Pov's Marghe
Sento il respiro farsi sempre più corto, sento il cuore battermi veloce come non lo sentivo da tempo e sento il vuoto dentro di me.
Un attacco di panico.
Come ne ho avuti tanti da quando è morta Greta ma questo è diverso, in questo ci sono quelle emozioni che non sentivo da tempo. Sento il dolore della perdita, la sofferenza per essermi completamente annullato dopo l'incidente e sento anche la paura di fare sempre gli stessi incubi che ogni notte mi torturano e mi fanno svegliare con la fronte sudata e le mani che mi tremano.
Non piango, mi sento solo cadere in un forte vortice senza una via d'uscita e quasi perdo l'equilibro quando tutto attorno a me si fa nero ma una mano stinge la mia ma non basta a placare tutto quello che il mio corpo ma soprattutto la mia mente ha formulato, ho bisogno d'uscire da questo posto, di liberarmi da queste sensazioni che mi fanno solo male."Vieni, ti accompagno fuori" Sento dirmi da una voce maschile e inevitabilmente, con il fiato che non sento quasi più, vedo Niccolò dirigermi verso l'uscita e la sua mano nella mia.
Errore, dice il mio cervello a quella vista e inevitabilmente la levo.
"Respira lentamente" Continua Niccolò, questa volta girandosi verso di me per aiutarmi mentre apre la porta d'ingresso secondaria ma io non gli do ascolto, io non do ascolto a nessuno se non a..."Marghe" Urla Benedetta e subito si precipita da me e io, con un solo sguardo, le faccio capire che sono di nuova caduta dentro quel tunnel e che sono di nuovo a corto di energie. "Facciamo come abbiamo sempre fatto ok?" Mi chiede lei, prendendo il mio viso nelle sue dolci e candide mani e io annuisco nonostante il fiato mancante.
"Niccolò vai al bar a prendere acqua e una bustina di zucchero" Sento dire dalla mia migliore amica, mentre mi stringe la mano e mi accarezza il braccio e appena il ragazzo se ne va dal nostro radar visivo, Benedetta riprende a parlarmi cautamente, ricordandomi pensieri e posti felici mentre mi fa contare lentamente.
Questi sono i soliti esercizi che mi ha insegnato quando ho un attacco di panico..."Bene, brava così" Dice proprio lei sorridendo, continuando a contare insieme a me e dopo diversi minuti il mio respiro si calma, facendomi tornare con i piedi per terra.
"Come stai ora" Chiede Betta preoccupata.
"È stato diverso dal solito" Dico io, non rispondendo alla domanda della mia migliore amica. Voglio confidarmi con lei, voglio dirle tutte quelle sensazioni che ho provato e che non provavo da tanto perché prosciugata da tutto e da tutti. "Ho sentito dolore e sofferenza" Continuo, spiegando di aver sentito quelle cose che non sentivo da mesi.
"Va tutto bene ora, tranquilla" Risponde Benedetta sospirando e abbracciandomi. Sa che è cambiato qualcosa in me, sa che si è attivato un qualcosa di diverso questa volta.
"Ragazze eccomi" Corre Niccolò da noi, con in mano una bottiglia d'acqua e delle bustine di zucchero.
"Grazie Nicco" Lo ringrazia Benedetta, prendendo dalle mani del ragazzo la bottiglietta e lo zucchero, quest'ultimo che mi metto sotto la lingua per non perdere i sensi dato che la mia pressione bassa dopo gli attacchi di panico gioca un brutto scherzo.
"Come stai Marghe?" Chiede Niccolò e subito io lo guardo confusa. Quel suo tono dolce e quella sua voce che qualche volta ti entra perfino dentro le ossa mi creano una sensazione diversa in corpo e che non mi piace assolutamente.
"Sto bene, grazie" Rispondo fredda io, prendendo questa volta la bottiglietta d'acqua per berla un po'. "Direi che possiamo andare a casa, che dici Betta?" Chiedo poi io, rivolgendomi alla mia migliore amica.
"Dovevamo andare al bar insieme" Ribatte Niccolò, questa volta in tono deluso come se avesse preso una bella batosta in fronte.
"Direi che non c'è il tempo per il bar" Dico velocemente io, prendendo la borsa da per terra e mettendomela a tracolla. "Grazie per la visita, questa te la regalo" Continuo, dandogli la bottiglietta di plastica, lasciandolo spiazzato nel bel mezzo della strada.
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Insieme ma distanti
FanfictionMargherita è una ragazza di 17 anni che frequenta l'ultimo anno di un liceo al centro di Roma. Nel suo passato ha avuto molti traumi e uno di questi è ancora vivo nella sua mente ed è proprio la morte della sua piccola sorella Greta. Nonostante il c...