A chi si sente di troppo.
NEPHELE
(2 ore prima)-Maledetta!- impreco in modo molto aggraziato e femminile a causa della felpa che non vuole sfilarsi dalla mia testa.
Alla fine mi sono addormentata nel suo letto.
E con lui fra le braccia, Gesù.Ho il bisogno di levarmi questa felpa il più presto possibile e prepararmi ad andare a scuola, come se la sera prima non avessi quasi ucciso una persona e non mi fossi quasi ammazzata.
Tiro verso l'alto i lembi laterali della stoffa morbida, ma sembra incollata al mio collo.
È chiaramente di Azrail, e anche se abbiamo discusso, le sue felpe sono sempre di mio possesso.
Quelle di Clay non mi piacciono affatto.Non capisco perché non si sfili, è larga tre volte la mia taglia e la fessura del cappuccio è grossa quanto le buche presenti nelle strade di Brownsville, cioè abnormi.
Sbuffo, ormai stufa di sprecare forze di prima mattina e così mi metto a sedere sul letto.
Lascio le braccia flaccide e la schiena si ricurva.Dal momento in cui sono sgattaiolata via dalla sua stretta bollente e dai suoi capelli folti e ribelli, che erano sparpagliati su tutto il mio viso, non ho fatto che pensare a quanto io sia incoerente e stupida.
Ovviamente.Quale botta avevo preso per abbracciarlo?
Dio, devo darmi una svegliata e anche immediata.
Dovevo limitarmi alla cura delle sue ferite e lasciarlo dormire in solitudine.
Poi come se non bastasse ho avuto uno dei miei frequenti incubi.
Ho cominciato ad averli quasi subito dopo aver visto Erin, ormai morta.Mi tormentano in ogni momento della giornata, ritornano inaspettatamente.
Appaiono come delle inutili pubblicità e bloccano qualsiasi altro pensiero.
A volte credo che sia tutta finzione, che nulla di tutto ciò sia successo e che sia tutto un brutto sogno.Riesco a sfilarmi la felpa e a riprendere fiato.
La sedia di fronte a me, sembra la cosa più interessante che abbia mai visto.
È tutto disconnesso.
Il mio cervello non riesce ad elaborare altri pensieri se non quei soliti, martellanti e dolorosi.Sono stanca, non ho nemmeno visto che ore siano, ho la mente offuscata e non riesco a concentrarmi.
Forse dovrei riposare e ripartire col piede giusto domani.Mi lascio cadere all'indietro in un gesto disperato e appoggio i palmi sullo stomaco, prendendo a fissare il soffitto e vedendolo sfumare ogni tanto.
C'è qualcosa che martella la mia testa. Qualcosa di assillante.
Non ha proprio intenzione di lasciarmi, è ancorato a me.Mi avvolge in una morsa velenosa e puntigliosa.
Stringe.
Graffia.
Tortura ogni mia membra e non mi da modo di difendermi, sono a mani vuote.
Senza uno strumento di difesa.Il senso di colpa mi si cuce sui polmoni e vieta a loro di assimilare ossigeno.
Si attanaglia intorno ad ogni mia costola e le stritola con l'intento di disintegrare completamente tutto.
Striscia viscido lungo la mia gola e le gira intorno, proprio come un avvoltoio.Mi sento in colpa per non aver fatto qualcosa per Erin e di non averle evitato, quella sera, di uscire da quella porta.
Mi sento in colpa per aver litigato con mio fratello e di non aver dato ascolto alle sue parole.
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Helianthus
Teen Fiction❗ATTUALMENTE IN REVISIONE Quanto alta doveva essere la soglia del dolore per poter entrare arrogante e risucchiare l'ultimo spiraglio di speranza che ti rimane? Quanto alta doveva essere per sentirlo fino alle ossa, essere annebbiato da essa e pie...