𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 5

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«Jimin, non farti vedere» Urlò Jungkook al suo migliore amico dall'altra parte del telefono.
«Che cazzo, ma non posso entrare dalla porta?» replicò il ragazzo con la voglia di spaccargli la faccia.

Il corvino si affacciò dal balcone della sua stanza e gli venne da ridere nel vedere il suo amico arrampicarsi tra le piante come un ladro.
«Che cazzo fai? Così ti scambieranno per un fottuto ladro, entra dalla cucina» sbraitò.
Jimin lasciò andare la povera pianta e si ripulì le mani sui pantaloni neri che stava indossando.
«Sei una merda, avresti potuto dirmelo prima» sussurrò al telefono.

Jungkook alzò gli occhi al cielo «ti apro, ma tu non dare troppo nell'occhio. Non parlare con nessuno»
Jimin sbuffò mentre si allontanava alla cieca, non sapeva nemmeno dove andare e si sentiva davvero un ladro in quel momento.

Improvvisamente però, notò una porta a vetri aperta e Jungkook che agitava una mano da lontano.
Lo raggiunse in un attimo e i due si abbracciarono, come se gli insulti che si rivolsero poco prima non esistessero.
«Porca troia, non posso credere di essere a casa del Presidente. Mia madre potrebbe morire se lo scoprisse»
Jungkook richiuse la porta alzando gli occhi al cielo e lo accompagnò fino alla sua stanza, sotto lo sguardo attento dei camerieri che li guardavano scuotendo la testa.

Il ragazzo dai capelli rosa si buttò sul letto, non curandosi di Jungkook, che lo osservava con un sopracciglio alzato.
Se solo Jimin avesse saputo cos'era accaduto in quel letto proprio la sera prima pensò, mentre si sedeva accanto al suo amico.
«Allora? Che ne pensi di tutta questa situazione?» Gli chiese, trepidante e in ansia.
«Del fatto che ti scopi il tuo presunto capo o che vivi a casa sua?» replicò il suo amico.
Il corvino gli diede uno spintone, facendolo ricadere di schiena sul letto e ricevendo un insulto poco carino da parte sua.

Ripensò alla nottata con Taehyung, a quello che avevano fatto e che probabilmente, non sarebbe mai più accaduto.
Quel ragazzo gli aveva totalmente fritto il cervello e non riusciva a non pensare alla sua lingua ghiacciata scorrergli per tutto il corpo.
Rabbrividì.
«Mi pento di averti raccontato tutto» annunciò sospirando.

Jimin alzò gli occhi al cielo. «Che posso dirti? Quel tipo ti paga per non fare un cazzo e ti scopa pure. Vivi praticamente in una reggia e mangi gratis. Facciamo cambio?» Chiese speranzoso.
Il corvino sbuffò.
«Non abbiamo scopato» precisò. «E comunque, non sei il suo tipo e non sai nemmeno scattare una foto con quel catorcio di cellulare che ti ritrovi»
Jimin lo fulminò con lo sguardo. «Chi lo dice che non sono il suo tipo? Io sono il tipo di tutti»
Jungkook non poté fare a meno di roteare gli occhi al cielo. «Non di Taehyung» affermò con convinzione.
Il sorriso del suo amico si allargò sempre di più e ammiccò verso di lui. «Oh no, sei già geloso?»
«Ti sto solo dicendo che non sei il suo tipo, che c'entra?»
«Ti conosco. Sei geloso di quel ragazzo solo perché ti ha lasciato toccargli il cazzo» Jimin rise ancora più forte e Jungkook fece una smorfia.
«Basta, smettila» replicò spingendolo. Il suo amico si aggrappò a lui e ricaddero entrambi distesi sul letto.
Risero per cinque minuti buoni, senza un apparente motivo. Sembravano due pazzi, ma a Jungkook faceva bene la compagnia del suo migliore amico.

In quel momento, la porta si aprì di scatto e quando Jungkook alzò gli occhi, il sorriso che aveva sulle labbra si spende automaticamente.
Taehyung se ne stava lì, a braccia conserte e con lo sguardo interrogativo.
Sembrava incazzato, ma non lo era.

«Chi è questo fenicottero?» Chiese rivolto a Jungkook, alludendo ai capelli rosa di Jimin.
Il corvino scattò in piedi e Taehyung gli si avvicinò avvolgendogli un braccio attorno alla vita con fare possessivo.
Jimin sussultò e si alzò anche lui.
«Sono Jimin, scusa se sono piombato qui a casa tua. Ma Jungkook mi ha chiesto di fargli compagnia e-»
«Che tipo di compagnia?» Chiese ignorando il ragazzo e rivolgendosi al più piccolo.
«Non quella che pensi tu. È il mio migliore amico» si difese il corvino, leggermente a disagio per via di quel braccio ancora avvolto alla sua vita.
Taehyung annuì e si rivolse nuovamente verso Jimin, che intanto guardava quella scena accigliato.

The Night We Met  [Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora