"Concentrati, gatto!" Urlò Ladybug sorvolando con un salto Chat Noir.
L'eroe si rialzò dal cumulo di macerie che aveva provocato atterrando su un comignolo e scosse la testa. Era difficile che facesse delle gaffe simili in battaglia, sopratutto ora che le sfide erano diventate così ardue. Tempestosa aveva il potere del miraculous della collisione oltre a quello donatole da Monarch di piegare il meteo a proprio piacimento e Chat Noir, mentre doveva sferrare un attacco a sorpresa per polverizzargli l'ombrello, si era distratto nel vedere il terrazzino variopinto di Marinette. Tempestosa se ne era accorta e con una sferzata di vento lo aveva fatto volare via. Fortunatamente il suo cataclisma non aveva toccato nulla durante l'atterraggio, ma avevano sprecato una buona occasione per fermarla ed il suo anello stava già cominciando a lampeggiare.
Con pochi balzi raggiunse Ladybug e si scusò per l'errore.
"Che ti succede?" Chiese l'eroina senza togliere gli occhi di dosso all'akumizzata.
"Niente, insettina, sono rimasto abbagliato dalla sua acconciatura." E senza dare il tempo alla collega di rimproverarlo per la battutaccia, il gatto riprese la sua caccia alla farfalla. Dopo qualche altro tentativo, finalmente Tempestosa cadde nella loro trappola, l'ombrello fu distrutto e la farfallina volò via.
"Niente, nemmeno lei ha qualcosa d'insolito addosso e come tutti gli altri non ricorda nulla" Disse Ladybug tenendosi il mento con le dita. "Non riesco a capire cosa abbiano in comune tutte queste persone"
"Il fatto che tra poco conosceranno le nostre vere identità. Ultimo bip per noi." Rispose il gatto mettendo in mostra l'anello.
Ladybug sorrise ed alzò il pugno per il consueto "ben fatto" ma il gatto si era già dileguato.
Strano.
Molto strano.
Marinette fece appena in tempo ad atterrare sul suo terrazzo che la trasformazione si sciolse. Alya era già lì che l'aspettava. Era arrivata poco dopo che lei era corsa fuori a salvare Parigi con l'intenzione di tempestarla di domande.
"Ora, cara la mia supereroina rubacuori, devi spiegarmi per filo e per segno quello che ho visto"Adrien e Marinette si erano incontrati per caso sul Pont de Sully: lei stava andando con le ragazze allo Street Jam Paris per ascoltare le prove di una band di compagni di Luka, lui stava tornando da una lezione di cinese. La sua auto lo aspettava alla fine del ponte. Come la vide, la fermò per chiacchierare e tra una frase e l'altra, decise di accompagnarla per un pezzo di strada sperando che la sua guardia del corpo non l'avesse visto. Si sarebbe inventato una scusa più tardi, per il momento voleva solo fare due passi in compagnia della sua migliore amica.
Proprio alla fine del ponte, alla loro sinistra, c'era una panchina all'ombra di un grande albero, in Bords de Seine c'era Andrè con il suo fantasioso carretto che distribuiva i suoi magici gelati. Adrien fece segno alla ragazza di sedersi e corse a comprarne due. Marinette, come c'era d'aspettarsi, andò nel panico, si sistemò i capelli, chiese a Tikki che cosa dovesse fare e cominciò a battere nervosamente i piedi.
Quando Adrien tornò con i due coni, il suo fragola e cioccolato mentre quello della ragazza menta e limone, si sedettero spalla a spalla e cominciarono a parlare del più e del meno.
Ad un certo punto il ragazzo scoppiò a ridere e le indicò la guancia: Marinette, così concentrata a cercare di non balbettare e dire stupidaggini, era riuscita a mancare la bocca e con la palettina si era spalmata la menta piperita accanto al naso. Imbarazzatissima cercò di strofinarsi via la macchia, ma una goccia gli schizzò sulla parte alta del mento.
