Cap 16: Benvenuti all'inferno pt 2

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ATTENZIONE!!! Questa storia tratta di tematiche delicate che potrebbero turbare i lettori più sensibili.

"Non la finisci?"
Marinette guardò la pizza nel cartone che si raffreddava. Era riuscita a mangiarne un quarto e basta e solo perché Adrien continuava a farla ridere raccontando di Kim e della sua ultima, assurda sfida. Pensò che fosse già un miracolo che lo stomaco non si ribellasse e non voleva sfidare la sorte.
"No, scusa. Studiando mi sono fatta prendere la mano e mi sono strafogata di biscotti. Quando mi concentro esagero sempre." Mentì la ragazza.
Adrien sgranò gli occhi e le chiese se potesse finirla lui.
"Ma quanto mangi?" Chiese la corvina osservando il suo ragazzo che faceva sparire una fetta dopo l'altra.
"Stiamo insieme da due mesi e ancora ti sorprendi. Per anni ho dovuto mangiare contando le calorie, i grassi e sentendo mio padre che mi rimproverava ogni gelato o biscotto fuori pasto. Ho quindici anni, sono un maschio in piena fase di sviluppo ed ho sempre fame e, dato che ora non devo più farmi problemi per la linea, ho intenzione di mangiare fino a scoppiare." Il ragazzo fece l'intero monologo agitando nell'aria l'ultima fetta di pizza. A forza di essere sbatacchiata da una parte all'altra, la mozzarella finì per suicidarsi sulla candida camicia dell'ex modello.
Marinette scoppiò a ridere e si rotolò sul pavimento. Il ragazzo la imitò e si trovarono entrambi distesi sull'enorme tappeto rosa della camera di lei.
Dopo qualche minuto di risate e battibecchi scherzosi riuscirono a tornare seri e le loro mani si cercarono.
"A te hanno già fatto il discorsetto?" Chiese Adrien guardando il soffitto carico di stelline, adesivi e origami appesi al filo da pesca.
"Che discorsetto?" Chiese la ragazza ammirando il profilo del suo volto.
"Sul sesso."
Marinette scattò a sedere come una molla e diventò paonazza.
"Ma... insomma... non parlo di queste cose con te!"
"E con chi dovresti parlarne, scusa?"
"Con le amiche, con... beh, non con te!"
Adrien la guardò confuso: erano fidanzati, avevano appena iniziato il liceo ed erano ragazzi del XXI secolo, parlare di queste cose tra di loro non gli sembrava una cosa così tragica. Forse le ragazze erano più timide e preferivano confidarsi solo tra di loro.
"A me lo ha fatto oggi Nathalie. È stato parecchio imbarazzante. Mi veniva da ridere, arrossivo, volevo nascondermi sotto al letto. Poi ho capito che aveva dovuto farmelo lei, di sicuro mio padre avrebbe sorvolato sulla questione o peggio."
Marinette era basita: la segretaria di suo padre aveva tenuto una lezione sul sesso sicuro al suo protetto? I suoi le avevano spiegato la riproduzione non appena aveva domandato come fosse nata, con l'arrivo delle mestruazioni sua madre l'aveva indottrinata in maniera quasi assillante e quella sera, prima di uscire per andare a cena e poi al cinema col suo maritone, si era raccomandata affinché la figlia usasse la testa, qualunque cosa sarebbe successa.
"Posso confidarti un segreto? Mi fa più da padre Nathalie che non il mio vero padre."
"Non dovrebbe essere una vice mamma?"
"Quella è il Gorilla, dovresti vederlo con il grembiule bianco coi pizzi e il mestolo. È davvero bravo in cucina ed ha un modo alquanto tenero di darmi conforto."
Marinette scoppiò a ridere immaginandosi il bodyguard con i ferri per fare a maglia e le babbucce coi coniglietti. Casa Agreste era davvero un covo di personaggi pittoreschi.

"Sei un pazzo assassino!" Urlò Nathalie spalancando di colpo la porta dello studio di Gabriel. La donna faticava a reggersi in piedi, ma aveva talmente tanta rabbia in corpo da far uscire la voce come un tuono.
"È una ragazzina! Vile schifoso, ha quindici anni! Hai creato una gang solo per pestare una bambina!"
"Fai silenzio, Nathalie!" Gridò Gabriel di rimando. "Era una sua alleata e sapevo quello che stavo facendo, non ho ordinato di uccidere nessuno."
"Sei completamente fuori di testa, questa storia finisce qui. Adrien!" Chiamò la donna trascinandosi a fatica in corridoio.
Gabriel era accecato dall'odio. La sua fidata alleata minacciava di rovinare la sua vita spiattellando tutto a suo figlio. Fu una questione di secondi.
Gabriel era addosso alla donna, la sovrastava, le mani sul suo collo stavano stringendo forte.
Nathalie si dimenava, calciava l'aria, graffiava le dita che la stavano soffocando.
"Padre! Fermati!" Urlò Adrien precipitandosi giù dalle scale.
Lo spinse di lato caricandolo con una spallata e si chinò sull'assistente per proteggerla dalla sua furia omicida.
"Ma che problemi hai? Volevi forse ucciderla?"
Lo stilista tornò cosciente e guardò prima la donna, poi le proprie mani, poi gli occhi infuocati del figlio.
Si rialzò e, come pietrificato, si rintanò nel suo studio.
Nathalie si aggrappò alle spalle del ragazzo che riuscì a sollevarla e a prenderla in braccio. In silenzio raggiunse camera sua e l'adagiò sul lettone.
La donna gli strinse forte la mano ringraziandolo con lo sguardo, poi gli baciò le dita.
"Che diavolo è successo?"
"Meglio che tu non lo sappia."
"Vado a parlare con lui." Disse il biondo alzandosi dal lettone.
"No! Non lo fare! Adrien, devi promettermi che gli starai alla larga nei prossimi giorni."
"È mio padre."
"Tu non sai chi è" sentenziò Nathalie chiudendo gli occhi.

"Tutto bene?" Domandò Marinette.
Adrien era perso nei suoi ricordi e non si era accorto di essersi isolato per qualche momento.
Le sorrise ed annuì. Quanto era felice di stare con lei. L'amore per Milady era ormai un lontano ricordo, chiuso in un cassetto nascosto del suo cuore.
Le carezzò la guancia, poi la baciò fugacemente.
"Voglio provare a vestirti!"
"Che? Cosa? Come?" Balbettò la ragazza rossa come un peperone.
"Non farti strane idee, non è nulla di ciò che speri" la canzonò il ragazzo. Il suo lato smaliziato la mandava fuori di testa. "A furia di farmi vestire per sfilate e pubblicità mi è venuta voglia di provare a fare il coordinatore stilistico pure a me. Svuotiamo il tuo armadio e vediamo cosa possiamo tirarne fuori."

L'altra faccia della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora