CAPITOLO 21

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Apro gli occhi ed intorno a me vedo fumo e palazzi in fiamme.
Le orecchie mi fischiano ma dopo qualche secondo inizio a sentire delle grida.
Sono sdraiato a terra, sull'asfalto, dolorante.
Tento di tirarmi su e subito vedo una folta coda rossa e una tuta bianca a circa 20 metri da me.
Ha una pistola in mano e sta camminando lentamente verso qualcosa.
Sposto lo sguardo verso la direzione in cui sta andando...e' Bucky.
E' sdraiato a terra nella sua divisa da Soldato d'inverno e sembra privo di sensi.
Tento di urlare per fermare Lee ma dalla mia bocca non esce alcun suono.
Ormai e' a pochi metri da lui e sta puntando la pistola.
Provo a correre verso di lei ma le gambe mi cedono e prima che possa rialzarmi sento uno sparo.
Il sangue mi si gela nelle vene.
Rimango a fissare l'asfalto senza avere il coraggio di guardare quel che e' successo.
-"Arrivera' anche il tuo turno Rogers."
Alzo istintivamente la testa.
Lee e' in piedi davanti a me.
-"Svegliati!"
-"Cosa?"
-"Svegliati Steve!"

Mi alzo di colpo e sento Natasha bussare alla porta.
-"Steve e' da ieri sera che sei chiuso qua dentro sono le 7."
Mi alzo e vado ad aprire la porta.
-"Che c'e'?" le chiedo.
-"E' cosi' che mi dai il buongiorno?" chiede ironica.
-"Non mi va di parlare Nat."
-"Neanche di allenarti allora presumo."
-"Scusa da domani riprenderemo l'addestramento."
-"Per oggi ci penso io ma tu smettila di farti il sangue marcio per cio' che dice Tony."
-"Ci provero'."
Si volta per andarsene ma la fermo prendendola da un braccio.
-"Lee e' ancora in camera sua?"
-"Se non ha trovato un modo per scappare si, hai tu la chiave."

Appena Natasha se ne va mi dirigo in camera di Lee, ho bisogno di parlare con lei.
Giro la chiave ed entro.
-"Finalmente Rogers, pensavo voleste lasciarmi qui a morire di fame. Non mi avete nemmeno fatto cena-"
-"Vieni con me" la interrompo prendendola per un polso.
-"Ma buongiorno anche a te."
La porto in camera mia e chiudo la porta.
-"Mi spieghi cos'hai intenzione di fare? E perche' ieri non sei piu' venuto da me? E' da 24 ore che non mangio."
-"Guarda questa foto." le dico indicandole la foto di me e Bucky.
-"La foto di te e il tuo migliore amico? Perche'?"
-"Tu lo conosci?"
-"No perche' dovrei? Non erano tipo gli anni '40 quando avete scattato quella foto?"
-"Lee  ti prego non mentirmi."
Mi guarda storto e sembra confusa ma c'e' qualcosa nei suoi occhi che fa trapelare il fatto che ha capito cosa intendo.
-"Non ti sto mentendo, come farei a conoscerlo?"
-"Perche' e' uno degli uomini che sei stata mandata ad uccidere." rivelo.
La sua espressione cambia e rimane in silenzio.
-"Non hai nulla da dire?" chiedo.
-"Cosa dovrei dirti?" -controbatte lei-"Non l'ho ucciso."
-"Ma hai tentato di farlo."
-"Stavo solo facendo il mio lavoro e lo sai."
-"Perche' non me lo hai detto?"
Ride.
-"Ma che cosa avrei dovuto dirti? 'Ehi sai che il tuo migliore amico e' una delle persone che l'hydra mi ha mandato ad uccidere?' Che cosa sarebbe cambiato se te lo avessi rivelato?"
-"Non avrei dovuto scoprirlo da Tony e avresti guadagnato un po' di fiducia."
-"Non ne avevo bisogno, tu ti fidi gia' di me." risponde.
-"Pensi che sia cosi' stupido da fidarmi di una che una settimana fa ha tentato di uccidermi? Se forse stavo iniziando a fidarmi un po' di te ora sei ritornata al punto di partenza." sbotto alzando leggermente la voce.
Lei rimane sorpresa dal mio comportamento e si allontana da me.
-"Ti ricordo che non ho deciso io di venire qua e giocare al gruppo di bravi supereroi. Per quanto mi riguarda sono ancora un ostaggio e non ho obblighi nei confronti dei miei rapitori. Mi sono comportata bene, non ho tentato di uccidere nessuno nonostante avessi tutti i motivi per farlo e mi rimproveri perche' non ti ho detto una cosa insignificante? Se non ti sta bene avermi intorno puoi lasciarmi andare.
O forse non ci riesci perche' ti sei innamorato di me?"
La odio quando tenta di far leva sui miei sentimenti.
-"Io non sono innamorato di te." rispondo.
-"E' tutto quello che riesci a dire Rogers? Mi dispiace ma non sei credibile."
-"E' difficile innamorarsi di qualcuno che fa di tutto per farsi odiare."
Si avvicina a me e poggia le mani sul mio petto.
-"Ne sei sicuro?" dice quasi sussurrando.
No questa volta non le lascero' avere la meglio.
Afferro le sue mani e le tolgo da me per poi allontanarmi e aprire la porta.
-"Vattene White."
La sua espressione cambia radicalmente.
-"Come scusa?" dice incredula.
-"Vattene, non mi importa dove. Tanto non sarai mai una di noi." rispondo tentando di nascondere la voce tremante.
-"Davvero mi lasci andare via?"
La guardo senza rispondere alla sua domanda.
Senza rivolgermi un ultimo sguardo esce dalla stanza.
Io mi chiudo la porta alle spalle e trattengo le lacrime.
Sono davvero sicuro di volerla lasciar andare?

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