"Sei sempre la solita" disse sorridendo il ragazzo "Vieni qui che ti sistemo io" e con un gesto veloce del pollice raccolse quella piccola parte di gelato e se la portò alla bocca. Marinette avvampò e si morse il labbro inferiore per non gridare: un gesto così intimo era protagonista di molte sue fantasie ma mai si sarebbe aspettata che potesse trasportarsi nella realtà.
Adrien la vide: quegli occhi così lucidi di emozioni, le labbra lucenti ed il respiro che sembrava dovesse fermarsi da un momento all'altro gli fecero scattare qualcosa nel petto. Il battito accellerò e la testa si svuotò da ogni pensiero, persino il mondo esterno sembrava essersi fermato ed aver perso ogni forma conosciuta. Appoggiò la mano su quella di Marinette che ancora stringeva il cono gelato e le si avvicinò. Era a pochissimi centimetri da lei, i nasi già si stavano sfiorando, i respiri di entrambi si erano sospesi e gli occhi chiusi.
"ADRIEEEN!" Urlò Ninó dall'altra parte della strada.
Alya lo strattonò violentemente indecisa se lanciarlo oltre un'auto parcheggiata o se buttarlo a terra nella speranza che nessuno dei due lo avesse visto o sentito, ma era impossibile non sentire l'esuberante Dj: quando voleva richiamare l'attenzione di qualcuno lo faceva con più baccano possibile.
Adrien si allontanò immediatamente da Marinette, farfugliò qualcosa a proposito dell'auto che lo aspettava e dopo aver fatto un cenno di saluto all'amico quasi scappò via.
Marinette, imbambolata e col gelato che si era sciolto ed era colato lungo le mani e sui pantaloni, perse qualche secondo a riviversi la scena nella sua mente, bocca spalancata ed occhi sgranati. Alya era riuscita a raggiungerla e quando le mise una mano sulla spalla per chiederle cosa stesse succedendo, lei rinsavì, scattò come una molla e corse verso casa per cambiarsi dicendole che si sarebbero viste a breve.Alya quasi saltò dall'emozione.
"Ti ha baciata!" Urlò non riuscendo più a trattenersi.
"Ma non hai sentito quello che ho detto? Non mi ha baciata"
"Ma stava per farlo, ragazza mia. L'intenzione era quella!"
"No, cioè sì, cioè... magari avevo qualcosa nei capelli e si era avvicinato per togliermela o..."
"Tu sei tutta matta! Voleva baciarti e basta. Cosa diavolo hai fatto per creare uno sviluppo così interessante?"
"Niente, ero la solita, stavamo parlando e... AHAAAA!" Urlò Marinette lanciando il cellulare sul tappeto. Sullo schermo c'era una notifica con un messaggio di Adrien.
"È luuuiii?" Chiese l'amica strascinando la voce.
Marinette annuì e lo raccolse da terra.
L'amica aspettò paziente che finisse di leggere il messaggio, ma dopo due minuti di silenzio nei quali Marinette fissava il cellulare domandò incuriosita "Che papiro ti ha mandato? È un bel po' che leggi."
"Ciao, ti andrebbe di andare al cinema domani pomeriggio? Finalmente ho un po' di tempo libero."
"Tutto qua?" Esclamò sorpresa Alya.
"È che non riuscivo a capire il senso della frase, cosa vorrà dire secondo te?"
"Che vuole uscire con te e magari, dico magari, parlare di quello che è successo oggi. Anche lui è un po' lento nelle questioni di cuore mi sa"
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L'altra faccia della Luna
FanfictionATTENZIONE!!! Questa storia tratta di tematiche delicate che potrebbero turbare i lettori più sensibili. Adrien è confuso: Ladybug è la regina del suo cuore, ma Marinette sta diventando sempre più speciale ed importante per lui. Monarch è più potent...