𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 18

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Taehyung aveva appena messo piede alla villa e aveva già ricevuto la sua dose quotidiana di insulti e minacce da parte dei suoi genitori.
Nonostante la cattiva nottata e la quantità infinita di lacrime versate; stava bene, o meglio, questo era ciò che diceva a tutti, ciò che raccontava a se stesso.
Aveva imparato a non rimuginare troppo sulla sua vita triste e da quando c'era Jungkook non aveva mai pensato alla loro separazione. Lui voleva tenerlo con sé il più a lungo possibile, consapevole che ne sarebbero usciti distrutti entrambi.
Così, con la colpevolezza nel cuore, fu inevitabile piangere per lui.

«Sei proprio un figlio ingrato, cosa ti abbiamo fatto mancare per meritarci questa mancanza di rispetto? Non sei nemmeno venuto a salutare SeRi per passare la notte chissà dove. Eri con quel ragazzino? Lo voglio fuori da casa mia entro questa sera» La signora Kim non si preoccupò di moderare la voce e la testa di Taehyung stava già per esplodere, mancava davvero pochissimo e sarebbe crollato sul pavimento.

Abbassò la testa, non riuscendo nemmeno ad incontrare lo sguardo severo di sua madre. «Tanto non verrà più qui» sussurrò talmente piano che non sentì nemmeno la sua voce.
La donna alzò un sopracciglio. «Che hai detto?» Chiese.
Le mani le teneva sui fianchi e fissava il figlio con il viso contratto di rabbia.

Il biondo sospirò e strinse i pugni. «Ho detto che Jungkook non verrà più qui. Sei contenta adesso? Posso tornare in camera mia?» Urlò infastidito.
«Devi moderare i toni, Taehyung. Sei solo uno stupido, non capisci che non devi superare certi limiti. Ti comporti come un bambino, non sai cosa vuoi dalla vita e non lasci nemmeno che i tuoi genitori facciano qualcosa per te» disse semplicemente, come se quelle parole non avessero alcun effetto sul cuore di Taehyung.

La donna si avvicinò a lui e posò delicatamente una mano sulla sua guancia. «Bambino mio, noi vogliamo solo il meglio per te. E per ora, il tuo dovere è quello di sposarti, laurearti e crearti una bella famiglia. Non lo vuoi anche tu?»

No.
Questo non è il meglio per me.
Io voglio solo essere felice.

Taehyung non rispose, teneva lo sguardo basso e non disse una parola nemmeno quando si avviò verso la sua stanza, lasciando la donna in sospeso.

«Questa chiacchierata non finisce qui» esclamò sua madre.
Il biondo annuì ma, era già sulle scale pronto a rinchiudersi in camera sua per il resto della settimana.
«E sposerai SeRi fra due mesi» gridò ancora.

Taehyung sbatté la porta della sua stanza dopo aver sentito le parole di sua madre.
La sua testa iniziò a girare ed era come se stesse per crollare sul serio. Tutto il suo corpo era pesante e tutto ciò che avrebbe voluto fare il quel momento era semplicemente dormire e autocommiserarsi per la sua vita andata a puttane.
Non riuscii a fare a meno di pensare a Jungkook, l'ennesima persona che scivolava via tra le sue dita per colpa sua e dalla sua mancanza di coraggio.
Si distese a letto e incrociò le caviglie, fissando il soffitto con il cuore in gola.

Qualcuno bussò alla sua porta dopo qualche minuto e suo padre fece la sua comparsa nel suo stato peggiore.
Sembrava più incazzato del solito e teneva in mano una busta gialla che lanciò addosso al figlio.
«Spiegami cosa significa, Taehyung»

Il biondo non disse una parola, si limitò semplicemente ad aprire la busta e prendere in mano quelle che sembravano delle fotografie. Sue e di Jungkook per la precisione.
Loro due che si baciavano, che semplicemente parlavamo l'uno accanto all'altro.
Lo stomaco gli si ingarbugliò in un attimo e il cuore iniziò la sua corsa contro il suo petto.
Aveva paura di alzare lo sguardo e incontrare quello di suo padre.

Aveva paura di ciò che stava per accadere.

«Allora?» Lo incalzò di nuovo il Presidente.
Il figlio impiegò un po' di tempo prima di rispondere, aveva già gli occhi lucidi ma, non avrebbe pianto davanti suo padre.
«Cosa vuoi che ti dica?» Sussurrò con voce roca.

The Night We Met  [Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora