Il Consulente

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Sarebbe assai riduttivo definire pessimo l'umore dal quale fui accompagnata tre settimane dopo, quando mi sottoposti al secondo intervento. Per quanto fossi fiduciosa in una ripresa rapida a livello motorio, mi sarebbe piaciuto avere la stessa convinzione per una ripresa emotiva.

Come da programma poté riprendere a muovermi con le stampelle solo alcune settimane dopo e a due mesi esatti dalla seconda operazione Tiberi si disse soddisfatto e fiducioso che presto avrei potuto abbandonare qualsiasi tipo di appoggio e cominciare con una graduale riabilitazione sportiva che mi avrebbe consentito di rinvigorire il tono muscolare perso durante quei lunghi mesi.

Sul finire di maggio dunque, dopo un anno terrificante a livello fisico, sentimentale e lavorativo, era giunto il momento di prendere in mano la vita e ritrovare una dimensione della quale fare parte.

Durante tutta la riabilitazione Dario mi era rimasto accanto, continuando a sostenere il mio progetto per la pista di mini moto, ma la sua presenza era stata a dir poco essenziale per superare la rottura con Juan. Beh, in realtà non l'avevo superata, ci convivevo, sapevo di aver preso la decisione giusta per lui, ma soprattutto per me.

Per la prima volta in vita mia, quell'anno avevo deciso che non avrei seguito il campionato, nonostante lo avessi fatto praticamente da sempre. Seguivo l'account di Alex attraverso Instagram e sapevo che il neo campione del mondo in Moto3 era saldamente al comando del mondiale con due vittorie un podio e due buoni piazzamenti. Ero talmente distante da quella dimensione, assorta com'ero nelle mie questioni di salute e nella rinascita a livello lavorativo che ignoravo il fatto che il fine settimana successivo il circus del Motomondiale avrebbe fatto scalo al Mugello. A ricordarmelo fu proprio Alex, raggiungendomi con una telefonata quel mercoledì.

-Dafne, pensi che ci vedremo questo weekend? - aveva esordito senza troppi preamboli.

-Oh, Alex- blaterai imbarazzata. - credimi, non ho proprio avuto il tempo di comprare i biglietti e credo che adesso non ne troverò. Puoi perdonarmi, mi avrebbe fatto molto piacere rivederti. -

-Niente paura! - esclamò, forse già al corrente di ciò - ti ho fatto riservare un pass per domenica, per te e un accompagnatore. Ora non hai scuse, addetta alle termocoperte, ci devi essere. -

È ora? In che modo avrei potuto declinare? Senza offendere soprattutto?

-Ok, ci sarò. - risposi infine, senza mascherare il poco entusiasmo.

Fu così che dovetti preparare un viaggio inaspettato e chiedere a Dario di farmi compagnia. Al Mugello ci saremmo andati in moto, io con la mia Bastarda, Dario con la sua vecchia R6, anche questa tornata alla vita qualche settimana prima grazie al mio tocco fatato.

Partimmo il sabato mattina e dopo quattro lunghe ore di viaggio, un po' acciaccati, arrivammo al nostro albergo nei pressi dell'autodromo. Dovetti tagliare le ali alle fantasie di Dario che credeva avessimo diviso la stanza, facendogli capire che la mia prenotazione era stata di due singole. Era un ragazzo meraviglioso, ma io non volevo nulla né da lui né da qualsiasi altro essere di genere maschile sulla faccia della terra.

Domenica mattina mi alzai di buon'ora, il sole era appena sopra l'orizzonte, spiava ammiccante i contorni della vista che rischiarava. Si presagiva una giornata splendida, almeno per chi avrebbe assistito alla gara, un po' meno per i piloti che avrebbero patito il caldo. Dario mi raggiunse quasi un'ora dopo, assonnato e poco loquace.

-Ho sempre difficoltà a dormire in un altro letto. -

I miei trascorsi lavorativi, ma soprattutto il letto scomodissimo sul quale dormo, mi hanno temprata. Mi addormenterei anche su di una panchina. - risi, osservandolo stiracchiarsi, nel tentativo di rimettere a posto la schiena dolorante.

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