Odio il Patriarcato

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Pov's Nic
È ormai sera, la luna inizia a sorgere in mezzo alle colline mentre i pensieri iniziano a placarsi.
Ho passato il pomeriggio a riflettere, ho pensato ai concerti uccidendomi dentro e ho pensato a Margherita e al suo modo di fare che mi hanno fatto per un attimo dimenticare della brutta notizia e probabilmente è proprio questo di cui ho bisogno ora, non pensare e dimenticare ma tutto ciò è più forte di me. Ogni volta che i miei pensieri viaggiano si fermano sempre sulla stessa notizia ed è un processo che va avanti ormai da ore.
Mentre sospiro, sento qualcosa muoversi sotto la porta chiusa e subito mi alzo, notando un bigliettino fermarsi proprio dalla mia parte e così curioso lo prendo, accorgendomi che è lo stesso foglio che ho dato ieri a Margherita, quello in cui le chiedevo di venire a cena con me.

"Odio il patriarcato e sono troppo orgogliosa, non mi sarei mai fatta portare a cena dal grande Ultimo. Questa volta ti porto io a cena, ci vediamo in salone"

E leggendo questa frase, subito scoppio a ridere prendendo il telefono e le sigarette per poi uscire dalla camera del pianoforte e dirigendomi verso il salone e appena entro, non posso non notare la tavola apparecchiata per due con diverse pietanze pronte per essere mangiate e subito il mio stomaco si fa sentire.
Oggi non ho pranzato perché la fame era scomparsa per colpa di tutti i pensieri negativi e probabilmente anche per colpa di tutte le sigarette fumate.

"Sorpresa" Sento dire dalla porta che collega il salone alla cucina e subito i miei occhi cadono su Margherita e sul suo vestito a fiori e inevitabilmente sorrido.
È davvero bellissima.
"Ti dirò che in questo momento sono molto imbarazzata" Continua Marghe, questa volta abbassando lo sguardo facendomi ridere.

"Hai preparati tutto tu?" Chiedo io, notando la tavola piena di roba mentre mi dirigo verso di lei.

"Mi hanno aiutato i ragazzi" Risponde, con un piccolo sorriso timido in volto e subito io mi stupisco delle sue parole.
Ha chiesto aiuto a qualcuno per fare tutto ciò e solo al pensiero che quel qualcuno sono i miei amici, sorrido.
Nonostante il trattamento di questa mattina che ho avuto con loro, hanno organizzato tutto ciò insieme a Margherita.

"Tu hai un bellissimo vestito e io sto in tuta" Noto ridendo, guardando prima il suo corpo fasciato dal bellissimo vestito e poi me con una semplice tuta e una maglietta addosso.

"Ti potrei dire che hai un bellissimo fascino" Prende parole lei. "Ma non lo dirò" Continua ridendo e inevitabilmente io la seguo, facendo mischiare le nostre risate mentre io avvicino il mio viso al suo.

"Oggi è una giornata un po' brutta per tutti ma soprattutto per te quindi ho cercato di tirarti su di morale" Inizia a parlare lei, questa volta tornando seria. "Spero di esserci riuscita" Continua lei, questa volta accennando un sorriso che io subito bacio prendendola alla sprovvista.

"Ci sei riuscita benissimo" Le rispondo io, accarezzandole la guancia. "E finita questa cena, andrò a ringraziare anche i ragazzi" Continuo io, annunciando che dopo la sua sorpresa andrò a ringraziare ma soprattutto a scusarmi con i miei amici.
Questa mattina, scosso dalla notizia dei concerti, li ho trattati male per il loro silenzio e ora, nonostante il bisogno di avere persone che mi parlino senza farmi cadere nel buio, sono consapevole di aver sbagliato approccio con loro.

"Ora mangiamo che sto morendo di fame" Annuncia Margherita, mettendomi due mani sulle spalle per farmi allontanare da lei e io inevitabilmente rido, avvicinandomi alla sedia sulla quale si sta avvicinando anche lei ma subito quest'ultima mi ferma.

"Non fare il galante" Dice lei con un piccolo sorriso in volto indicando la sedia che stavo trascinando per farla sedere. "Odio le cose sdolcinate" Continua lei.

"Odi anche gli uomini che ti vogliono portare a cena" Dico io ridendo, andando questa volta verso la mia sedia per sedermi.

"Sono dell'idea che anche la donna può portare l'uomo a cena" Risponde, prendendo la forchetta per poi guardarmi. "Come ben si dice girl power" Continua lei, alzando il braccio e facendomi vedere il muscolo e subito io rido divertito.

Insieme ma distantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora