Izanami Kimura's pov
Finalmente dopo ore e ore di viaggio eravamo arrivate a Tokyo. Ad ottobre si erano tenute le qualificazioni dei rappresentanti di ogni prefettura e dopo tanti sforzi eravamo riuscite a vincere.
"Non mi sento più il sedere" borbottai scendendo dal pullman. Il sole mi accecò e dovetti socchiudere gli occhi essendomi abituata all'atmosfera scura dell'autobus dovuta ai vetri oscurati. Ren era piegata in due dopo aver vomitato anche l'anima e così come le altre, se la stava facendo sotto dall'ansia. Io invece sentivo come un vuoto nel petto e tutta la mia attenzione era diretta alla palla che tenevo in mano. Sentivo i suoni ovattati e avevo la vista oscurata, come se l'unica cosa che vedessi fossero le mie mani attorno alla palla. Era come se mi sentissi sconnessa dalle mie sensazioni o dal mondo esterno provando un senso di irrealtà, estraneità, stranezza, profondo distacco. Probabilmente le ragazze si erano accorte della bolla in cui mi trovavo ma oltre a lanciarmi una serie di sguardi curiosi e straniti non dissero nulla, neanche Megumi.
Ci avviammo verso il portone d'ingresso sotto lo sguardo incuriosito delle persone.
Dopo aver posato le nostre cose nella sala comune che faceva da spogliatoio ci dirigemmo in palestra, dove si sarebbe tenuta una specie di cerimonia. Intorno a me c'era molta gente. Troppa. In altri momenti mi sarei sentita soffocare eppure in quel momento nulla mia scalfiva. Chiamarono le squadre femminili e maschili rappresentanti di ogni prefettura e quando venne il nostro turno Megumi afferrò una specie di cartellone con su scritto il nome della scuola e noi la seguimmo. Davanti a noi c'era la maschile della nostra scuola che era stata chiamata poco prima di noi. Chi l'avrebbe mai detto... Il nostro liceo quell'anno aveva fatto passi da gigante. Tra una serie di divise nere riconobbi la testa bionda di Atsumu. Senza accorgermene lo fissai per tutta la cerimonia e alla fine di essa fu Megumi, con una gomitata, a scoppiare la bolla in cui mi ero rinchiusa.
"Riporta i piedi per terra. Dobbiamo vincere." disse senza guardarmi. Scossi la testa e l'abbassai sulle mie mani avvolte da delle fasce bianche mentre altre erano coperte solo in parte da cerotti colorati. I giorni precedenti avevo esagerato con gli allenamenti e dopo una serie di colpi alcune unghie avevano iniziato a sanguinare. L'indice della mano sinistra tremava impercettibilmente e con la fatica avrebbe cominciato a tremare di più, così mi allontanai di corsa dopo aver avvertito il coach e raggiunsi la mia borsa tirandone fuori delle bende.
Una volta terminato sospirai guardando a terra.
I miei fratelli potranno venire a vedermi solo dal quarto giorno e dovevo arrivarci, volevo che mi vedessero vincere. I miei genitori potrebbero guardarmi in tv. Il vecchietto del ramen mi guarderà. Devo vincere. Devo dare il massimo. Devo vincere. Devo vincere. Devo assolutamente vincere. Continuerò a farlo e rimarrò in campo fino all'ultima partita e vincerò anche quella. Devo vincer-
"Che stai facendo?" sbarrai gli occhi tornai a respirare dopo essermi resa conto di aver trattenuto il fiato. Alzai gli occhi scombussolata e puntai lo sguardo su Atsumu.
"Che vuoi?" lui ridacchiò e dopo aver chiuso la porta si avvicinò a passo lento.
"Un bacio portafortuna, anche se non mi servirà." improvvisamente mi ricordai di avere un cuore, batteva così forte da far male, sembrava voler sfondare la gabbia toracica e uscire fuori.
"Non è il momento per stronzate del genere." borbottai spingendolo. Tuttavia lui mi afferrò il polso e mi avvicinò a se. Le sue labbra si poggiarono delicatamente sulle mie lasciandomi sorpresa. Poco dopo chiusi gli occhi beandomi di quel contatto e sentii tutti i nervi tesi rilassarsi. La sua lingua si insinuò dentro la mia bocca dandoci un contatto ancora più intimo. Gemetti contro la sua bocca e poi lui si staccò da me poggiando la sua fronte contro la mia.
"Ci vediamo domani." disse dando per scontato che avremmo vinto tutte la partite di oggi. Dopodiché mi diede le spalle e si allontanò come se nulla fosse successo. Solo qualche minuto dopo mi ripresi e iniziai a correre come una pazza verso la palestra secondaria in cui ci dovevamo riscaldare per la partita e io dovevo ancora fare mobilità. Nella corsa mi scontrai con tantissima gente e dopo una serie di scuse buttate al vento riuscii finalmente a raggiungere le mie compagne.
"Dove diavolo eri finita?" mostrai le mani fasciate a Megumi e le si zittì lasciandomi al mio riscaldamento. Dopo aver lavorato su schiena, braccia e collo feci qualche affondo ruotando attentamente la schiena di lato e degli squat con distensione dei dorsali, terminai con la rotazione di caviglie e polsi e presi a saltellare qua e la. Nel frattempo la partita prima della nostra stava giungendo a termine.
"Conoscete il detto "l'importante è partecipare?"" chiese il coach guardandoci attentamente "Bene, dimenticatevelo. Siete arrivate qui per vincere, quindi andate la fuori e fate il culo a chiunque cerchi di soffiarvi la vittoria." lo guardammo scioccate, era la prima volta che ci incoraggiava o che sembrava essere interessato alla pallavolo.
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"Stellina!" "Stellina!" urlammo all'unisono vedendoci. Ridacchiai correndogli incontro. Avevamo vinto la prima partita e tra un paio d'ore ci sarebbe stata la seconda.
"Ho saputo della vostra vittoria! Complimenti." disse sorridendo. Aveva un sorriso accecante e sembrò illuminare tutto l'edificio, tutte le ragazze nel corridoio non facevano che guardarlo.
"Grazie, complimenti anche a voi. Avete finito per oggi?"
"Si. Abbiamo vinto tutte e due le partite, se vinceremo anche la prima di domani giocheremo contro i Miya." mi morsi il labbro non sapendo cosa dire.
"Se non staremo giocando verrò a vedervi." sorrisi.
"Ci conto! Ora dobbiamo andare. A domani." disse facendomi l'occhiolino.

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A. Miya x Oc
FanfictionIzanami Kimura è una combina guai cronica. Disubbidiente e litigiosa. Talmente irresponsabile e incontrollabile da non essere idonea per il ruolo di capitano della squadra femminile dell'Inarizaki. Lei e Atsumu si sono persi di vista nel corso degli...