«Ma che ti dice il cervello?»
La signora Kim se ne stava in piedi da più di un'ora. Agitava le mani mentre sbraiatava contro il marito, che ne stava seduto sul divano a leggere il giornale, totalmente indisturbato dalle urla fastidiose della moglie.«Mi spieghi per quale motivo non sei andato a prenderlo?» Chiese ancora, camminando avanti e indietro, stretta nella sua gonna di raso blu. «Dov'è in questo momento?»
Il Presidente fece un ghigno in risposta, ma non si scompose di un millimetro. «È con quel pezzente del fotografo. Dove credi che sia, Hyejin?» Chiese retoricamente, sfogliando una nuova pagina del quotidiano. «Avrei dovuto eliminarlo quando ne ho avuto l'occasione» continuò.
La donna si posizionò in piedi accanto a lui, mettendo entrambe le mani nei fianchi, quasi dispiaciuta per tutto ciò che era successo. «Sento di star perdendo il mio unico figlio, Han» pronunciò sconfitta.
Il marito alzò la testa di scatto. «Tuo figlio è malato, non sta bene. Quando tornerà lo sottoporremo alle migliori cure» disse severamente, ignorando il viso triste della moglie.
Hyejin fece un sospiro. «Temo non ci sia alcuna cura...» rispose sottovoce, così piano che il marito non la sentì.
Tolse una ciocca bionda di capelli ricaduti sulla sua fronte e annuì. «E se non dovesse tornare?»Il presidente sorrise, gli occhi si scurirono per qualche istante quando parlò di nuovo. «Tornerà, Hyejin. Tornerà»
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Jungkook corse con tutto il fiato che aveva in corpo, con la speranza di riuscire a trovare Taehyung in quelle strade deserte e poco luminose.
Non era semplice, le luci della città non erano abbastanza per illuminare i piccoli viali e il freddo pungente era piuttosto freddo per il suo corpo, coperto solamente da pochi strati di tessuto.
Urlava il suo nome a pieni polmoni, disturbando il vicinato e la quiete notturna.
Non si sarebbe meravigliato se qualcuno gli avesse buttato dell'acqua ghiacciata addosso, del resto, se lo meritava per via di tutte quelle urla inutili.Correva quasi come stesse sfidando il miglior maratoneta del mondo, il vento freddo lo faceva rabbrividire, ma era sicuro che sarebbe riuscito a trovare Taehyung prima che raggiungesse casa sua.
E infatti, quando la testa bionda gli si materializzò proprio davanti gli occhi, fece di tutto per raggiungerlo, ma Taehyung non sentiva neppure il suo nome riecheggiare per la strada buia. O forse faceva soltanto finta.«Taehyung, fermati!» Urlò a pieni polmoni.
Il biondo non si fermò, anzi, accelerò il passo, aumentando ancor di più la distanza l'uno dall'altro.
«Tae» Gridò ancora volta, mentre lacrime si accumulavano pian piano all'interno dei suoi occhi.
La voce gli si spezzò quando disse un'altra volta il suo nome, ormai troppo stanco per continuare a correre.
Appoggiò entrambe le mani sulle ginocchia, piegando la schiena in avanti, mentre cercava di respirare regolarmente.
Il cuore pompava senza sosta nelle orecchie e la vista si annebbiava lentamente, man mano che i secondi passavano.Si morse le labbra nervosamente,l cercando di riprendere fiato, poi si diede una nuova spinta, molto più veloce ed esaustiva.
Riprese a correre, le gambe si muovevano senza alcuna intenzione di fermarsi.
Non avrebbe mai più corso così tanto per il resto della sua vita, pensò, mentre lacrime di tristezza e dolore scorrevano nelle sue guance fredde.Ritrovò presto la figura esile di Taehyung.
Anche nel buio della notte era talmente bello da togliere il fiato e il suo cuore era troppo affaticato per permettersi di battere ancora più forte, per quell'amore folle che provava per lui.
Il biondo sembrò rallentare, probabilmente era stanco anche lui, cosa che facilitò Jungkook ad annullare la distanza tra loro.
In un attimo, lo raggiunse da dietro, allacciò le braccia attorno alla sua vita e lo tenne fermo, impedendogli di correre ancora.
Entrambi erano affaticati e stanchi, Taehyung si dimenava continuamente e cercava di allontanarsi da lui, mentre il corvino faceva di tutto pur di calmarlo.
«Lasciami, Jungkook» Urlò. La sua voce risultava distante, dura, troppo roca e infuriata.
Jungkook sapeva che era la rabbia a parlare per lui e qualsiasi brutta parola sarebbe uscita dalle sue labbra, decise che non ci avrebbe dato peso.
Ignorò quella frase, appoggiando la testa sulla sua schiena, iniziando ad accarezzare il suo addome, ma il biondo continuava a dimenarsi, senza sosta.
«Lasciami, cazzo. Mollami, Jungkook»
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The Night We Met [Taekook]
Fanfiction[COMPLETA] «Diventa il mio fotografo personale» ammiccò. Il giovane sgranò gli occhi. «Che cosa hai detto?» Gli occhi del più grande si scuriscono e un sorrisetto spuntò dalle sue labbra «Sei appena diventato il mio nuovo giocattolo preferito, angi...