Ci trovavamo giù in cucina, mentre parlavamo del più e del meno e scherzavamo su stupide storielle, mentre svuotavamo uno ad uno i sacchi della spesa.
Ad interrompere il nostro filo di chiacchiere, fu il squillare del telefono fisso di casa.
Mi precipitai subito al telefono dopo aver zittito il ragazzo e alzai la cornetta.
C: "Pronto!"
X: "Claudia Riegler?
C: "Si! chi parla?"...
I pochi istanti che seguirono bastarono per farmi sparire il sorriso che avevo fino a qualche minuto prima.
Era lo sceriffo di Hawkins che stava parlando e le sue parole mi fecero iniziare a tremare le gambe, mentre sentivo le lacrime che stavano salendo, ma cercai di trattenerle e respingerle.
Eddie si accorse del mio cambiamento d'umore improvviso e così iniziò ad avanzare verso di me lentamente, fino a quando le mie ginocchia cedettero e mi lasciai cadere a terra.
Eddie si precipitò subito davanti a me, mentre le mani mi tremavano ancora e lo sceriffo continuava a parlare attraverso il telefono.
E: "Claudia, hei che succede?"bisbigliò guardandomi con occhi preoccupati.
Non diedi retta a Eddie, stavo ascoltando ancora lo sceriffo, ma sinceramente non capì bene cosa mi disse in seguito.
Sembrava come se tutti i suoni fossero diventati ovattati e il tempo si fosse fermato.Sceriffo: "Signorina...pronto signorina!"
Mi richiamò sentendo che non gli rispondevo più.C: "S-si, scusi, dove ha detto che si trovano?"chiesi con voce tremolante.
S: "Alla ventiseiesima, ma li raggiunga in ospedale, li stanno portando lì ora!"
E: "Ospedale?"mi chiese il ragazzo sentendo quella parola attraverso il telefono.
C: "Certo, arrivo subito!"risposi allo sceriffo tirando su col naso.
Riattaccai e piano piano iniziai ad alzarmi, anche se mi pareva difficilissimo in quel momento, sembrava come se sulle mie spalle ci fosse un masso pesantissimo che mi spingeva in basso e mi faceva tremare le gambe dallo sforzo, ma per fortuna c'era Eddie al mio fianco che mi aiutò.
E: "Hei Claudia, che succede?"chiese preoccupandosi per me.
Mi fece alzare il mento costringendomi a guardarlo e per la seconda volta, il ragazzo mi vide con gli occhi che luccicavano innumiditi, ma questa volta per un motivo diverso.
C: "Devo andare in ospedale!"
E: "Perché, che è successo?"
Rimasi in silenzio per qualche secondo, cercando di trovare le parole senza scoppiare di nuovo in lacrime.
C: "I miei si trovano lì!"dissi facendomi forza.E: "Oh cristo! Ti accompagno!"
C: "Non puoi!"
E: "Non mi sembra che tu sia nelle condizioni di riuscire ad andare da sola!"disse scuotendo la testa.
C: "Ma tu non puoi uscire!"
E: "Allora ti accompagna Dustin!"disse prendendo in mano di nuovo il telefono e iniziando a comporre un numero.
C: "Hei Eddie guardami!
-presi il suo viso tra le mani fermando ciò che stava facendo-
C'è la faccio!"Rimase a pensarci su per qualche secondo.
Ero felice che lui si preoccupasse per me, nessuno aveva mai insistito così, ma me la potevo cavare, non volevo scomodare nessuno, i miei genitori sarebbero stati bene.
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~ Eddie the nutty Munson ~
Fanfiction[COMPLETATA] (La storia è ambientata nella quarta stagione di Stranger Things, ma non tutto corrisponde come nella serie, infatti alcune cose saranno diverse.) Trama: Claudia Riegler è una ragazza di diciassette anni che dopo una vita passata in Ohi...