-"Hai ancora fame?" Le chiedo.
Mi fa cenno di no con la testa.
-"Puoi anche parlare lo sai?" Dico sorridendole.
-"E di cosa dovrei parlare?"
-"Di quello di cui parliamo noi."
-"Parlate solo di cose stupide."
-"Ogni tanto fa bene parlare di cose stupide."
Mi guarda e rimane in silenzio qualche secondo.
-"Si sta facendo buio, tornerò in camera."
-"Aspetta almeno che finiamo qui almeno ti accompagno."
Alla mia affermazione alza gli occhi sbuffa.

Dopo aver sparecchiato ho accompagnato Lee in camera e ora mi trovo in cucina a lavare i piatti con Nat.
-"Sbaglio o ti piace?" Chiede d'un tratto lei.
-"Cosa? Lavare i piatti?"
-"No scemo, intendevo la rossa."
-"Dovrai specificare perché in questa casa siete tutte rosse."
-"Intendevo Lee."
Non mi piace Lee.
Mi sto comportando in modo gentile perché è l'unico modo per far sì che si unisca a noi.
E in più la conosco da due giorni, ed è sempre scontrosa, acida e rabbiosa.
A chi piacerebbe una così?
-"Cosa te lo fa pensare?"
-"Ho visto come la guardi. Non ti ho mai visto guardare nessuno in quel modo."
-"Io non la guardo in nessun modo."
-"Va bene, negalo pure a te stesso ma io so ciò che vedo e lei ti piace."
-"Se ti fa piacere pensarlo."
-"Magari riuscirà a farti dimenticare finalmente Peggy."
Sentire il suo nome mi fa ancora effetto.
Decido di ignorare la sua affermazione.
-"Qui ho finito. Ti serve aiuto con qualcos'altro?"
-"No tranquillo, puoi andare."
Mi asciugo le mani ad uno strofinaccio e mi dirigo verso l'uscita.
-"Steve."
-"Si?"
-"Fai attenzione."
Faccio un'espressione un po' stranita ma so benissimo a che cosa si riferisce.

Prima di andare nella mia stanza busso alla porta di Lee.
-"Avanti!"
Entro e la vedo guardarsi allo specchio che si trova in una delle ante dell'armadio.
-"C'è qualcosa che non va?" Le chiedo.
Lei si volta verso di me scocciata.
Ha i capelli raccolti in modo disordinato ed indossa solo una larga maglia nera a maniche corte.
-"Che cosa vuoi Rogers?"
-"Volevo solo sapere se avevi bisogno di qualcosa prima di andare a dormire."
-"Sei diventato il mio cameriere?"
-"Lo prendo come un no."
Faccio per andarmene ma mi blocca prendendomi dal polso.
-"Qual è il vero motivo per cui sei venuto qui?" Mi chiede a pochi centimetri dal viso.

Ogni volta che si avvicina così tanto mi immobilizzo.
Potrei perdermi in quei grandi occhi neri che sembrano quasi avere un potere ipnotico su di me.
Con una mano mi sposta delicatamente un ciuffo di capelli e si avvicina pericolosamente.
Steve che stai facendo? Vattene.
-"Lee che stai facendo?"
-"Io? Non sto facendo niente."
Appoggia una mano sul mio petto.
-"Tu vorresti che facessi qualcosa?"
Ma che diavolo sta dicendo.
È sicuramente un'altra delle sue tattiche, devo andarmene.
Ma non riesco a muovermi, sento come una forza che mi trattiene qui vicino a lei.
Appoggia un braccio sulla mia spalla e in quel momento sento la porta chiudersi dietro di me.
Mi giro di scatto.
-"Sei stata tu?"
Annuisce.

Ormai i nostri visi si trovano a pochi centimetri di distanza.
Le sue braccia sono attorno al mio collo ed entrambi non proferiamo parola.
-"Se accetterò di unirmi a voi mi lascerete uscire dalla stanza quando voglio senza chiudermi a chiave?" Chiede all'improvviso.
-"Se ci dimostrerai che possiamo fidarci di te sì." Le rispondo.
In una frazione di secondo le sue labbra sono sulle mie.
È un bacio calmo e passionale, che mi fa provare molte emozioni contrastanti.
In questo momento l'attrazione nei suoi confronti è alle stelle.
Mi lascio trasportare da quel momento, non sono più in me.
L'effetto che mi fa questa ragazza è fuori da ogni logica.
Mi blocco quando sento le sue mani arrivare alla cintura dei pantaloni.
Io non sono così.
La fermo prendendole le mani.
-"Lee non posso."
-"Non puoi o non vuoi?"
Rimango in silenzio per un paio di secondi.
-"Non posso.." rispondo.
Sul suo volto compare quel solito sorriso beffardo.
-"Ottimo Rogers, test superato." Esclama.
Si volta e si infila sotto le coperte.
Io rimango lì in piedi confuso.
-"Quale test?" Chiedo.
-"Forse un giorno lo scoprirai." Risponde per poi spegnere l'abat-jour che si trova al lato del letto.
-"Buonanotte." Conclude mettendosi a sdraiare.
Decido di non fare altre domande e uscire da lì.

La confusione nella mia testa in questo momento non è descrivibile.
Perché mi ha baciato?
Voleva davvero andare oltre?
Perché ha voluto testarmi? Per cosa?
Mi sta prendendo in giro?
Ma soprattutto: cosa ho provato?

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