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Niccolò's pov

Ma in che senso siamo già a inizio settembre? Com'è possibile che tra una birra e l'altra siano passati 3 mesi?
Quest'estate è volata come un filo di vento veloce, quello che mette i brividi. Tanti brividi mi hanno accompagnato in questi tre mesi. Devo ammettere che all'inizio non è stato semplice. Passavo le giornate di giugno con le dita sul piano, con le lacrime agli occhi e oki per il mal di testa sulla scrivania. Non dormivo, mi sentivo solo, mi sentivo strano. Non avevo nessuno vicino a me, nessuno che mi capisse come ci riusciva lei. Il letto era diventato un lontano miraggio, ho incominciato ad avere un insonnia assurda. L'ansia mi accompagnava ogni volta che mi mettevo a letto. Lei era l'unica che riusciva a calmare i miei attacchi di panico. I medici hanno incominciato a consigliarmi gocce, farmaci e psicologi. Ma vaffanculo, io non sono malato cazzo. Il mio corpo tende a non rispondere quasi più. Utilizzo le forze per mangiare e suonare, ero diventato praticamente un vegetale agli occhi della mia famiglia e dei miei amici. Non vedevo la luce del giorno da giorni, fino a quando è venuto Adriano in mio soccorso.

Qualcuno ha suonato alla porta, sarà mio padre ancora con le carte del divorzio in mano. Hanno divorziato da anni ormai ma continuano a gridarsi in faccia. Sembrano dei bambini che litigano costantemente, delle iene. Non gli sopporto più. Mi sono stufato, non voglio più vedere quello stronzo di mio padre e quella sensibile di mia madre. Io ho preso i loro difetti, sono stronzo e sensibile. Ma che cazzo io non sarò mai come loro.
"Niccolò è in camera sua" sento mia madre con un filo di voce.
Lei è qui! Sto impazzendo, il cuore mi batte forte. Mi si starà alzando sicuramente la pressione. Non riesco più a ragionare, ho solo un sorrisone stampato in faccia. Dopo un mese è tornata. Ammetto che in questo mese sono andato svariate volte sotto casa sua ma la signora delle pulizie mi diceva sempre che non era in casa. Piangevo nel sentire quelle parole. Un giorno la signora mi ha fatto salire, mi sono fatto forza e sono entrato in camera sua. La nostra foto non c'era più. La mia felpa era ripiegata sulla mensola più alta dell'armadio e la nostra collana non era più al suo posto. Mi accasciai a terra in lacrime, poi mi feci forza e incazzato me ne andai. Lei si era già fatta una vita ma forse si era ricreduta, era tornata da me. Apro la porta di fretta e rimango di stucco vedendo:
"A-Adriano?" Eccalla, che palle.
"Ao Nì, te muovi!" Che vuole mo questo? Nun ce vedemo da giorni.
"Ma che voi?" Domando un po' incazzato. Mi ero illuso, come faccio da un mese ormai.
"Muovete dobbiamo uscire, non puoi mancà" sono giorni che esco, ma non parlo. Rimango fermo a guardare il vuoto.
"Vabbè me vado a preparà" dico con voce un po' scocciata ma noto il sorrisetto sulla faccia di mia madre. È felice finalmente.
Entro in bagno e appoggio i pugni sul lavandino. Rimango immobile nell'osservare la mia faccia distrutta. Ho le occhiaie e non mi faccio la barba da giorni. Sono uno schifo. Inizio a sciacquarmi la faccia e mi faccio la barba. Nun me potevo vedè, sembravo uno zombie.
Esco dal bagno in boxer e mi dirigo verso camera mia. Devo dire che in mutande so propio gnocco. E dove lo trova un altro come me? BASTA NUN CE DEVO PENSÀ. Mi infilo un jeans e una maglia nera. Diciamo che so meglio nudo. Eh vabbè che ce potemo fa?!
"So pronto" dico guardando Adriano seduto sul divano intento ad osservare il telefono.
"Eddaje, gli altri ci aspettano al parchetto" dice dirigendosi verso la porta. Il parchetto, un posto magnifico. Il posto dei miei amici, il posto nostro. Il posto dove siamo noi, semplicemente noi. So anni che provamo a fa dieci palleggi, e sempre dieci anni che nun ce riusciamo. Semo propio delle pippe.

Mentre eravamo in ascensore Adriano mi ha fatto vedere svariate foto della sua ragazza. È davvero innamorato, mi ci rivedo molto nel suo amore...solo che la sua lei lo ama...la mia no.

"Ecco I regazzetti" dice Gianlu dandomi una pacca sulla spalla. Sono tutti felici nel vedermi. Devo incominciare a staccarmi da quel pianoforte. Mi fa del male. Povero piano, quante ne ha viste lui mai nessuno. Mi ha visto incazzato, felice e piangere. Se fosse una persona sono sicuro che mi avrebbe mandato a fanculo dopo qualche giorno. Ma come può un oggetto riuscire a ridarti il fiato che ti manca, a consolarti? Come può un oggetto capirti e conoscerti? Lo so, sembra che io stia dando di matto ma questo è tutto ciò che penso.
"Dai, che le ragazze ci stanno aspettando" dice Cocco raggiungendoci.
Ecco, lo sapevo. Dobbiamo uscire con Federica, la ragazza di Adriano, e la ragazza di Cocco. Quegli stronzi chiedono sempre alle fidanzate di portare delle amiche per me e Gianlu. Che fastidio. Mi sento il terzo in comodo, come se fossi l'unico sfigato sulla terra a non avere la ragazza. Arriviamo in pub e ad aspettarci ci sono le ragazze. E chi è quella biondina? Mio dio..
"Ehh te piace lei, sapevo io" mi dice Adriano. "Si chiama Federica, è simpatica e si vede che è presa da te, ti sta a guardà da quando sei arrivato."
"Adriá, adesso semo arrivati" dico ridendomela. Mio dio sto ridendo, quella ragazza mi ha fatto un incantesimo. Rimango per un po' immobile ad osservarla, poi mi faccio coraggio e mi avvicino. Mi presento. Ha gli occhi blu come il mare, intensi come il cielo. Mi sto perdendo nel suo sguardo. I capelli biondi, puri come un bambino. È piccina, bellissima. Innocente e dolce come una caramella ricevuta da un bambino. Mi sono innamorato...

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Niccolò e Federica. Cosa ne pensate?
Io spero che Niccolò ora sia felice 😭 anche se avrei preferito vedere Noemi al suo fianco.

VVB💗

Il moro dell'elementariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora