7.

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Sento mia madre parlare con una voce a me familiare, Matilde è qui. Sapevo che sarebbe arrivata, è l'unica persona capace a starmi accanto veramente. Bussano e sento Matilde piangere: "Noemi...sono Matilde, per favore esci.." Non rispondo, continuo a non avere intenzione di vedere nessuno. Non voglio che altre persone soffrano per colpa mia, ho già fatto del male a Niccolò e non voglio che questo si ripeta. "Noemi- ti prego risolviamo tutto insieme" Matilde continua a pregarmi non ricevendo alcuna risposta. Rimango immobile, abbracciata al cuscino che odora di Niccolò, a fissare il vuoto fuori la finestra di camera mia. Mi fanno male le mani dopo gli scatti contro il muro che ho avuto ieri. Tutto intorno a me si fa spento, non sento più nessuno fuori dalla mia porta. "Si saranno già stancati..meglio così" penso tra me e me mentre due lacrime di solitudine mi rigano il viso. Dopo una ventina di minuti passati a rimanere immobile difronte alla finestra con la persiana leggermente abbassata sento qualcuno bussare. "Ti va un cioccolatino?"

È Niccolò, ne sono sicura. Il cioccolato risolve tutti i nostri problemi. Ci unisce!
Non rispondo, silenzio totale, intorno a noi si sente solo il <clic> della serratura che apro, come invito ad entrare per Niccolò. Mi risiedo sul letto e mi rimetto a fissare il vuoto. Non lo guardo ma sento che è lì, sul ciglio della porta ed aspetta un mio permesso per entrare. "Vieni...solo tu" gli dico io con la voce rotta. Sono distrutta, ho gli occhi gonfi e le guance irritate per le troppe lacrime. Sento la porta chiudersi e il respiro di Niccolò farsi pesante dietro le mie spalle. Si siede sul letto, dietro di me.

"Allora, ce lo magnamo sto cioccolatino?" dice facendo una mezza risata cercando di farmi ridere. Ma io non ho il coraggio di guardarlo, mi sento una persona orribile nei suoi confronti. "Mo nun parli più..t'hanno magnato a lingua?!" Dice con un ghigno. Ammetto che questa battutina mi ha fatto leggermente ridere ma continuo a non girarmi. "ok, se num te giri te, me metto io d'avanti a te e mo vedemo che fai" Si alza, prende una sedia e con prepotenza se piazza difronte a me. Abbasso lo sguardo e mi fisso le gambe che sono riposte a cavalcioni. Lo nota e con la mano mi alza il viso. Nota subito la mia faccia distrutta ma, per non farmelo pesare, non dice nulla apparte: "vedi che sto cioccolatino è uno dei più boni della zona, se nun lo magni te me lo magno io". Come fa a farmi stare così bene, vorrei anche io essere così buona con lui come lo è con me. Accenno un sorriso mentre mi perdo nei suoi occhi nocciola leggermente sconsolati. Ricomincio a piangere e lui con prepotenza mi tira a se per potermi stringere. "Adesso ci sono io con te..non ti lascio!" Dice con una voce calda. Sento il suo fiato sul collo ma non mi da fastidio, perché così sento la sua presenza. Mi era mancato come l'aria. "Scusami..." dico con la voce strozzata dalle lacrime. Ora sono tra le sue braccia e tutto va bene. Mi sento a casa. "Trilli, io nun te lascio mai più..." mi dice mentre i suoi occhi si fanno lucidi. Anche lui si sente in colpa per avermi lasciato sola, ma per farlo sentire meglio gli asciugo gli occhi con la mani. "Ora però dimme cosa è successo..?" Ricomincio a guardare giù, non voglio dirlo, ho paura di cosa potrebbe pensare di me. Ho paura di come potesse vedermi. Ricomincio a piangere e sento nel silenzio i nostri cuori che battono in modo sincronizzato. "È stato lui?" Mi dice lui cercando di trattenere la rabbia. Continuo a piangere, non riesco a far uscire parole dalla mia bocca. "DIMMELO CAZZO!" dice lui sbattendo il pugno sul letto. La sua rabbia incontrollabile inizia a farmi paura. Mi sposto e inizio a singhiozzare fortissimo. Questo gli da la conferma della sua teoria. Stringe i pugni e si alza, incazzatissimo esce da camera mia, non saluta neanche i miei e corre fuori di casa. Dove cazzo sta andando? Che cazzo sta facendo? Mi infilo le scarpe e corro cercando di raggiungerlo. Appena scesa noto di averlo perso di vista, cazzo Niccolò dove sei finito?

Niccolò pov's
Inizio ad alterarmi, non vedo più nulla dalla rabbia. Devo capire cosa le è successo, chi cazzo è stato a renderla così!
"È stato lui?" dico cercando di trattenere la rabbia nei suoi confronti per non farla spaventare. Continua a piangere,non parla. Non voglio farla soffrire ma devo sapere chi cazzo è stato. "DIMMELO CAZZO!" dico sbattendo il pugno sul letto. Lei incomincia ad avere paura. Trema come una foglia e singhiozza. Mi sento una merda ma almeno ora ho la certezza che è stato quel verme a renderla così. Non si merita nulla quel coglione! Mi alzo dalla sedia e corro fuori camera sua sbattendo la porta con tutta la forza nata dalla rabbia che ho in corpo. Non saluto ne i suoi e nemmeno Matilde, la sua migliore amica, che mi ha pregato di venire a casa sua per farla parlare. Scendo le scale più veloce che posso e incomincio a correre per strada. Devo trovarlo, deve inginocchiarsi difronte a me. Questa volta ha oltrepassato il limite. So che questo probabilmente la farà soffrire, ma quello stronzo deve levarsi dalla nostra vita. Non sento e vedo nulla intorno a me. Sento solo la rabbia ribollirmi nel sangue.

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Che carini Niccolò e Noemi insieme? Com'è possibile che loro non se ne accorgano?! 😫

Cosa starà per fare Niccolò secondo voi? Speriamo non faccia cazzate...

VVB💗

Il moro dell'elementariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora