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Continuo a fissare le sue iridi scure come la notte ma brillanti come le stelle. Iridi immense che ti travolgono, ti portano in salvo su un isola fantastica in un mondo che pensavi non esistesse. Le stesse iridi che ti salvano dalle insicurezze, che ti proteggono da tutto ciò che fa male, e che ti fa vivere il bene che ti spetta, ma che non hai avuto.  Occhi delicati, occhi che ti rapiscono e ti portano in salvo.
Questo è Niccolò, un ragazzino piccolo ma immenso, più immenso di tanti altri grandi che si sentono superiori solo per la propria età. Ultra quarantenni che pensano di riuscire a governare il mondo quando non sanno neanche elaborare un discorso di senso compiuto. Molti adulti a cui bisogna portare rispetto ma che non meriterebbero un minimo saluto, un minimo sguardo.
I miei genitori ritrovati in queste parole, parole che per qualche secondo avevo elaborato con la mia testa.
I suoi occhi che avevano perso i miei, quelli che cercava da tanto ma che adesso non gli interessavano.
I suoi occhi fissi nel guardare quella figura ancora a me sconosciuta.
Il suo viso perso nel guardarla, spento dopo aver perso la scintilla che finalmente stava per unirci. Abbasso lo sguardo notando i suoi pugni stringersi, tesi, pronti a spaccare qualcosa sommerso dai suoi attacchi di rabbia che lo rendono irriconoscibile. La sua infanzia, le persone che hanno fatto nascere in lui questo mostro adesso incontrollabile. Un mostro che si ciba della sua anima rendendolo schiavo delle sue azioni. Vorrei prenderlo per mano, per calmarlo e per fargli sentire la mia presenza, ma non sapevo effettivamente cosa stesse succedendo, perciò decisi di girarmi.
Quella persona che non avrei voluto mai vedere, quella persona che me lo ha portato via adesso stupita ferma all'ingresso della porta ci camera sua.
La biondina che pensa di essere al centro del mondo, viziata e che si comporta come una snob del cazzo. La biondina perfetta, con fianchi stretti e culo sodo.
Con gli occhi blu immensi come il cielo e le ciglia lunghe e nere, scure come la sua anima. La ragazzina che vive grazie i soldi del papino e che adesso mi sta facendo provare una gelosia immensa.
La stronza che me lo ha portato via, che si é appropriata di ciò che sarebbe dovuto essere mio. Cazzo Niccolò guardami e baciami davanti a lei, rendimi la tua donna umiliandola davanti a tutte le persone che guardano la scena senza dire una parola. Gelosia mi ghiaccia le vene, mi ribolle nel sangue. Testa tra i mille pensieri.
Dietro di lei Adriano, con sguardo basso che la tiene per un polso, cercando inutilmente di fermarla. Si vergogna della scena, come se fosse stata colpa sua, come se fosse stato lui a rompere il momento.
Come se avesse commesso lui un errore.
Lei non dice nulla, Niccolò segue il suo silenzio guardandola attentamente, non la perde di vista.
Vedo i sensi di colpa appropriarsi del suo corpo, la rabbia per aver commesso qualcosa di sbagliato, la tristezza che si porta dentro da anni e che nessuno riesce a portargli via.
Spero che capisca ciò che siamo, che capisca ciò che provo e che accetti ciò che prova lui, non limitandosi a pensare che io sia solo uno spasso temporaneo, un fulmine veloce in piena tempesta.
Spero che se ne renda conto, spero che non mi lasci andar via per la centesima volta.
Io gli voglio bene, ho cercato di dimostrarglielo in tutti i modi ma non posso costringerlo a lasciare Federica, la sua Wendy, non posso privargliela.
Deve essere lui ad accorgersene, deve essere lui a capire che la donna che aspetta d'avanti è difronte a lui, e che si chiama Noemi.

