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Continuo ad accarezzarle la gamba con la mano ferma su quello che sta facendo, non più tremolante come prima.
La mano sinistra le tiene il fianco, il bacino piccolo e minuto che vorrei poter avere sopra di me. I miei pensieri sconci su di lei continuano ad aumentare, i sogni dove lei è mia ed io posso toccarla, baciarla.
La mano destra continua a fare su e giù sulla sua gamba, scendendo sempre di più ogni volta che va giù. Non mi pento di ciò che sto facendo, so che arriverò a quel punto ma lo sto desiderando e sognando da quando l'ho incontrata, da quando mi ha difeso da quei coglioni che non mi capivano.
Da quando mi ha detto che conosce le favole la mia persona è diventata la sua, il mio cuore ha su scritto il suo nome.
Continuo ad accarezzarla lentamente sognando il suo viso addormentato, la mia bambina accanto a me stesa sul mio letto, la mia donna che vorrei tanto toccare senza sentirmi in colpa, senza dovermi sentire come se stessi per commettere un reato.
La donna che vorrei toccare con le mie labbra, che vorrei poter baciare senza pensarci.
La mia mano scende sempre di più fino ad arrivare al suo fondoschiena.

Sento esplosioni dentro di me, fuoco e adrenalina ribolliscono nel mio cuore. Sento un tornado in me, un mix d'emozioni e sensazioni mai provate.
Anche se ho gli occhi chiusi sono ben consapevole di cosa sta succedendo in quel momento, causa risveglio del signorino che ho tra le gambe. È più che normale ormai, da quando la ho vicino mi sarà successo una centinaia di volte, e l'ultima volta l'ha anche notato.
Accavallo le gambe sperando di calmarmi, ma più ci penso più la situazione peggiora. La immagino su di me, il suo corpicino privo di indumenti mi sta facendo impazzire. Il mio pensiero è diventato una palla di pallavolo tra le sue mani.
La mia mano rimane lì, ferma nel posto dove stava prima. In quel posto tanto bello quanto pericoloso.
Non ho intenzione di spostare la mano, anzi, tengo a stringerla sempre di più per farla rimanere ferma. Apro gli occhi dopo una decina di minuti da quel tocco, da quel momento di fuoco presente in me. Il mio sguardo puntato sul suo viso ancora addormentato, ancora fragile. Le accarezzo il viso con la mano libera, la mano che non stavo utilizzando. Non scherzavo quando ho detto che non avrei tolto la mano almeno per un altro pò. I capelli che le sfiorano il viso, la bocca socchiusa e le lentiggini che le bagnano leggermente la faccia.
Gli occhi chiusi che mi fanno andare fuori di testa e le sue mani poste sul mio petto nudo.
La situazione continua a peggiorare, non so come comportarmi, sono disperato. Mi stendo a pancia in su, esausto dall'eccitazione che stava scoppiando in me e spingo con le mani cercando di comprimerlo, sto provando una sofferenza immensa.
Daje Niccolò, basta fa figure de merda, DAJE CAZZO.
Alla fine mi arrangio, rimetto la mano dove era prima e lascio fare da se. Stringo la presa più di prima, così bello, così soffocante questo tocco che mi ferma il respiro. Che mi rende esausto, il mio respiro pesante sul suo volto.
Torno a guardare il soffitto, fino a quando mi sento osservato, occhi puntati su di me.
Mi giro e c'è lei che mi guarda pietrificata.
Io sono tranquillo, non penso a quali conseguenze potrebbe comportare quella mano messa nel posto sbagliato.
Adesso mi preoccupo solo di prendere il cuscino posto al mio fianco per coprire il mio caro amico, per non farlo uscire allo scoperto. Lei mi mangia con gli occhi, non parla ma ha la mente piena di domande. La mia mano ancora sul suo fondoschiena, non ho intenzione di toglierla propio ora. Non capisco cosa la faccia rimanere così di pietra, la mano o il fatto che stia dormendo al mio fianco, sul mio letto con me senza maglia e lei con un altra felpa. Sta di fatto che della mano se ne accorge dopo un po'. Daje Noemi so che piaceva anche a te, non fare l'innocente e rendimi il ragazzo più felice del mondo, rendimi l'uomo della tua vita, fammi di te schiavo.

Lei si alza di scatto spostando la mia mano con forza, i suoi occhi lucidi mi fanno tornare alla realtà. La vedo sofferente, come se avesse disubbidito ai genitori, come se avesse commesso qualcosa di sbagliato.
"IO-" vuole dirmi qualcosa, ma le lacrime le invadono il volto. Fatica a parlare e il suo fiato si fa sempre più stanco. Sento il suo respiro faticare. Poi riprende la frase a stento.
"IO NON SONO LA TUA RAGAZZA MORICONI" mi urla alzandosi dal letto pronta ad uscire dalla camera. Adesso avrei voluto starmene qui, cercando di calmare il mio amichetto per non farlo notare a lei ma se non l'avessi fermata l'avrei persa. La afferro con una mano e con prepotenza la fermo al muro, affianco alla porta. Dio che effetto che mi fai, mi rapisci come nessuna aveva mai fatto. Perchè quelle parole uscite dalla tua bocca con così tanto dispiacere?
Perché sei così arrabbiata del fatto che tu non sia la mia ragazza?
Non mi preoccupa più il mio amichetto, è ancora presente ma io non posso farla andar via, non ora.
Io posto difronte a lei, il mio compagno di desideri la sfiora e noto il suo sguardo irrigidirsi, cercando di non abbassare l'occhio. Mi guarda come se fossi l'uomo più bello della sua vita, come se fossi la sua fonte di respiro. Scruta il mio petto come se non avesse mai visto un ragazzo senza maglietta, mi fa ancora più effetto, sto esplodendo cazzo.
Sei una provocatrice cazzo, sto soffrendo come un cane nel vederla difronte a me, a qualche millimetro di distanza. Adesso la immagino nuda, non vedo più la felpa che indossa. Stringo sempre di più le mani che le bloccano i polsi al muro. Mi avvicino sempre più al suo viso, le sue labbra carnose mi aspettano, mi stanno bramando da ieri mattina.
Mi mordo il labbro inferiore e a qualche secondo dalla scintilla che stava finalmente per renderla mia, lei mi respinge facendomi cadere sul letto.
Piange singhiozzando, come se l'avessi violata. Mi sento una merda. Mille pensieri di invadono la testa, cosa cazzo ho fatto...

Esce di corsa dalla mia camera, prende il suo telefono con prepotenza e corre mentre le sue lacrime salate cadono sul pavimento.
"VIENI QUA CAZZO" urlo cercando di fermarla, frustrazione e sensi di colpa mi rimbombano in testa.
Quelle tre parole uscite dal cuore, sperando che lei si fermi per poterla avere di nuovo qui con me. Io ho bisogno di lei, non riesco a starne senza, è la mia medicina.
Lei si gira verso di me, i suoi occhi pieni di rabbia e delusione mi stanno mangiando.
"NON SONO IL TUO GIOCATTOLO NICCOLÒ" mi dice sputando tutto il veleno accumulato in questi mesi che non ci sono stato. Rinfacciandomi tutto quello che le ho provocato, il dolore che le ho fatto sentire e la delusione che le sto facendo provare in questo momento. In quelle parole sento tutto il suo dolore, sento il mio cuore sgretolarsi.
"VAFFANCULO" aggiunge mentre le lacrime le inondano completamente il viso, spegnendo la gioia che prima era sul suo volto. Si gira dirigendosi di nuovo verso la porta d'uscita, pronta a sbatterla con tutta la rabbia accumulata.
A queste urla mia madre si alza, preoccupata di quello che stava succedendo. Vedendola si blocca, la guarda e con voce spezzata si rivolge a lei:
"mi dispiace Anna..."
La vedo poi sparire fuori la porta. Piangeva ed io non ho fatto nulla per  fermarla, per calmarla.
Un senso di colpa mi assale, invadendo completamente il mio cuore.
Mia madre mi guarda con sguardo perplesso, io crollo in un pianto disperato chiudendomi nella mia camera. Sbatto i pugni al muro, le lacrime circondano il mio pensiero, un mare in tempesta. Che coglione.
Mi siedo al pianoforte, le mani tremolanti, il viso bagnato e la voce bloccata riescono solo a intonare <piccola stella>.

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NICCOLÒ CAZZO CORRI A PRENDERLA, NON PERDERLA DI NUOVO!!!

Vi ringrazio tutti per il supporto che ultimamente sto ricevendo, sono davvero contenta che la storia vi stia piacendo. Mi date sempre più la voglia di continuare, e ve ne sono grata poiché in questo modo mi sento sempre più vicina a Niccolò. La storia è appena incominciata, entrami hanno ammesso di essere innamorati, da ora incomincia il bello 😚

VVB💗💗💗

Il moro dell'elementariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora