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Uno spiraglio di luce fastidioso mi colpiva in faccia, costringendomi così a svegliarmi.

Piano piano iniziai ad aprire gli occhi e ancora assonnata li strofinai.

Quando aprì gli occhi per bene, mi ci vollero qualche secondo per focalizzare che quella non era la mia camera.

Di scatto mi alzai con il busto in modo tale da sedermi sul letto e quando le coperte mi caddero mi accorsi che ero coperta soltanto dal mio reggiseno e di fianco a me il ragazzo riccioluto dormiva beatamente.

Mi spaventai quando intuì cosa era successo, così svelta cercai di scendere dal letto e raggiungere i miei vestiti.

Erano sparsi a terra, assieme a quelli di Eddie, in modo disordinato.

Feci per alzarmi, ma caddi subito a terra, quando un dolore lancinante si presentò sul basso ventre.

E: "Claudia!"esclamò il ragazzo svegliandosi quando sentì la mia caduta, precipitandosi preoccupato accanto a me.

Scoppiai in un pianto involontario.

Non potevo crederci.
Non riuscivo a capacitarmi di cosa fosse successo.

Il ragazzo davanti a me mi guardava con aria preoccupata, mentre le mie lacrime percorrevano freneticamente le mie guance.

Con lo sguardo il ragazzo, cercò qualcosa da terra, per poi prendere la mia felpa che trovò lì vicino e mettendomela sulle spalle per coprirmi.
Da un piccolo comodino mi porse poi i miei occhiali che io misi subito.

E: "Eri vergine?"mi chiese quasi in un sussurro dopo avermi analizzata con lo sguardo.

Aveva capito anche lui ciò che era successo la sera prima, seppur nessuno dei due lo ricordava nitidamente.

Io annuì.

Avevo perso la mia verginità con una persona che conoscevo da due giorni, e nemmeno ricordavo niente.

La mia mente era completamente offuscata, anche il mal di testa per il post-sbornia mi impediva di ricordare.

Solo i suoi occhi erano ben impressi nella mia mente e le sensazioni che provai.

Ricordavo solo questo.

E: "Non piangere..."disse alzandomi il mento con le dita, costringendomi a guardarlo, mentre io ero ancora a terra a piangere.

E: "Mi dispiace, non lo sapevo!"disse ancora.

Non gli risposi, non avevo nulla da dire, non riuscivo a parlare.

Portò una mano sulla mia guancia andando ad asciugare con il pollice le lacrime che scendevano.
Poi mi perse per la mano e mi aiutò a farmi sedere sul letto.

Si mise affianco a me e continuò a guardarmi, mentre prese una maglietta e se la infilò.

E: "Mi dispiace veramente tant-"cercò di scusarsi ancora, ma fui io ad interromperlo.

C: "N-no, lascia stare!
È stata colpa mia, n-non dovevo bere!"dissi tra un singhiozzo e l'altro.

Se prima non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui, ora non riuscivo a guardarlo negli occhi.

Provavo vergogna, ribrezzo, ma solo per me stessa.

Con fatica mi alzai in piedi e raccolsi da terra i miei vestiti.
Andai in bagno e mi vestì, senza ascoltare un'altra parola di Eddie.

Appoggiai le mani sul lavandino e alzai la testa guardandomi allo specchio davanti a me.

Le mie guance erano ancora bagnate e i capelli disordinati.

~ Eddie the nutty Munson ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora