pioggia

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CLAY

«Per noi?
No, tu lo hai fatto per te stesso.» pianto il palmo della mia mano sulla sua felpa blu sfibrata, facendolo arretrare.

«Devi credermi, l'ho fatto per te, per Nephele.
Avevamo altre scelte, mh? Avanti, dimmelo.» alza le mani in avanti.

«Perché? Perché non me ne hai parlato?
Avremmo trovato una cazzo di soluzione e non ti saresti messo in mezzo a questa merda.
Era davvero l'unica scelta?
Te lo dico io. Hai scelto la soluzione più facile al momento, aspetta e vedrai in che casino ti sei messo.» il leggero venticello, comincia ad assumere più potenza e a scompigliare i miei capelli cresciuti.

«Volevi passare tutto il tempo a spezzarti la schiena in quel magazzino di merda?
A pagare una persona senza ricavarne niente? Era questo che volevi?»continua ad urlare, mentre la vena al centro della fronte, pulsa senza mai fermarsi.

Passo ripetutamente le mani sul mio viso sudato. «Azrail, tu non lo capisci.
Ci andremo di mezzo tutti e tre, sono persone pericolose e che di certo non si preoccupano di chi è in difficoltà come noi.
Ci assumono per pararsi il culo, e indovina chi ci rimette? Proprio noi.»

«Non finiremo in mezzo a niente, ho tutto sotto controllo.» mi rassicura, nonostante non ci creda nemmeno lui.

«E con Nephele?» gli chiedo, con ormai la consapevolezza che non lascerò da solo mio fratello, tantomeno in questo momento.

«Lei non deve saperne niente, intesi?» sputa con una serietà mai vista da parte sua.

«Azrail, non puoi farmi questo.» scuoto la testa freneticamente.

«É l'unica scelta per non metterla in pericolo e dargli questo ulteriore peso.» annuncia dispiaciuto.

«Non posso mentire a mia sorella, non se lo merita, non merita di essere pugnalata alle spalle dai propri fratelli.»

Prende il mio viso fra le sue mani grandi e lo indirizza verso il suo. «Guardami, Clay.
Nephele non verrà a sapere di niente, nessuno lo scoprirà e nessuno si farà del male.»

Guardo l'animo di quegli occhi marroni nocciola, sperando di riuscire a trovare un briciolo di ripensamento, ma non riesco nel mio intento.

«Va bene» sussurro con l'animo a pezzi e un nuovo problema di cui farsi carico.

La vita ci pone davanti svariate scelte, sta solo a noi scegliere quella giusta.
Ha lasciato in riserbo per noi, quelle più difficili e sono così stanco che ho smesso di sperare e sognare di sceglierne una futile e facile.

Forse è proprio così, non sarà mai facile.

Il detto: "La speranza è l'ultima a morire" è poco credibile.

La mia speranza è morta nel momento in cui mi si è palesata davanti, una vita troppo ingombrante, perdendo me stesso ed insieme a lui, la voglia di sognare.

Nel religioso silenzio e nel buio della mia camera, lontano dagli occhi indiscreti delle persone e dalla luce rivelatrice del sole, una piccola parte di me sogna e spera, ancora, in una vita più facile e leggera.

«Ho una commissione da fare, tornerò tardi.» m'informa con la voce incrinata.

«Non andrai da solo, scordatelo.
Ormai ci sono dentro anche io.»

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