Il mondo da piccoli ci risulta così diverso.
Un mondo abnorme in confronto alle nostre corporature esili e innocenti.
Ogni piccola e futile cosa, per noi aveva un senso, un senso tutto nostro e solo nostro.
Gli scalini dello scivolo erano il sentiero seghettato per riuscire a raggiungere la cima.
Arrivati in cima vi era il grande scivolo che sembrava un lunga coda che ti faceva finire con il sedere per terra e le risate riecheggiare per tutto quel confine alberato e fresco.
Le altalene, un misero pezzetto di plastica con lunghe catene erano in grado di farti volare in cielo, superare le grandi foglie verdi e farti toccare con mano la spensieratezza.
La spensieratezza di un bambino privo di conoscenza che un giorno sarebbe dovuto crescere.NEPHELE
Sorseggio la mia cioccolata che mi sta letteralmente ustionando le dita in compagnia di Michael e Azrail, che oggi ha il turno di mattina.
Non lo vedo quasi mai, quindi ne ho approfittato per stare un po' in compagnia.
Finalmente le mie colorate manifestazioni hanno svolto il loro accurato lavoro, la preside si è limitata soltanto a quattro giorni di punizione.
Ieri ho terminato il mio ultimo giorno con la sorveglianza del professore di arte che tanto mi detesta per qualche assurdo motivo.
«Usciamo stasera? Ti prego è venerdì.» Michael sgranocchia in maniera rumorosa degli m&m's appoggiato alla macchinetta degli snack.
«Ho il turno serale oggi, l'altra barista ha preso l'influenza e quindi devo sostituirla.» getto il bicchierino nel cestino affianco ad Azrail e lecco via i rimasugli della schiuma del latte.
L'idea di lavorare anche oggi non mi entusiasma affatto, vorrei soltanto entrare dentro al mio letto caldo, avvolgermi con il mio piumino con gli orsi polari e dormire beata.
Cosa che non riesco a fare da molto in realtà, nemmeno i miei infusi relax non fanno effetto.
Che truffa!
Invece dovrò restare in piedi fino a mezzanotte inoltrata perché essendo venerdì sera ci sarà più gente, o meglio dire, più ubriaconi cinquantenni e ragazzini della mia età.
«Cavolo, allora verrò a trovarti e tu mi offrirai un drink.» sorride e accartoccia la bustina gialla ormai vuota.
«Micky è inutile che ci provi, non ti offro nessun drink, anzi, dovrebbero appendere un cartello all'entrata con su scritto: "No alcol per Michael Hill".» incrocio le braccia.
«Ma cosa dici? Io lo so reggere bene l'alcol.» s'indispettisce, indicandosi teatralmente.
«Vuoi che ti ricordi in che condizioni mi hai chiamato sabato scorso?»
«Stavo benissimo!» replica.
«Michael, hai traumatizzato a vita quel povero ragazzo, e menomale che non ero presente.»
«Non è colpa mia se era così suscettibile per così poco.» si sistema il ciuffo biondo.
Forse è meglio non entrare nei dettagli ed evitare di parlarne in mezzo a tutte queste persone.
«Azrail, a che ora torni a casa?» mi giro verso di lui e lo trovo al telefono.
«Azrail?» lo richiamo.
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Helianthus
Teen Fiction❗ATTUALMENTE IN REVISIONE Quanto alta doveva essere la soglia del dolore per poter entrare arrogante e risucchiare l'ultimo spiraglio di speranza che ti rimane? Quanto alta doveva essere per sentirlo fino alle ossa, essere annebbiato da essa e pie...