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Cloe

<Sei nervosa?>

Guardai Vinnie. La sua mano sinistra era sul volante mentre la destra era sopra la mia

<È da ieri che me lo chiedi e per l'ultima volta ti rispondo che sto bene. Piuttosto dovrei essere io a chiederti se sei nervoso> accentuai la presa sulla sua mano

<Se mi daranno il benvenuto bene altrimenti se non sarà così io continuerò a vivere la mia vita. Per quanto mi possa mancare la mia famiglia ho vissuto abbastanza senza di loro per sapere di essere in grado di continuare a farlo. Tu invece li stai incontrando per la prima volta>

Aggrottai la fronte <Non dire così> scossi la testa <Sono sicura che gli sei mancato e certo,incontrarli mette un po' d'agitazione ma me l'hai detto tu che non devo preoccuparmi>

Vinnie sospirò <Cosa vuoi che faccia Cloe? Pensi che mia mamma e mio padre mi accoglieranno a braccia aperte e che abbiamo scordato quello che è successo?>

<Tu sei sempre loro figlio Vinnie. Se hai fatto uno sbaglio o no non posso pretendere di scansarti per sempre>

<Non capisci Cloe. Non è una litigata infantile,ho lasciato uccidere mia sorella>

<Non è stata colpa tua!> sbottai incredula del fatto che ancora la pensasse in quel modo

<Non importa se è stata o no colpa mia perché alla fine sono io quello che ha rovinato la famiglia!> sbottò a sua volta

<Smetti di parlare per loro Vinnie> continuai a guardarlo e lui aggrottò la fronte chiaramente confuso

<Cosa?> mi guardò e capii che non avesse capito cosa intendessi

<Ho detto di smetterla di parlare per loro. Non puoi sapere se hanno deciso di perdonarti o se addirittura hanno deciso di andare avanti senza pensarci> sollevai le braccia in aria esausta

Vinnie fece spallucce <Sono la mia famiglia e li conosco,so come sono fatti>

<Si ma tu non sei loro. Non sai come hanno parlato di te privatamente o quello che sentono nei tuoi confronti>

Vinnie sembrò contemplare le mie parole perché dopo un po' sospirò senza aggiungere una parola.

Non parlammo per il resto del viaggio e non appena ci avvicinammo alla casa iniziai a sentirmi nervosa ogni secondo di più. Sapevo che Vinnie aveva detto che mi avrebbero amata e che non mi sarei dovuta preoccupare di niente ma da ragazza era mio dovere.

<Siamo arrivati> Vinnie parlò cercando di annientare la tensione e annuendo feci un respiro profondo per poi aprire la portiera e scendere.

<Eccoci qui> disse dopo avermi raggiunta dall'altra parte della macchina <Qui è dove vivevo>

Mi guardai attorno ammirando il paesaggio e la casa che avevo di fronte. Vinnie non mi sembrava il tipo sfondato di soldi ma sicuramente non era nemmeno povero. Diciamo che era tutto...normale.

Sorrisi alzando lo sguardo <È davvero bello>

Vinnie alzò le spalle <È tutto qui>

Stava provando a fingersi disinteressato ma sapevo bene che in realtà ci teneva molto.

<Andiamo> fece un gesto verso la porta e io seguii i suoi passi lungo il giardino che portava sul portico e infine alla porta di casa.

Vinnie si morse il labbro non sapendo se bussare o suonare il campanello

𝐃𝐀𝐍𝐆𝐄𝐑𝐎𝐔𝐒 𝐋𝐎𝐕𝐄 &gt; 𝐯𝐢𝐧𝐧𝐢𝐞 𝐡𝐚𝐜𝐤𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora