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Niccolò's pov
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Io e la mamma di Matilde siamo in sala, ci guardiamo con fare di domanda, ammettiamo di aver origliato un po' della loro conversazione, ma dopo aver capito che si dicevano poco e niente e che comunicavano per lo più con gli sguardi ci siamo seduti aspettando, mentre nella stanza regnava il silenzio mischiato con tanta speranza.
Non ci guardiamo e tanto meno parliamo, il nostro fiato sospeso assorto tra i nostri problemi e le nostre preoccupazioni. Ammetto di avere un po' di paura, ma non comprendo effettivamente di cosa.
Ho paura per Matilde oppure ho paura per Noemi? Il pensiero che qualsiasi persona potesse farle del male mi manda fuori di testa, lei che è così fragile non merita di soffrire, lei che è così bella non merita altre persone, apparte me ovviamente, mi sembra scontato. Ogni volta che penso al lei, ogni volta che la mia mente riflette il suo nome mi ritrovo in quella ascensore, la stanza dei nostri desideri. Vorrei poter rivedere un altra volta, un'altra ancora e altre tantissime volte di nuovo quella immagine di lei sulle mie gambe, rabbrividire ad ogni mio contatto e bacio umido.
Non sono innamorato eh, non fraintendetemi, ma lei è così. Lei mi acceca, mi rende la vita una luce spettacolare, facendomi riscoprire la gioia di vivere con la persona a cui si vuole bene affianco, poterci camminare mano per mano, poterla baciare e scoprire mi fa andare fuori di testa, mi fa sfiorare il cielo dall'ultimo piano.
"Allora, da quanto state insieme?" Dice la mamma di Matilde riferendosi a me, cerca il modo di rompere il silenzio, non sapendo che quella domanda mi avrebbe messo in seria difficoltà, facendomi arrossire come un bambino.
"Ehm.." riesco solo a farfugliare cose che nella mia mente non sono ancora ben connesse, non ho la minima idea di come poter rispondere, di come potermi atteggiare senza risultare uno stronzo senza cuore. Infondo un cuore l'ho anche io, ma io lo riservo solo alle persone davvero importanti e di cui sono sicuro al 100 percento, non voglio soffrire, non di nuovo, fa troppo male la solitudine dopo aver perso qualcuno di fidato, come mio padre.
"Beh, Noemi è davvero bellissima" mi dice lei sorridendomi sinceramente.
"Lo so.." le rispondo io abbassando lo sguardo, non ci penso, comunico solo la realtà e le idee trasparenti che ci sono nella mia mente e le comunico tramite le labbra, rifletto ciò che voglio dire realmente senza utilizzare filtri, senza fare l'effettivo stronzo orgoglioso, che ammetto di essere.
"Si vede che sei innamorato Niccolò" mi dice lei accennando un sorriso, questa frase che mi lascia senza fiato e che mi lancia anche un briciolo di irritazione.
Io, innamorato? No, no è solo l'impressione, non posso essermi innamorato, l'amore non esiste! L'amore è un giro di giostra che inverte la direzione, poi il mondo è un posto sbagliato, con le giuste intenzioni.
Sto per andare fuori di testa, giocherello con le mie unghie, batto il piede a tempo sul parquet scuro racchiuso nell'immensità della stanza, mentre i miei occhi cercano la via di fuga dalla domanda che più implica confusioni in me.
Poi a pensarci, sarà passata più di un ora da quando siamo qui, da quando lei è lontana da me, da quando non sfiora le mie labbra. Il pensiero di averla distante mi manda fuori di testa, facendomi vedere i draghi di gelosia che sputano fuoco dai miei occhi. Controllo l'orologio che ho sul polso destro facendo un sorrisino di sollievo appena vedo la lancetta piccola puntare sull'8 di quel cerchio placcato argento.
"Dovrei.." non voglio essere invadente, ma vista la situazione sarebbe davvero il momento di andare, di scappare.
"Vai, vai bussa" mi dice lei sorridendo.
Mi alzo lentamente e mi dirigo verso la porta, busso in modo delicato ma non ricevo alcuna risposta da parte di nessuna delle due fanciulle, chiuse ancora lì dentro. Devo ammettere che dopo quel tocco l'ansia ha incominciato a bussare alla porta del mio cuore, mi invasero domande strazianti che adesso, ripensandoci, mi sembrano tanto assurde. La mia ossessione per quella fatina dagli occhi scuri mi faceva dubitare anche della bontà di una ragazza carina ed indifesa come Matilde, mi sento una merda ma sono paranoico, dovreste saperlo, quindi senza pensarci due volte apro la porta trovando d'avanti a me solo due ragazze completamente addormentate, abbracciate da quel sentimento che riservano tra di loro.
Noemi tiene la mano delicata e candida sul volto stanco e finalmente felice di Matilde, coperta da un piumino bianco finalmente protetta e rassicurata dalla sua migliore amica. È in questo momento che mi rendo conto come Noemi non fosse solo la mia persona, non fosse solo per me una delle persone più genuine che esistano sulla terra, che non fosse solo per me la migliore tra tutte. Lei era davvero speciale, in tutte le sue debolezze e insicurezze, riusciva comunque a trovare del buono nello sporco più scuro e profondo.
Solo successivamente mi avvicinai delicatamente e con passo silenzioso a Noemi, guardo solo lei, come se fosse l'epicentro della mia vita. Lei che era diventata la mia fottuta vita in tutte le sue sfumature.
Le accarezzo i capelli spostandole una ciocca dal viso, poi avvicino le mie labbra alla sua guancia e le lascio un bacio umido su di essa, marchiandola con il mio odore e la mia presenza. Pensavo che sentisse il mio respiro farsi sempre più pesante vicino al suo orecchio, ma capisco che la mia dolce trilli in questo momento si trovava sull'isola che non c'è più sperduta di tutte. Dopo un po' la smuovo delicatamente per svegliarla con cauta, le accarezzo il braccio con il dorso delle dita notando che il mio contatto le provocava abbastanza brividi. Se devo dire la verità, questo l'ho notato anche qualche oretta fa, e la cosa non mi dispiaceva per nulla, anzi mi colmava di un'adrenalina assurda.
"Dovremmo andare" dico io accennando un sorriso notando i suoi occhi leggermente lucidi aprirsi.
"Peter" sussurra lei con gli occhi semichiusi, pronti a ricadere in un sonno ancora più profondo.
"Trilli mia, vieni qui" le sussurro sorridendo nell'udire quel nome che tanto mi si addiceva bene se era pronunciato da lei. Metto le mie mani calde sui suoi fianchi coperti che adesso vorrei stringere, ma che per paura di farle male limito ad alzare, facendola sedere sul bordo del letto per farle appoggiare la sua testa sul mio petto. Un'esplosione in esso, era la seconda volta che mi succedeva, sempre per causa sua. Sentii successivamente il mio battito accelerare e le mie mani sudare in un mondo ancora estraneo, cosa mi stava succedendo?
"Daje, andiamo, su" dico sbrigandomi il più possibile, prima di svenire in quella casa da malato ipocondriaco che sono.
È li che lei apre gli occhi, guardandomi dal basso con lo sguardo da bambina capricciosa, ma tanto bella. Stronza, dovresti saperlo l'effetto che mi fai, poi se mi guardi da in basso...
"Che belle labbra peter" dice lei passandomici l'indice sopra, come se volesse provocarmi e facendo anche uno di quei sorrisi che solo un esperta tentatrice saprebbe commettere.
Se il suo colpo per vincere era quello di provocarmi, ci stava riuscendo a pieno, mi stavo quasi vergognando del fatto che il mil amichetto non c'è la facesse più a rimanere nei jeans.
Spostai le mie mani dai suoi fianchi salendo e bloccandomi poco prima di arrivare al suo seno per non sembrare troppo invadente e per poterla alzare finalmente in piedi. La sua testa cadde nell'incavo del mio collo, fu lì che riuscii a sussurrarle "non provocarmi trilli, non ti conviene" ricevendo un ghigno da parte sua come risposta, che sinceramente mi andava più che bene, mi stava sfidando, e a me la cosa non faceva altro che piacere, e che piacere cazzo.
"Ma..Matilde?" Mi chiese lei successivamente portandomi nuovamente alla realtà, era preoccupata, come sempre d'altronde.
"Sta bene, sei stata bravissima" rispondo rassicurandola, sprofondando la mia mano tra i suoi capelli odor vaniglia misto fragola, l'unico che avrei sopportato all'infinito sul mio corpo.

Dopo aver ringraziato e salutato la donna che avevamo reso nuovamente felice, entrai nell'ascensore, con ancora il braccio che reggeva Noemi per non farla cadere addormentata per terra, o almeno così credevo.
"Peter"
"Sei sveglia?"
"Non ho paura delle conseguenze" mi disse alimentando l'adrenalina che già regnava in me, un diavoletto si nascondeva dietro quella faccia da angelo.
"Ah si?" Le dissi io spostandole il viso dal mio collo che tanto chiedevano pietà dopo aver aspettato per minuti un bacio appassionato che avrebbe potuto lasciare il segno. La guardai con quello sguardo provocatorio, stava cadendo nella mia trappola di baci bugiardi ed appassionati, sprofondando nella mia eccitazione trasformandosi in quella cattiva ragazza che nessuno aveva mai avuto l'occasione di scoprire. Il pensiero che fosse così solo con me, mi faceva agitare ancor di più, non vedevo l'ora di essere il primo ed il solo.
"Si moriconi." È qui che la preda toccò un tasto dolente, precipitando con il corpo tra i miei pensieri e le mie azioni. Sentendo il mio cognome non ci vidi più nulla, volevo solo assaporarla in un modo esagerato.
La bloccai nella parte bassa dei fianchi, e la tirai su bloccandola all'altezza del mio viso tra il mio corpo e la parete di quell'ascensore che ci stava facendo provare le sensazioni che desideravamo da ormai anni ma che solo quel posto aveva reso realtà.
La bacio, adesso non mi interessa di andarci piano, di essere il più delicato possibile, avevo capito che anche lei sapeva farci, che anche lei senza dimostrarlo infondo era selvaggia.
Mi spinsi dove oltre non toccavo a terra, dove un limite non c'era, dove le sue labbra erano diventate magicamente le mie e potevo giocarci e manovrarle come volevo. Le nostre lingue che si avvicinano toccandosi ed iniziando una danza decisa e sensazionale, una di quelle danze che ti lascia senza fiato, che ti fa perdere tra uno sguardo e l'altro. È quando lei poggia le mani sulla mia schiena coperta da un semplice tessuto nero, capii che le stava piacendo più di quanto potessi pensare, e questo mi faceva piacere, vedevo in lei una persona che nascondeva molto bene, che lasciava dietro la sua bontà mascherandola.
Le misi le mani sotto i glutei, per tenerla meglio e per poterla toccare, non mentiamoci, era la cosa che anche lei desiderava, voleva che le mie mani viaggiassero sul suo corpo come se fossero sopra una cartina geografica.
La sentii sussultare lievemente affondando le sue unghie non troppo lunghe nella mia maglietta andando a toccare anche la pelle calda, toccandomi il cuore e il desiderio che da un po' non riuscivo a trattenere come una volta.
All'improvviso si staccò, provai a riprenderla ma lei mantenne le mani sul mio petto per tenermi distante, poi distrugge il mio desiderio che ci stava circondando.
"Federica"
"Mi interessi solo tu Trilli" le rispondo immediatamente, cercando di non lasciarle più alcun dubbio, ma sapete bene com'è lei, una paranoica di prima categoria. Paure e domande che non le fanno vivere il momento, che la tormentano frequentemente. Se solo si fidasse di me, non la deluderei di nuovo.
"Non ti credo Moriconi" dice lei spostando le sue mani dal mio petto molto lentamente fino ad arrivare ai miei capelli. Saliva sul mio corpo come se stesse tracciando un sentiero indefinito prima di poter immergere le sue manine nella mia chioma scura, e la cosa mi faceva eccitare ancora di più.
"Dovresti invece" le dico avvicinandomi sempre di più alla sua faccia bloccata tra la mia persona colma di desiderio e la parete fredda che le blocca la schiena "come già detto non ti conviene sfidarmi trilli" le sussurro ad un passo dalle sue labbra, fiatandole sul labbro inferiore, scrutandolo come solo un pittore riuscirebbe ad osservare i particolari del propio capolavoro. Mi sentivo un pittore, tra le mie mani avevo il mio capolavoro, e sapevo che qualsiasi cosa potesse accadere, non ne avrei trovata un'altra.

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SORPRESA!
non pensavo sarei riuscita a scrivere un altro capitolo ma ECCOLO 😃
ALLORA, QUESTI DUE MAMMA MIA SONO TROPPO BELLIIIII!!!
Niccolò è troppo dolce😭😭

Vi lascio qui di nuovo il link della playlist del libro su Spotify:

https://open.spotify.com/playlist/017ZRNoDeQ0CPMycADvBuw?si=07YQMp48Qwq3rRQdcrYoug

VVB💗

Il moro dell'elementariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora