-Capitolo 27

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<<Io-io non ce la faccio>> Disse Camila, con voce tremante mentre osservava quel gruppetto di ragazzi che la stavano guardando con il solito ghigno. Nonostante le due fossero dentro la macchina, era come se la più piccola riuscisse solo leggendo il labiale quei soliti commenti "ora ci divertiamo".
<<Piccola mia>>
Le mani Lauren avevano racchiuso dolcemente quelle tremolanti di Camila, iniziando ad accarezzarle il dorso. Il suo sguardo non era più provocante, quella era l'altra versione della corvina, la solita ragazza che alla minore dava quella protezione sovrumana, proprio come una madre; forse quel atteggiamento era tale anche a causa di quel cuore che pompava nel suo petto.
<<Lolo ho paura>>
La voce era strozzata, ormai dal pianto, i suoi occhi non la smettevano di tremare nel vedere chi la stesse aspettando per riempirla di botte ed insulti, come ogni giorno. La più grande delicatamente le giró il volto, facendo si che a quello spostamento i loro occhi si potessero incontrare.
<<Ci penso io, tu fidati me>> Disse accarezzandole la pelle umida a causa di quelle gocce salate.
<<T-ti faranno del male anche a te, sono troppo forti. Loro sono al ultimo anno, io-io...>> Lauren interruppe quel discorso fatto a fatica a causa del pianto con un piccolo bacio; era incredibile come bastasse quel semplice tocco morbido per calmare i nervi.
<<C-ci vedono, ora se la prenderanno anche con te>> Le parole di Camila a fior di labbra dalla maggiore erano piene di preoccupazione, ma gli verdi verdi erano pieni di tutt'altro sentimento; le mani esperte accarezzavano quel volto arrossato e freddo che a quel contatto iniziò a colorarsi. Nonostante la notte prima, quella era comunque la timida Camila, sopratutto in quel momento e bastava solo quella vicinanza e quello sguardo da parte della corvina per farle accelerare il cuore, lo stesso che batteva all'unisono con con quello della sua Lauren.
<<Scendiamo, ti accompagno all'entrata. Se provano a sfiorarti anche solo un capello ci penso io>>
<<Non voglio che ti metti nei guai>>
<<Non mi metterò nei guai>> Esordí facendo il suo solito sorrisetto ed un occhiolino, per poi baciare di nuovo quelle labbra ancora salate.
Dopo un piccolo cenno di capo e qualche scambio di sguardi complici le due scesero dall'auto nera dirigendosi oltre quel cancello che rappresentava l'incubo infernale di Camila.
<<Guarda chi abbiamo qui, il rifiuto umano>> Disse un ragazzo biondo avvicinandosi alle due ragazze mano nella mano, impedendogli così di continuare a camminare verso l'entrata.
<<Quanto hai pagato questa meravigliosa ragazza per accompagnarti a scuola eh? Infondo lo sappiamo tutti che nessuna persona al mondo ti guarderebbe mai, fai schifo>> Aggiunse un'altra voce leggermente più rauca.
Erano 5 ragazzi che rapidamente avevano accerchiato la coppia; Camila cercava di trattenere le lacrime a causa della paura e agitazione. Se avessero iniziato a fare del male alla più grande nonostante il dolore avrebbe di certo pregato che se la prendessero solo con lei, lasciando in pace Lauren; voleva essere forte difronte a tutti quei commenti accusatori, ma non riusciva a muoversi, intimorita dal notare che erano spacciata. I suoi pensieri vennero interrotti da una risata, che conosceva bene.
<<Davvero pensate che facendo così agli occhi delle ragazze siete sexy?>> Chiese ironicamente la maggiore senza lasciare la mano dell'altra ed osservando gli occhi di ognuno di quei ragazzi, i quali per un primo momento non sembravano affatto preoccupati della sua presenza.
<<Sicuramene più di questo obbrobrio. Non so quanto ti abbia pagato per essere qui e dimostraci chissà cosa, ma sappiamo che è tutta una cazzata, quindi lasciaci divertire e vai via; la routine deve iniziare bellezza, anzi se vuoi dopo averla pestata puoi darle il calcio di grazia. Non puoi capire quanto sia eccitante osservare i suoi occhi pieni di paura, avere il controllo è pazzesco>> Disse il ragazzo più alto di tutti, nonostante in realtà risultasse poco più basso di Lauren, dato che aveva i suoi soliti stivaletti con il tacco. Rapidamente qualcosa scattó il Lauren, e dopo pochi istanti si ritrovó con una mano sulla gola del ragazzo mentre le sue unghie laceravano leggermente quella pelle.
<<So esattamente che cosa voglia dire>>
Bastarono quelle semplici parole per far strabuzzare gli occhi al ragazzo muscoloso sotto la sua presa; tutti gli altri iniziarono a buttare giù qualche groppo di saliva in quanto il tono profondo della donna era stato alquanto inaspettato e pieno di rabbia.
<<Se solo vi azzardate a fare del male alla MIA ragazza...>> Inizió a parlare con quello stesso tono di voce mentre la mano che prima stringeva Camila si posizionava sul cavallo dei pantaloni del ragazzo stringendolo sempre con più forza quasi a strappargli i genitali mentre nel viso di quel diciottenne comparve un espressione di dolore. <<Ti giuro che te lo taglio. E ne sono capace, fidati. O la lasciate in pace o...>>
Quel ragazzo nonostante la posizione prese coraggio e cerco di mostrarsi superiore, dati gli sguardi impauriti della banda che aveva sempre dipeso dalle sue labbra; non poteva farsi vedere debole. Avrebbe rovinato la sua reputazione lasciandosi minacciare da una ragazza.
<<O? Su dai quanto ti ha pagato? Ti offro di più per aiutarci a farla fuori>> Disse con tono acido mentre un pugno stava per sfiorare la mascella serrata della più grande; un secondo, a volte basta veramente un solo battito di ciglio quasi impercettibile per cambiare la situazione far accadere qualsiasi cosa. Camila si trovava dietro ad un corpo caldo mentre assisteva a tutti quei pugni e qualche spunto di sangue tingeva la breccia bianca del giardinetto scolastico. Volavano insulti e varie urla, mentre lentamente qualche goccia salata rigava di nuovo quel viso preoccupato e per quanto briciassero chiuse i suoi occhi color nocciola mentre sentiva urla di dolore; non riusciva a guardare ciò che stava accadendo, sentendo il suo cuore rompersi in mille pezzi. Aprii gli occhio solo quando delle braccia la afferrarono e potè notare che intorno a loro vi era tutta la scuola. Ma la cosa che attiró la sua attenzione furono quegli occhi che la osservavano. 
<<...
Continua...
-Arianna

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