All'improvviso la sento piangere, rumore che mi riporta con i piedi per terra. Stavo volando tra i miei pensieri, condanne che percuotono la mia mente facendole vivere un incubo costante.
Piangere lacrime più finte e acide della sua personalità. Lacrime senza dolore, lacrime che attirano l'attenzione di Niccolò. Lacrime per riprenderselo, per averlo di nuovo con se.
"Vi lascio stare allora..." dice rompendo il silenzio assordante e imbarazzante che si è creato nella stanza. Quella stanza che puzza di bugia, che puzza di tradimento.
Lei che dice quelle parole, sempre lei che però non si muove di un centimetro. Lei che vuole far pena a Niccolò, che lo rivuole fra le sue braccia per farmi capire di farmi da parte, per farmi capire che lui la ama.
"Ti prego, resta..." dice Niccolò lasciandomi senza fiato. Lui che si è avvicinato a me, lui che diceva di aver bisogno di me. Lui che probabilmente era come tutti gli altri uomini, uomini capaci di prenderti in giro, di illuderti con una facilità impressionante. Colui che si era preso gioco dei miei sentimenti ora le chiedeva di restare, le prendeva la mano come aveva fatto con me qualche minuto prima. Colui che le tocca il fianco e che ad ogni loro tocco mi fa provare una fitta sempre più forte al cuore.
Ma come potevo pretendere di compararmi a lei? Io, una semplice ragazza bruna che si vestiva con le prime cose trovate nell'armadio. Una ragazza che odia far serata, che odia l'alcol e che preferisce rifugiarsi nella propria casa.
Come potevo pretendere che lui mi guardasse? Io, una ragazza semplice. Una ragazza piena di complessi mentali e paranoie che continuavano a distruggere ogni momento della mia vita.
Il mondo che stava per crollarmi addosso, e che mi crollò qualche secondo dopo.
"Io ti amo" dice qualche secondo dopo averla presa per mano. Lui che con una facilità impressionante riesce a farmi del male, facendo sgretolare il mio cuore con tre semplici parole di parole. La pelle che rabbrividisce, la testa che parte verso una direzione indefinita. Una direzione buia e senza un lietofine.
Quelle parole che mi fanno stare sempre più male, parole uscite dalla bocca della persona che diceva di non saper amare, quella persona che aveva paura a mostrare i suoi sentimenti adesso si sta rifugiando in lei. La bacia con una passione indescrivibile, la tocca con le stesse mani con cui ha toccato il mio viso, la guarda con gli stessi occhi con cui guardava me.
Vai a farti fottere Niccolò.

Lei che sporfonda nella cavità del suo collo e mi guarda, mi guarda felice. Le lacrime che spariscono, il sorrisetto per aver vinto che spunta sul suo viso. Lui la tiene stretta, per non farla andare via, per tenersela con se.
Lei vestita e preparata che mi sguarda dalla testa ai piedi, io una ragazza illusa che è tornata con i piedi per terra da qualche minuto. Che ha visto il suo cuore distruggersi in un millesimo di secondo.
La ragazza che vorrebbe avvertirlo sulla sua ragazza, che vorrebbe urlargli che quella ragazza gli farà solo del male ma che riesce solo a scoppiare in lacrime. Singhiozzo straziante lo fa girare verso di me, i nostri occhi che si incastrano nuovamente, ma lui non si stacca da lei. Rimane incollato come se fossero due calamite costrette a vivere per sempre insieme. Continua a guardarmi con occhi spenti, delusi e rammaricati.
Non dico nulla, corro via spintonando per sbaglio Adriano che era rimasto sulla porta ad osservare la straziante scena. Incrocio il suo sguardo , delusione nei suoi occhi, voglia di dirmi qualcosa ma blocco alle corde vocali, Sorpasso Anna, non riesco a girarmi. Esco di casa, convinta di dover dimenticare Niccolò che ormai si era fatto una vita.
Quell'attrazione che ci legava, quel sentimento che ci univa. L'emozione che si provava quando eravamo vicini ma che lui non riusciva a vedere offuscato dalla bellezza di quella ragazza, stupenda quanto vuota dentro.
Una ragazza bella ma che non balla.

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Scusate se non sto pubblicando sempre allo stesso orario e con la stessa frequenza ma sono in un immenso blocco. Sto cercando in tutti i modi di uscirne perché voglio continuare a fare ciò che mi fa star bene e che mi fa sentire Niccolò vicino.
So che adesso la storia potrà sembrare monotona, ma vi dico solo che mancano pochi capitoli 😚

VVB💗

Il moro dell'elementariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora