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Arrivo a casa di Niccolò di corsa, dopo essere passata anche dal nostro posto, dove di lui non c'era la minima traccia. Quel posto tanto bello quanto vuoto senza la sua presenza. Passo tra gli alberi che lo circondano e sento il suo odore ovunque, il suo cuore battere fra i vicoli di quella Roma illuminata ad appena le sei di mattina.
Sto a impazzì appresso a troppe esigenze, c'ho bisogno all'appello de dì che so assente.
Dove sei finito Niccolò?
Dove ti sei rifugiato?
Dove sei andato per scappare dalla realtà?

Anna mi apre la porta con le lacrime agli occhi, mentre il suo viso distrutto mi saluta io non riesco a fare altro che non sia abbracciarla, per rassicurarla, per farle sentire la mia presenza, per non farla sola in questo momento anche se vicino a lei ci sono altre 3 persone .
Lei ricambia la mia presenza, il mio saluto con un sorriso e mi fa accomodare in salotto, anche se nessuno di quelle persone in quel momento è tranquillamente accomodato. Si respira un aria pesante, dolore e speranza, paura e lacrime regnano in quella stanza.
Vorrei parlarle, dirle cosa è successo tra me e Niccolò, cosa mi ha fatto il figlio, cosa mi sta facendo provare quel ragazzino a cui ha dato vita. Vorrei dirle che quel ragazzo che lui chiama ancora bambino mi sta facendo andare fuori di testa, che quel bambino mi ha fatto innamorare. Ma alla fine, riesco solo a dirle:
"Anna...tornerà."
Lei mi guarda mentre cerca di accennare un sorriso.
Suo padre non c'è, lo starà cercando, almeno spero. I suoi fratelli seduti in sala pranzo e Adriano, il suo amico, quello che ha conosciuto nell' estate dove siamo stati lontani, ormai il suo migliore amico, che mi fissa, squadrandomi dalla testa ai piedi.
Ha capito che sono io la causa, ed io capisco che vorrebbe tanto dirmi qualcosa, che vorrebbe parlarmi in privato, nascosti dagli occhi di tutti gli altri. Mi scruta, mi sento osservata e la situazione non mi piace.
Mi sto innervosendo, sto per andare in panico.

Mi alzo e mi dirigo in camera di Niccolò, dove noto che tutto è rimasto uguale, tutto nella stessa posizione persino il cuscino che aveva usato, avete capito per cosa. Solo il pianoforte ha cambiato ordine, fogli sparsi sopra, parole scritte che già conosco e note che la compongono.
Piccola stella sta nascendo ed io non posso ascoltarla, crescerla come se fosse la nostra bambina. Chiudo la porta, sento le sue ultime parole rimbombare nella stanza che odora di lui, nella stanza che odora di buono.
Mi accascio in ginocchio, sbattendo la mia schiena sul materasso del suo letto. Stringo il suo cuscino, annusandolo ogni tanto per sentire i suoi capelli, come se li avessi tra le mani. Scoppio in lacrime. I sensi di colpa, le domande sul perché io me ne sia andata, sul perché io lo abbia lasciato solo.
Se dovesse succedergli qualcosa, io non ce la farei. Se dovesse soffrire io mi sentirei uno schifo di persona. I brividi mi inondano la pelle delle braccia, le lacrime mi macchiano la felpa.
Dopo qualche minuto sento la porta aprirsi, mi asciugo in fretta le lacrime con la felpa che ho indosso, e fisso la porta.
Adriano mi guarda, poi chiude la porta alle sue spalle e si avvicina a me senza dire niente.
Gli occhi lucidi che mi offuscano la vista, le lacrime che premono sullo sguardo intente ad uscire. Mi alzo di scatto ma lui mi mette una mano sulla spalla, facendomi risedere nella stessa posizione con la quale mi ha trovato.
La sua mano che mi fa sentire a casa con un semplice tocco. Mi sento a mio agio, mi fa sentire meglio, come se mi volesse bene anche se non ci siamo mai conosciuti.
"Noemi" mi dice guardandomi dritto negli occhi, la sincerità di ciò che sta per dire che ha negli occhi.
"Niccolò ti ama" Rimango di piatto a questa esclamazione. Spalanco gli occhi, mi manca il respiro. Andriano ancora lì, fisso nel guardarmi per farmi capire che ciò che sta dicendo è la realtà.
Niccolò mi ama, Niccolò Moriconi, il moro delle elementari.
Non voglio crederci, è fidanzato, lui la ama.
"Daje Noemi, lui ti ha sempre amato, da quel giorno in cui l'hai aiutato a scuola, da quando sei entrato nella sua vita lui non ti ha mai visto come un amica. Sei sempre stata la sua donna, e cercava di fartelo capire scrivendo e dedicandoti piccola stella.
Ti amava quando se n'è andato incazzato da casa tua mentre studiavate, perché pensava che tu lo vedessi solo come un amico.
Ti amava quando ha deciso di non parlarti più per rimuoverti dalla sua vita, per non farti più soffrire. E mentre cercava di dimenticarti soffriva come un cane, perché il pensiero di non poterti avere più intorno lo faceva crollare. Niccolò che ha conosciuto Federica per poterti dimenticare.
Niccolò che non riesce a dirtelo ma che ti ama più di qualsiasi cosa.
Niccolò che ti vorrebbe baciare, che vorrebbe averti tra i piedi quando scrive.
Noemi, Niccolò ti ama ma la paura di amare lo ostacola.
CAZZO NOEMI, DAGLIELO STO BACIO CHE STA BRAMANDO DA ANNI. RENDILO IL TUO UOMO ANCHE SE NON RIESCE A DIRTELO."
Pronuncia le ultime parole con tono della voce più alto. Queste parole che mi hanno lasciato senza fiato ma che mi hanno alleggerito il cuore.
E se fosse vero?
E se Niccolò non fosse capace di dirmelo anche dopo anni che ci conosciamo?
E se Niccolò mi amasse come lo amo io?
Impazzisco a questi pensieri e dopo qualche minuto di sguardo fra noi accenno un sorriso. Cazzo Niccolò, potevi dirmelo prima.
Vorrei darti il mio cuore in mano, vorrei donarti il mio corpo per renderlo tuo.
Niccolò ti voglio con me, con me per sempre.

Adriano continua a guardarmi, io distolgo lo sguardo facendolo perdere tra i pensieri che adesso regnano nella mia mente.
Ha capito che ho compreso ciò che cerca di dirmi Niccolò da anni, ha capito che ho compreso di essere stata una scema a non capirlo prima, a non essermene accorta.
Si alza facendomi un sorriso e, prima di uscire lasciandomi sola in stanza, mi fa segno di zittire, meglio che Niccolò non lo sappia o saranno dolori per Federica.
Deve essere lui a capire ciò che prova,
deve essere lui a capire che non è Federica la sua Wendy,
deve essere lui a comprendere che sono io che possiedo il suo cuore, sono io che controllo i suoi pensieri.
Quando mi guardava con quegli occhi nocciola che mi divoravano, quando si mordeva il labbro.
Immagini mi percorrono la mente, ora sono più chiare e non più in bianco e nero come prima.
Ora capisco.

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EDDAJE ADRIANO, TE SE AMA!
DATEVELO STO BACIO VOI DUE CHE NOI VE VOLEMO INSIEME.

VVB💗

Il moro dell'elementariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora