- Capitolo 1 -

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Ho sempre vissuto in case diverse, passando da una famiglia all'altra per anni, ogni volta mi ritrovavo a chiamare mamma e papà persone sconosciute solo per un certo periodo, per poi venir abbandonata anche da loro e tornare in quel misero orfanotrofio, che infondo era l'unica realtà che conoscevo. Dopo essere stata riportata lí per più di 5 volte, iniziai a pensa che forse il problema ero io, quando alcune persone mi portavano a casa loro non iniziavo subito a definirli i miei genitori perché ormai avevo capito che non mi sarei dovuta affezionare perché sarebbe durata poco quella nuova sistemazione.
Ricordo che spesso tra le 17 e le 19 scappavo dalla casa famiglia e andavo sempre nello stesso parco, lo stesso in cui qualcuno mi trovò e mi salvó. Solitamente mi rifugiavo li ogni pomeriggio per potermi stendere in mezzo all'erba e chiudermi in me stessa. Mi odiavano tutti e non avevo nessun amico, tutte le altre bambine mi incolpavano sempre di ogni guaio che comunavano e alla fine quella che veniva punita ero sempre io.
Ogni volta che mi stendevo in quel tappeto verde mi sentivo una bambina normale, mi si tappavano le orecchie ed era come se fossi in apnea, non sentivo più nulla.Era come se il mio corpo riuscisse a percepire la sensazione che cercavo, avevo solo bisogno di chiudere gli occhi e immaginare qualsiasi cosa avessi voluto, il bello della mente è qualsiasi desiderio riesce a materializzarsi in piccoli scatti come se fosse un film che viene proiettato nella mente delle persone. Tutte le volte che andavo lì fantasticavo su una voce, suave e dolce... forse l'unico ricordo che avevo di mia madre; in quei viaggi mentali che facevo lei mi chiamava farmi rientrare perché faceva freddo... una cosa banale lo so, ma a cinque anni l'unica cosa che volevo era tornare a sentire quel suono, la dolce melodia che ha un cuore materno quando ci si poggia sul petto. Ero troppo piccola per ricordami la sua fisionomia, ma quelle sensazioni era come se nella mia memoria fossero rimaste incise esattamente come succede a quelle frasi talmente belle che la gente decide di portare nella propria pelle per sempre con dei tatuaggi.

Uno dei tanti giorni in cui scappai godendomi quelle poche ore di libertà, sentii davvero delle voci che mi chiamavano, le stesse che poi mi hanno cambiato la vita. Una famiglia mi ha trovato stesa li atterra, pensando che fossi quasi morta dato che essendomi persa nei meandri del mio piccolo mondo non mi ero accorta della loro presenza; loro mi hanno raccolto da terra portandomi via da un infanzia infelice. Hanno voluto adottarmi a tutti i costi e dopo averli conosciuti un po' riuscirono a portarmi a casa con loro, in quanto secondo la direttrice erano una famiglia perbene e dato il mio comportamento secondo lei sarebbe stata la mia ultima occasione per andarmene via di lì.
Ricordo perfettamente i primi giorni in quella casa enorme, ogni notte mi alzavo di soprassalto cercando di assicurarmi che ancora ero in quella casa, con loro e che non ero stata abbandonata di nuovo. Soffrivo di insonnia e attacchi di panico, ogni volta che succedeva tentavo di nascondermi, avevo paura che se mi avessero visto in quello stato avrebbero pensato fossi una bambina difettosa e mi avrebbero riportato in quella casa famiglia che tanto detestavo; però Amy Cabello, la primogenita dei miei genitori adottivi una notte mi vide. Ero seduta sul mio letto, con la coperta che mi copriva solo fino alle caviglie e piangevo con la testa tra le ginocchia cercando di fare meno rumore possibile, lei si avvicinò e non mi disse nulla, si sedette afffianco a me cingendomi in un abbraccio.
-Flash Back On-
<<Perchè piangi?>> Chiese la Amy di 12 anni guardando la sua sorellina.
<<Non lo dire a Sinu e Alejandro>> Furono le uniche parole che riuscì a dire quella bambina spaventata, osservando la maggiore con le lacrime agli occhi.
Amy le accarezzò i capelli e disse <<Puoi chiamarli mamma e papà, lo sai >>
<<Non posso invece >> La piccola Camila cercava di asciugarsi le lacrime con le sue piccole manine,ma non era in grado di controllare ciò che provava <<se poi non mi volte più e mi riportate li perderò in altra mamma e un altro papà>>
<<Mila...>> La sorella la strinse di nuovo a se in modo che la piccola potesse poggiare la testa sul suo petto e sentire il battito del suo cuore. <<non te ne andrai più da questa casa, noi ti vogliamo bene e vivrai qui fino a che non saremo grandi e potremo comprarci una bella casa, ti prometto che non tornerai mai più in quel posto. Saremo sorelle per sempre>>
Da quella notte ogni sera la maggiore si intrufolava nel letto della sua sorellina, fino a che Amy non inizio a crescere e a vivere gli anni più belli di sempre, la sua adolescenza; in quel caso nonostante la maggiore tornasse a casa molto tardi Camila la aspettava sempre sveglia, per poter bere latte e biscotti insieme e farsi raccontare tutto quello che era successo alla serata con le sue amiche.
-Flash Back Off-
Ora sono ormai 12 anni che non sono più solo Camila, ma sono Camila Cabello e oltre ad Amy ho un altra sorella più piccola chiamata Sofia, anche lei è stata adottata e ho sempre cercato di essere il suo punto di riferimento esattamente come aveva fatto mia sorella maggiore per me, una delle persone più forti e sermonate che abbia mai conosciuto.
Lei ha seguito i suoi sogni, ricordo ancora quando da bambina giravamo per il paese supportandola a tutti i suoi provìni, sono stata la sua prima fan; dopo provìni su provini finalmente sta realizzando tutto ciò che ha sempre voluto, attualmente si trova in giro per il mondo, con le sue compagne di band e non potrei esserne più orgogliosa, nonostante mi manchi da impazzire vederla tutte le mattine girare per casa; sembra banale ma ogni giorno mi sveglio sperando di sentirla canticchiare qualche sua canzone...
Ovvio non andiamo sempre d'accordo, ma la sua assenza mi ha fatto capire ancora di più quanto sia fondamentale, lei è stata e sarà sempre il mio più grande amore.
Amy mi ha trovato quel giorno d'inverno, se ci penso riesco ancora a sentire le sue mani che scaldano le mie braccia in quanto gli unici vestiti che avevo non erano adatti per proteggermi dal freddo; lei è stata la prima persona che mi ha guardato in quel modo dopo tutti quegli anni senza ricevere alcuna forma di affetto ed amore.
Continua...

-Arianna

-My Bad Girl-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora