41.

529 15 3
                                    

"Ragazzi, tutto bene lì dentro?"

Ero diventata schiava delle sue labbra, mi intimavo di capire i suoi pensieri, le sue voglie e le sue sensazioni. Mi trovavo in un corpo che non riuscivo più a comandare, in un corpo che lui stava conquistando, come se fosse una guerra a chi riesce ad avere il territorio migliore. Era la mia sfida maggiore, il mio punto fisso, quanto era vero che una cosa più non puoi averla più la desideri. Egoismo? no, perché Niccolò era diventato la mia sfida personale. Ero sicura, anche se nel punto più profondo e nascosto del suo corpo, della sua anima, si celava il suo amore, il suo desiderio che si nascondeva dietro alla paura che conservava in se anche una punta scura d'orgoglio, che spegneva tutto il colore che lo illuminava. Io che non so mai cosa voglio, io che lo vorrei più di qualsiasi altro desiderio.

Gli passavo le mani tra i capelli sudati, disfatti, come se avessero assorbito tutta l'energia che si celava dietro il nostro contatto durato qualche infinità di minuti. La sua mano mi accarezzava il fianco, i suoi occhi mimetizzano nei miei, ci si tuffano dentro nascondendosi alla perfezioni. Iridi con colori apparentemente simili, ma con luci e speranze differenti.
Due mondi disti i nostri, ma io ero certa che in qualche modo sarei riuscita a connetterli, facendoli combaciare alla perfezione, un esplosione di terre piene di cuore.
Lui che mi faceva piccola con le sue mani, lui che con quelle mani mi faceva sentire perfetta, bellissima come se non avessi imperfezioni, come se le mie smagliature non ancora del tutto mature fossero scomparse davvero. Mi trattava come un gioiello prezioso, mi accarezzava senza oltraggiare la mia persona, portandomi sempre più rispetto.

Passavo quella mano come se stessi accarezzando dell'erba fresca, erba di un campo bagnata mentre andavo ad una velocità indefinita su un cavallo. Sentivo un ebrezza strana. come se fossi veramente sopra ad un cavallo bianco, puro e privo di colori spenti, solo luce intorno a me.
E' questo che si prova quando ci si innamora?
E' questo che si sente quando si è vicini alla persona che più si desidera?
Io a galoppo di un mix di sentimenti travolgenti, sentimenti che mi stavano attraversando improvvisamente senza lasciarmi il fiato, ma dandomi la sensazione più bella, la sensazione che aspettavo da tempo. Lui era la luce che cercavo per poter illuminare le mie giornate, per non dover camminare più al buio sbattendo contro le cattiverie che la vita ti pone d'avanti.
Lui non lo sapeva, ma la piccola stella della sua canzone in realtà era lui, lui che porto con me nei momenti in cui non ho luce, che porterei con me ovunque, per sempre.

Immagini mi attraversavano la mente, mentre la menta , l'odore di lui, del suo essere mi annebbiava, mi stupiva, mi faceva innamorare dell'angelo con lo sguardo da demone con gli occhi scuri che mi si presentava d'avanti con sguardo ingenuo, come un bambino da voler prendere a schiaffi. Occhi veri e bastardi, occhi da bambino capriccioso, da ragazzino imprigionato in una realtà ben diversa di quella che vorrebbe, da un ragazzino che sogna la libertà, un ragazzo che sogna ancora Peter Pan.
Niccolò, ti prometto che ti farò volare con me, non potrò essere la tua Wendy, ma ti donerò per sempre la magia di Trilli.

Ci distacchiamo improvvisamente nell'udire quella frase che qualche ora fa speravo arrivasse al più presto, non sapendo che successivamente, se avessi potuto, avrei ringraziato altre mille volte quell'ascensore dalla porticina gialla che ci aveva rinchiusi in una dimensione stupenda.
Non sapevamo bene quanto tempo fosse passato, per quanto tempo ero stata succube della sua attrazione, per quanto tempo mi aveva trattenuto con lui, per quanto tempo gli ero piaciuta. Speravo davvero che gli fosse piaciuto, ma il dubbio che mi sorpassava come un treno ad alta velocità, pronto a scompigliarmi i capelli come aveva fatto lui con le sue mani che tanto mi ceravano dipendenza che non riuscivano mai a stare ferme.
Questo pensiero che mi faceva sussultare all'interno, togliendomi l'aria dai polmoni, la paura di perderlo da un momento all'altro che mi lasciava il fiato sospeso per qualche secondo facendomi tornare alla realtà, realtà che successivamente veniva eliminata catapultandomi nella fantasia con tocchi immensi.
Questo pensiero che molte volte mi faceva rabbrividire, non lo sopporterei. Io ho il bisogno estremo di averlo al mio fianco, più di chiunque altro.

Il moro dell'elementariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora