CAPITOLO 28

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*Steve's Pov*

Queste due settimane sono state un inferno.
Avere Lee vicina e non poterla nemmeno guardare è stata letteralmente una tortura.
Stavo impazzendo e gli altri lo hanno notato.
Non avrei mai voluto urlarle contro ma ero arrivato davvero al limite.
Nemmeno io mi sono riconosciuto in quel momento.
Ma almeno è servito, finalmente ci sono riuscito.
Lee mi ama.
Lo ha ammesso.
E anche io ho finalmente potuto dirle che la amo.
Mi sono sentito subito così leggero.

Dopo il nostro bacio abbiamo pianto insieme.
Lee era un fiume in piena.
Essere cresciuta lontana da ogni tipo di amore non le ha permesso di entrare in contatto con i suoi sentimenti e capisco quanto sia stato difficile per lei ammettere di essersi innamorata.

Ora siamo nel letto.
Natasha sembra essersi dimenticata di noi dato che non è più tornata ad aprire la porta.
Sono sdraiato a pancia in su, un braccio è alzato e appoggiato sotto alla testa mentre con l'altro abbraccio Lee che è appoggiata con la testa sul mio petto.
Dopo aver pianto per circa mezz'ora siamo rimasti in silenzio.
Solo noi due, qui da soli con il rumore dei nostri respiri.

-"Che cosa si prova a perdere una persona che ami?" Rompe il silenzio lei.
Rimango stupito da questa domanda.
-"Già pensi a cose negative?"
-"Sono solo curiosa."
-"Fa male, tanto male. Ti senti vuoto, perso...Ma dopo un po' ti abitui alla sua assenza e vai avanti, perché è l'unica cosa che puoi fare." Rispondo.
Alza la testa e mi guarda negli occhi.
-"È quello che hai provato per Peggy e Bucky?"
Questa ragazza non finisce mai di sorprendermi.
-"Si...cioè, più per Bucky. Lui era il mio migliore amico e per lungo tempo mi sono sentito responsabile della sua morte. Per Peggy invece è stato diverso...Mi tormentava il pensiero di ciò che sarebbe potuto essere e che non abbiamo avuto l'opportunità di diventare." Rispondo sincero.
-"Pensi ancora a lei?"
Il suo sguardo è così dolce e innocente.
La guardo e le sorrido.
-"Non da quando ti ho conosciuta."
Lei sembra rimanere impassibile ma poi accenna un piccolo sorriso.

-"Io però non so niente di te Lee."
Si tira su e si mette a sedere poggiando la schiena alla testiera del letto.
-"Non c'è molto da sapere, le cose più importanti già le sai. Ma se vuoi chiedere puoi farlo." Risponde.
Mi metto a sedere accanto a lei.
-"Sei sicura?"
Mi fa cenno di sì con la testa.
-"Come ti trattavano all'hydra?" Chiedo.
-"Normale, non mi mostravano affetto ma non mi trattavano neanche come un animale. Certo non ho avuto un'infanzia piena di giocattoli e amici, ma non mi hanno mai fatto mancare ciò di cui avevo bisogno."
-"E non ti mancava il contatto con i tuoi coetanei o dei genitori?"
-"Come poteva mancarmi qualcosa che non ho mai avuto?"
Mi incanto a guardare quei pozzi neri che ha negli occhi.
-"Tutti ne sentiamo la necessità, è umano."
-"Beh a volte mi sentivo sola, ma poi ti abitui alla solitudine ed inizi ad apprezzarla." Spiega guardando fuori dalla finestra.
Ha iniziato a piovere e le gocce sembrano fare a gara sulla finestra.
-"E gli esperimenti?" Chiedo.
-"Quelli erano la parte peggiore. A volte erano molto dolorosi, ma mi dicevano che servivano a rendermi un soldato più forte e che solo resistendo avrei potuto dimostrare il mio valore."
Come si può fare una cosa del genere ad una bambina?
Non riesco nemmeno a pensarci...
-"Hai degli incubi?"
-"A volte si, ma devo dire che sono diminuiti da quando ho un letto comodo." Finalmente si gira verso di me e mi sorride.

-"Usciamo dalla finestra." Esclama cambiando argomento.
-"Cosa?"
-"Hai capito bene Rogers, usciamo dalla finestra." Ripete.
-"Ma sta diluviando e siamo al secondo piano."
-"E quindi? Un super-soldato ha paura di un po' di pioggia e di saltare una decina di metri?" Mi istiga.
-"Va bene White."
Mi alzo, vado verso la finestra e la apro.
-"Prima le signore." Dico indicano la finestra aperta.
In quel momento un tuono ci fa sobbalzare.
-"Wow Thor deve essere davvero molto arrabbiato oggi." Esclamo.
Entrambi scoppiamo a ridere.
Quanto amo la sua risata.

Scende dal letto e giunta davanti alla finestra le porgo la mano, che lei afferra.
Entrambi usciamo dalla finestra e siamo pronti a saltare.
-"Al mio via." -Dice lei- "Via!"
Saltiamo insieme atterrando sull'erba verde e bagnata.
Ci alziamo e ci guardiamo negli occhi.
Lee si avvicina e mi circonda il collo con le braccia.
È così bella.

-"A che stai pensando?" Le chiedo mentre mi guarda.
Come risposta mi dà un delicato bacio sulle labbra.
-"A questo."
Sorrido.
White mi hai fatto davvero perdere la testa.

La bacio a mia volta e poi le prendo le mani ed inizio a ballare facendole seguire i miei movimenti.
-"Che stai facendo?" Mi chiede.
-"Ballo." Rispondo.
-"Non sono un'esperta ma non si dovrebbe fare con la musica?"
-"Con te non ne ho bisogno." Dico facendo combaciare i nostri corpi.
Lei sorride e si lascia trasportare dai miei movimenti.
Ormai siamo entrambi fradici ma non ci importa, in questo momento contano solamente due cose: io e lei.

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