Cap 18: Il drago

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Dopo otto, noiosissimi giorni d'ospedale, Alya potè finalmente tornare a casa. I dolori erano notevolmente diminuiti, l'occhio destro si era riaperto completamente e le costole si stavano rinsaldando. Il ginocchio le dava ancora problemi, ma per fortuna non sembrava ci fossero danni che avrebbero influito a lungo termine, e il braccio sinistro era appeso al collo.
'Ti hanno massacrata per bene, ma sono stati attenti a non romperti troppo' le aveva detto l'infermiera un giorno mentre la medicava 'Dovresti vedere come arrivano dalle banlieue quando devono regolare i conti o se hanno pestato i piedi a qualcuno. Se sono fortunati gli spaccano solo la mascella e qualche altro osso.'
Alya rabbrividì al ricordo del ragazzo con il volto ricucito accanto a lei: aveva perso un occhio a causa di una forbiciata e lo avevano quasi ammazzato di botte. Una vita rovinata.
Nora l'aiutò a togliersi i vestiti, le portò una spremuta e dei biscotti e poi la lasciò riposare prima di pranzo.
La ragazza si rannicchiò come poteva sul letto e lesse i messaggi sul gruppo della classe. Tutti le facevano i complimenti, le auguravano di guarire, speravano di rivederla presto. Marinette era titubante nello scriverle, sia sul gruppo che in privato. Chissà quanto tempo sarebbe passato prima che se la sentisse di riavvicinarsi.

"O vieni con me da Alya o giuro che ti tolgo il saluto!"
Una minacciosa Katami si era piantata all'entrata della François-Dupont, gambe larghe, braccia incrociate, sguardo truce. Marinette sobbalzò vedendola, poi alzò le spalle e l'aggirò puntando verso casa.
La giapponese, ovviamente, non accettò di essere ignorata, così le bloccò il braccio e, dopo qualche reticenza da parte della corvina, se la caricò in spalla. Questa si mise a protestare a voce alta ordinando all'amica di metterla giù (e rimanendo alquanto sorpresa dall'incredibile forza della schermidrice).
"O la pianti o rivelo a tutta la scuola il tuo segreto!" Intimò Katami con fare risoluto.
Marinette sbuffò e cercò di divincolarsi. "Non ho segreti!"
"E io che pensavo che Ladybug dovesse celare la sua identità."
La corvina agghiacciò, sbiancò dallo spavento, poi cercò di negare.
"È inutile" disse Katami scaricandola direttamente dentro l'auto "Luka mi ha confermato tutto. Tatzu, partiamo"

Alya fu alquanto sorpresa di vedere le due amiche precipitarsi a casa sua dopo la fine delle lezioni. Katami era sinceramente contenta di vederla, Marinette se ne stava un po' in disparte alle sue spalle.
Dopo qualche minuto di convenevoli ove la giapponese si informó sulla salute e sulla permanenza in ospedale della castana, cambiò espressione e si fece seria in volto.
"So che ci sono degli attriti tra di voi" disse prendendo una mano di Alya tra le sue "E so anche il perché, ma ora vorrei che ne parlaste e risolveste la questione"
Alya sospirò e portò la sua mano libera sopra quella dell'amica per stringergliele.
"Katami, tu non puoi capire"
"Lei sa tutto" rispose sommessa Marinette con le lacrime che le salivano agli occhi.
La reporter sobbalzò e lasciò cadere la mascella dallo stupore.
"Ma com'è possibile?"
"Avevo dei dubbi." Cominciò a spiegare la giapponese sedendosi sui talloni "Dopo che sei stata ricoverata in ospedale Marinette ha cominciato a comportarsi stranamente. Qualunque buona amica si sarebbe precipitata a vedere come stavi, avrebbe fatto di tutto per estorcere informazioni ad infermieri e parenti, ma Marinette non voleva nemmeno avvicinarsi all'edificio. Era logico che si sentisse in colpa per qualcosa; ogni volta che le chiedevo informazioni su di te andava nel pallone e cercava di cambiare argomento. So che è un'ottima amica e quindi non mi capacitavo di questa sua reazione, così ci ho ragionato su e dopo aver indagato un po' ed aver scoperto che non era mai stata akumizzata, che gli eroi erano tutti suoi amici e che se Lady Bug era in giro lei spariva misteriosamente, ho fatto due più due e sono arrivata alla conclusione che si sentiva in colpa perché eri finita in questa situazione dato che lei ti aveva consegnato un miraculous e che non era riuscita a difenderti come aveva promesso. E poi Luka ha confermato"
"E Luka come lo ha scoperto?" Domandò esterrefatta la castana.
La giapponese raccontò ciò che le aveva confidato il ragazzo, di Wishmaker, della seconda occasione e della fatina del lavora a maglia.
Nessuna delle tre però era a conoscenza di un'altra verità che il chitarrista aveva saputo nascondere abilmente. Raccontando questa sua scoperta a Katami aveva omesso la parte riguardante Adrien ed il suo essere Chat Noir.
"Accidenti, che notizia bomba! E quando ti avrebbe raccontato tutto ciò?"
"Quando io gli ho rivelato che conoscevo l'identità di Lady Bug perché tu me ne avevi parlato. Mentivo, ovviamente, ma lui non se ne è accorto" dichiarò la schermidrice  fissando Alya dritta negli occhi "I maschi sono semplici da manipolare quando sai come prenderli"
Marinette scosse il capo e si sedette sul letto di Alya sconfortata mentre la castana stava ancora cercando di analizzare questa enorme mole di nuove informazioni.
"Che mezzi hai usato per renderlo così docile e sottomesso? Continui ad affermare che siete solo amici, ma comincio a dubitare che sia effettivamente così."
La giapponese fece spallucce e si alzò sistemandosi la gonna, poi la giacca ed infine i polsini della camicia.
Le due amiche trovarono snervante questo suo tirarla per le lunghe facendo qualunque altra cosa. Era chiaro che non stava raccontando tutto e questo le incuriosiva così tanto che presero a scannerizzarla dalla testa ai piedi.
"Oh, e va bene." Rispose sollevando gli occhi al cielo "Ogni tanto ce la spassiamo, ma non c'è nulla di serio"
"COSA?!" Urlarono le ragazze all'unisono "Quando? Dove? Che fate?"
"Quando ci vediamo, principalmente a casa sua, e che facciamo non sono affari vostri." Decretò tutto d'un fiato. Vedendo i visi rossi e trasognanti delle amiche si affrettò ad aggiungere un "Niente di quello che vi state immaginando voi due!"
Alya e Marinette scoppiarono a ridere vedendo quanto si era imbarazzata la ragazza a quell'ultima affermazione.
Finalmente la tensione iniziale si era sciolta e le supereroine avevano ritrovato il loro equilibrio.
"Ah, Alya, io sono Ryuko" disse infine la giapponese.

Uscendo dalla casa di Alya, Marinette abbracciò Katami e la strinse forte a se. Le era enormemente grata per ciò che aveva fatto per lei e di come era riuscita a gestire la situazione che si era venuta a creare per via dei suoi sensi di colpa. La giapponese ricambiò l'abbraccio e le due rimasero qualche secondo avvinghiate in mezzo al marciapiede, il dolore che opprimeva il petto di Marinette si stava indebolendo e alla ragazza sembrò di ritornare a respirare.

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