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AZRAIL

Il rumore del motore mi solletica i piedi, mentre con le mani ancora tremanti mi sollevo il cappuccio della felpa sulla testa.

Cazzo se mi tremano ancora.

Mi volto verso mio fratello.
Ha il viso illuminato a tratti dai pochi lampioni ancora funzionanti e fissa con sguardo perso la strada davanti a sè.

Nessuno dei due proferisce parola, ma posso immaginare perfettamente quello che gli sta passando per la testa.
Come posso biasimarlo?

Nonostante sia stata una sua scelta quella di seguirmi e rimanere al mio fianco, la notte non riesco comunque a dormire.
Il respiro mi si mozza ogni volta che vedo il suo volto cambiato, vuoto.
I sensi di colpa mi divorano giorno dopo giorno e i rimorsi raschiano tra gli avanzi del buon senso.

Non riesco nemmeno a guardarlo, così mi volto verso il finestrino e cerco di trattenere le lacrime che non vedono l'ora di uscire.
Ma tanto è inutile lasciarsi andare, serve lucidità.

Doveva essere una consegna come al solito, uno scambio di droga ma è finito per essere un massacro.
Solo ripensare a ciò che ho visto pochi minuti fa mi da la nausa.

Stringo l'angolo del sedile e mi sforzo di non pensarci, di non pensare che fossero solo dei ragazzini offuscati da brutte abitudine e dalla necessità di avere sempre di più.

Gli occhi mi si inumidiscono e il bruciore che precede il pianto mi attraversa l'intera gola.

E non trattenendolo più, un singhiozzo fuorisce dalle mie labbra.
Me ne vergogno.
Dovevo aspettarmelo, dovevo saperlo.
Una lacrima riga lo zigomo e lascia una scia calda.
La ripulisco in fretta con i polpastrelli, ma le altre scendono senza nemmeno che me ne accorga.

Inizio a piangere, non riesco più.
Nella macchina si diffondono i miei singhiozzi, la mia schiena viene percorsa da tremolii forti.
Premo i palmi sugli occhi e respiro a fatica.

La macchina si ferma sul ciglio della strada, sotto ad alcuni alberi.
Due braccia mi avvolgono forti e sento il respiro pesante di mio fratello sui capelli.
Stringo di istinto il tessuto della sua maglia e urlo contro la sua spalla.

Le lacrime si mescolano tra loro ed io vorrei solo sparire.
Smettere di provare così tanto dolore, tanto rimorso e vuoto.

«Azrail... Piano.» le sue mani accarezzano la schiena, lentamente.

Mi sento un totale fallimento.
In tutto.
Dovrei proteggerli io, avvolgerli nelle mie braccia e sussurrare parole di conforto.

Cosa ho fatto?

Sto sbagliando tutto, dal primo momento in cui abbiamo messo piede qui.
Ho reso le cose difficile a tutti.
Per colpa mia, la mia stellina nemmeno mi guarda più in faccia, non mi abbraccia inaspettatamente, né mi da' il bacio della buonanotte, non si confida più con me e non mi infastidisce come al suo solito.

È una ragazza talmente testarda che farle cambiare idea è impossibile, ma io sono suo fratello...
Con me farebbe l'eccezione, giusto?

«Ho rovinato tutto...» singhiozzo.

«Nostra sorella non ci parla più, è tutta colpa mia Clay, scusami.» prendo un respiro a fatica.

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