domande

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Finalmente sono riuscita a pubblicare questo benedetto capitolo🤙.
Questa settimana è stata ricca di studio, ahimè.
Però, eccoci qui💗
Vi auguro una buona lettura🌻



NEPHELE

Uno spiffero freddo e odorante di pioggia si posa sul mio viso.
Le mie palpebre sono pesanti e doloranti, ma con qualche sforzo riesco ad aprirle.
Fuori la pioggia continua a battere impetuosa, mentre crea melodie armoniose e allo stesso tempo graffianti.
Sento il corpo completamente spossato e privo di ogni capacità, la testa vortica come una giostra luminosa in un luna park, lo zigomo pulsa ad intermittenza e il taglietto sul labbro inferiore brucia tutt'ora.
I ricordi sono annebbiati e poco delineati nella mia mente, ma quello delle loro mani viscide sul mio corpo è perfettamente lucido e ben saldo.
Provo a cancellarlo, archiviarlo, dimenticarlo, ma rimane lì e sorride sadico al mio terrore nel ripensarci.

Ansia e paura si fanno vive di nuovo e brividi lunghi percorrono il mio corpo interamente.
L'impotenza avuta in quel momento è stato il mio punto debole, le gambe erano molli come della insipida gelatina e la lingua era intrecciata in un nodo doppio.
Non sono riusciti ad ottenere quello che avrebbero voluto avere da me.
Sono riuscita a difenderla, a custodirla e a tenerla ancora per un po' con me.

Porto dietro alle orecchie le ciocche di capelli gonfi e tento di mettere in ordine le tante domande che appesantiscono ulteriormente la mia testa.

Perché non ricordo il continuo?

Perché la mia stanza è avvolta da un odore non mio?

Come ci sono finita a letto, se non ho le chiavi di casa?

Mi allarmo subito e il mio pensiero va' immediatamente ai miei fratelli.
E se mi avessero visto in quelle condizioni?

Staranno dormendo a quest'ora?

A proposito, che ore sono?

Scosto le coperte, ancora umide in alcune parti e comincio a tastare il muro liscio alla ricerca dell'interruttore.
Lo premo senza esitazione e inizio a cercare il mio cellulare, che non  trovo da nessuna parte.
Ma poi mi ricordo di non averlo, poiché ancora nello spogliatoio della scuola.
Completamente esasperata, comprimo con le dita la radice del naso e sbuffo.

-Cazzo merda.- impreco a gran voce.

Girovago per la stanza con le mani sui fianchi, imponendomi di ricordare e capire come sia possibile che io sia in casa e i miei fratelli non siano in camera mia ad accertarsi che io stia bene.
Mi piazzo davanti allo specchio e fisso la mia figura.
È trasandata, il colore della mia pelle è grigiastro e ho delle occhiaie profonde mai avute in diciotto anni di vita.
La chiazza rossastra sullo zigomo, a breve diventerà di un viola scuro e il taglietto avvolto dalle grinze delle labbra è coperto dal sangue secco.

Noto anche i miei vestiti, che sono...
diversi?

Mi sono cambiata e non me lo ricordo?

Sarà per colpa della troppa pioggia che ho preso, che non ricordo niente?

E se qualcuno mi avesse spogliato?

-No, non può essere...- borbotto convinta, scuotendo la testa.

Chiudo la finestra spalancata e mi ributto nel letto con il freddo intarsiato nelle ossa e tante paranoie che potrei benissimo evitare per non peggiorare ulteriormente la situazione già critica.

Se non sono stata io, allora chi è stato?

Un tonfo al piano di sotto mi fa' sussultare e riconosco le voci dei miei fratelli.

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