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Se non era quella fastidiosa sveglia a svegliarmi, era quel fastidioso lembo di luce che passava attraverso la finestra dal piccolo spiraglio che lasciavano le tende, andando a finirmi dritto in faccia.

Rassegnata aprì lentamente gli occhi così da cercare di abituarmi alla luce penetrante e quando vidi l'ora sull'orologio del mio comodino, già iniziai a sbuffare.
La giornata doveva già iniziare, erano le 10:34 e a all'una avrei dovuto sgomberare casa.

Mancava giusto qualche dettaglio da mettere apposto, così pensai che fosse meglio prepararmi subito, prima di ritrovarmi in ritardo, ma quando feci per alzarmi non ci riuscì.

Solo dopo mi accorsi che qualcosa mi tratteneva al livello del bacino.
Un braccio.
Per chi non lo avesse capito: il suo braccio.

Presi i miei occhiali da vista e me li inforcai sul viso, non che mi servissero per capire cosa fosse a trattenermi, perché quello lo avevo già capito, soltanto per cercare di "nascondere" quel velo di imbarazzo che si poteva cogliere dai miei occhi.

Dietro di me Eddie dormiva beatamente mentre con il braccio mi cingeva completamente tutto il fianco tenendomi a sé con forza.

Oh mio dio!

Come sui romanzi rosa che a volte leggevo.
Il problema è che la situazione era ben diversa da come succedeva di solito, perché mentre le protagoniste erano calme, torvavano pure il coraggio di accoccolarsi ancor di più ai loro amanti, io andai in panico e il sangue si concentrò tutto sulle mie guance facendomi arrossire più del dovuto.

Ma d'altro canto non potevo svegliarlo, non volevo.
Dormiva così serenamente che non avrei interrotto il suo sonno.
Ma io dovevo alzarmi.

Che scena patetica!

Immaginatevi di vedere una Claudia che si tirava su gli occhiali sul naso con l'indice, mentre il suo viso era completamente rosso dall'imbarazzo, in preda al panico su cosa fare.

E in tutto ciò, mentre sentivo le palpitazioni aumentare e d'improvviso la stanza sembrava scaldarsi in maniera esagerata, lui dormiva tranquillo.

Così dopo essermi "ripresa" un pochettino, cercai di spostarlo delicatamente senza che lui se ne accorgesse.
Non era la prima volta che lui mi toccava, certo era successo ben peggio, ma almeno lì ero ubriaca e non pensavo a cio che stessi facendo.

Ma sentendo la piccola pressione che facevo sul suo braccio per spostarlo, lui d'istinto cercò di non lasciarmi andare via stringendo di più la presa, come un bambino e il suo orsacchiotto.

Mi fermai di scatto, potevo sentire il suo petto perfettamente allineato alla mia schiena che faceva su e giù ogni volta che faceva un respiro.
Sentivo il calore del suo corpo sul mio e il suo respiro sul mio collo che riusciva a mandare in tilt il mio cervello.
Le narici invece si inebriavano del suo profumo unico.
Avere le sue braccia forti strette attorno a me mi facevano sentire al sicuro, come se niente potesse ferirmi, nemmeno lui.

Una sensazione a dir poco stupenda...

Ma anche per quanto io non volessi alzarmi, dovevo farlo.
Così -contro voglia- riprovai a spostare il suo braccio e c'ero anche quasi riuscita senza svegliarlo, ma fu quella maledetta sveglia a rovinare tutto.

Mi allungai immediatamente per spegnerla, ma il ragazzo già si era svegliato.

E adesso? Che faccio?

Che situazione imbarazzante!

Anche lui dopo aver aperto gli occhi si accorse dopo qualche secondo come era messo e mentre guardava la mia gote arrossata, tolse il suo braccio con un sorrisino beffardo.

~ Eddie the nutty Munson ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora