-Capitolo 7-

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Le gambe di Lauren tremavano mentre osservava quelle scale che ormai conosceva bene, il tremolio non era solo dovuto alla corsa che aveva fatto da casa sua, ma c'era una vena di qualcosa che, dal suo aspetto esteriore nessuno avrebbe mai pensato potesse provare... paura.

La corvina iniziò ad avvicinarsi a quell'enorme ammasso di legno color pece, mise un piede sul primo scalino e l'ansia saliva ad ogni passo che faceva, in quanto più la distanza diminuiva dalla camera di Camila più l'agitazione aumentava.

Quando si ritrovò davanti alla porta di quella camera in cui era solita intrufolarsi anni prima, qualcosa nella sua testa la invitò a ragionare, nei suoi muscoli qualcosa fece si che si bloccassero, ripensamento, confusione... cosa avrebbe dovuto fare? Infondo non era una situazione facile, la bambina che aveva visto crescere e con la quale condivideva tantissimi dolci ricordi le aveva appena confessato di provare un amore diverso nei suoi confronti. Si era allontanata già una volta dalla minore ed era consapevole del fatto che se l'avesse rifatto, sopratutto dopo quella dichiarazione, Camila si sarebbe rotta in mille pezzi, molto di più di quanto non lo fosse già a causa di tutta quella situazione tra le mura del liceo... 

I piedi della ragazza con gli occhi verdi erano ancora rivolti verso la rampa delle scale, fremevano, sentiva la necessità di correre di nuovo al piano inferiore; poi un singhiozzo, un urlo quasi soffocato provenì da quella porta ancora chiusa e Lauren non potè fare a meno di appoggiare la mano sulla maniglia, mentre ancora tremava. Quando tentò di aprire quella sorta di muro divisorio, non ci riuscì; la porta era chiusa a chiave, ma il rumore che aveva provocato quell'intento di oltrepassare la barriera che si era voluta costruire Camila, fece sussultare la ragazza all'interno della stanza. 

<<Am... ti prego vattene... lasciami sola>>

Lauren potè sentire quel piccolo cuore che le era stato donato tra le mani tentare di ricucirsi le ferite, non pensò alla situazione che si era creata tra le due, voleva solo stringere tra le sue braccia la minore e farla smettere di piacere, come aveva da sempre fatto in passato; così bussò, tralasciando quel tremore ancora persistente in tutto il suo corpo. 
Non poteva lasciarla li a piangere, non questa volta che poteva davvero prendersene cura.

<<Am... per favore>> Camila sospirava in maniera affannosa, quasi a cercare la forza per supplicare. La corvina bussò di nuovo, questa volta dando due colpetti un po' più rumorosi.

<<Lasciami in pace Amy!>> Un urlo, quel suono quasi straziante rimbombò in tutta quella casa vuota, il che fece sentire nella maggiore un piccolo senso di colpa per essere la causa di tutta quella sofferenza

<<Non sono Amy... sono io>> Disse facendo una pausa,<<Lauren>> Aggiunse in fine, quasi come se fosse un sussurro.

<<Cosa vuoi? Non ti è bastato lasciarmi lì in spiaggia?>> Il tono era freddo esattamente come il vento che prima osservando il mare aveva provocato un gelo quasi insormontabile. Ma se solo Lauren avesse potuto guardare la piccola Camila negli occhi, avrebbe percepito che non c'era niente di così lontano da quel soffio frigido. 

<<Io... ho bisogno di parlarti>>

<<Io non voglio parlare con te>> Questa risposta faceva ancora più male, però infondo sapeva che doveva trovare un modo per difendere quel suo povero cuore scucito, prima che si riducesse in fardelli.

<<Lo capisco, se dopo ciò che ti devo dire vorrai che me ne vada, andrò via... ma ti prego fammi entrare>> Le lacrime nel viso della more continuarono a scendere senza sosta osservando quel pezzo di legno scuro dal quale proveniva la voce che tanto amava.

Infondo non erano così diverse, sia Lauren che Camila avevano trascorso le ore successive di quella giornata a piangere, esonerate da tutto e da tutti, mentre i loro poveri cuore si attorcigliavano su se stessi provocando solo un dolore inimmaginabile. 

-My Bad Girl-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora