negroni

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Gli sguardi.
Cosa può scatenare un semplice sguardo?
Una costellazione di emozioni.
Non è un semplice contatto visivo è una perlustrazione dell'anima o almeno il tentativo.
Rimirarsi nel colore dell'altro, capirne le sfumature e capire le sfumature più nascoste del cuore.
Un semplice, banale, sguardo può mettere in subbuglio tutte le emozioni che si cerca di immettere nell'angolo più buio che si trova a disposizione.
Trasmettere le vulnerabilità attraverso due semplici fessure,
di un semplice colore, ma che nascondono tanto dietro quelle retine.

In questo momento l'unica emozione che mi suscita il suo sguardo incatenato al mio è puro fastidio, e l'irrefrenabile voglia di spaccargli quella chitarra in testa.

Sarebbe soltanto un peccato per quel meraviglioso strumento.

Il particolare che mi infastidisce maggiormente?
Provare anche solamente fastidio nei suoi confronti, e il problema è che non ne so il motivo.

Sarà quel sorrisetto del cazzo che ha stampato in viso?

Il suo comportamento quella sera?

No, ovvio che no.

Ho fatto quello che ogni persona civilizzata avrebbe fatto in quel momento, e come ha detto lui non sono stata costretta ad aiutarlo.
Perciò non posso pretendere dei ringraziamenti da parte del sociopatico "stammi alla larga".

Come se vivessi per i suoi ringraziamenti poi.

-Nephele.-
-Nephele.-

Sento chiamare il mio nome, così mi desto finalmente da questi pensieri e da due occhi verdi.

-Si? Scusami Erin, ma ero immersa nei miei pensieri.-

-Eri immersa nei tuoi pensieri o eri incantata dal misterioso Tyrion?- alza le sopracciglia nella sua direzione.

-Tyrion? è il suo acronimo?-

-Non è un acronimo, è il suo vero nome.-

-Beh, particolare.- alzo le spalle e pulisco il bicchiere appena lavato.

-Mi serve il tuo aiuto, solo per cinque minuti.- afferma.

-Ovvero?- chiedo incrociando le braccia.

-Devi coprirmi per soli cinque minuti, per favore.- si avvicina con le mani a mo di preghiera.

Mi avvicino, posizionando le mani sui fianchi.-Cosa devi fare?-

-Devo incontrare una persona, ci metto davvero pochissimo, te lo prometto.-

-D'accordo, cinque minuti non di più.-
le punto un dito contro.

-TI ADORO!!!- prima di andarsene mi bacia frettolosamente la guancia destra.

Scuoto la testa mentre la vedo uscire dalla porta sul retro.

-Un Negroni, girasole.-

Quella voce, quella maledetta voce mi ha nuovamente chiamata girasole?

-Chiamami di nuovo in questo modo e degusterai con gioia il tuo negroni dal pavimento.- lo guardo in cagnesco.

-Ah, Ah non ti scaldare troppo, bambinetta.- credo che il suo lavoro preferito sia urtarmi il sistema nervoso.

-Ma soffri di bipolarismo raro o cosa?-

Sorride lievemente e si avvicina al bancone. -Perché dovrei essere bipolare?-

-Dato che presumibilmente hai sbattuto quel cranio vuoto, te lo dico io.
Una settimana fa sei svenuto nel mio giardino e dopo esserti svegliato dal coma come la bella addormentata, hai detto -Non provare a toccarmi- e bla bla, comportandoti successivamente da macho.

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