Cap 12: Ricatto

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"Hai avuto modo di provare il gioco ieri?" Chiese Max sistemandosi gli occhiali. Tra le mani aveva il suo tablet e stava aspettando il parere di Adrien per poter aggiornare i suoi dati.
"Certamente, ma ho potuto fare una sola partita. Sai, avevo degli impegni improrogabili" rispose il biondo lanciando uno sguardo malizioso a Marinette.
La ragazza s'irrigidì ed avvampò, poi tolse lo sguardo da quel sorriso da teppista che il modello aveva stampato in volto e fece finta di cercare qualcosa nella cartella.
"Tutto bene?" Le chiese Alya.
"Sisì, tutto bene. Sto solo cercando il libro di geografia."
"Quello sul tavolo che hai tirato fuori meno di un minuto fa?"
Marinette si morse il labbro e diventò ancora più paonazza: le sue gaffe erano epiche, ma questa si avvicinava un po' troppo ad una perdita di memoria a breve termine. Fece una risatina nervosa ed aprì il libro, sfogliò qualche pagina, si accorse che era sottosopra e lo girò nel verso giusto.
Adrien, intanto, sghignazzava dell'incredibile goffaggine della sua nuova ragazza.
Il pomeriggio prima, di comune accordo, avevano deciso di tenere segreta la loro relazione per un paio di giorni, così, solo per potersi godere qualche ora senza che i loro compagni li riempissero di domande o cominciassero a fare affermazioni su loro due. Il nostro gattino, però, si divertiva un mondo a stuzzicare quella timidona impacciata e non perdeva occasione per lanciare frecciatine smaliziate.
Per Marinette, invece, era un incubo. Già aveva serie difficoltà a comportarsi come una persona normale nelle giornate in cui tutto filava per il verso giusto, ora doveva comportarsi da persona tranquilla quando l'unica cosa che voleva fare era saltare sulla cattedra ed urlare a tutta la classe che il suo più grande sogno si era avverato, che presto avrebbe avuto la casa, i tre bambini ed un criceto e alla faccia di Chloè che credeva di poterle fregare l'amore della sua vita con soldi, fama e regali costosi!
Le lezioni volarono e la campanella annunciò a tutti gli studenti che il pranzo li attendeva. Alya e Ninò si alzarono immediatamente e si avviarono alla porta assieme agli altri studenti. Marinette, che stava cercando di sistemare uno spallaccio della cartella che si era sganciato, disse loro che li avrebbe raggiunti in pochi minuti.
"Ragazzi, aiuto Marinette e vi raggiungo anche io" esclamò Adrien.
La corvina abbassò lo sguardo e cercò di nascondersi il più possibile sotto al banco per non far vedere a nessuno l'espressione ebete che le si era stampata in volto.
Quando tutti furono usciti ed amalgamati con la marea di alunni affamati di ogni classe, il modello si avvicinò alla ragazza e si sedette accanto a lei.
"Hai bisogno di aiuto?" Le chiese vedendola alquanto indaffarata.
"N-no, ho quasi fatto."
Gli scappò una mezza risata: nonostante stessero ormai insieme, Marinette continuava ad essere impacciata e a balbettare in sua presenza.
"Perché ridi?" Indagò imbarazzata la ragazza.
"Perché sei adorabile."
Le prese la mano che ancora stava cercando di fissare il nastro della cartella e le baciò le nocche.
A Marinette si mozzò il fiato ed un brivido le salì lungo la schiena fino a raggiungere il punto ove il ragazzo aveva appoggiato le labbra.
Adrien salì coi baci lungo il polso, l'avanbraccio, la piega del gomito, accarezzò la sua clavicola col naso e le baciò la vena del collo. Marinette sussultò e gli mise una mano sul petto "Fermati! Qualcuno potrebbe vederci!"
"Qualcuno vi ha già visti!"
I ragazzi si pietreificarono, poi volsero lo sguardo alla porta.
Appoggiata allo stipite, con un'espressione disgustata, c'era Lilà Rossi. La ragazza aveva in mano il cellulare e l'obiettivo della fotocamera puntava proprio su di loro.
"Atti osceni in luogo pubblico. Chissà quanti like riceverò con questa foto se ti taggo, modello perfetto." berciò l'italiana.
"Lilà, fermati!" Intimò Adrien saltando il banco con uno slancio.
"Mio caro, ormai sono in mezzo al corridoio, sotto agli occhi di tutti. Vuoi realmente fare una scenata e rovinare l'immagine del bravo ragazzo che ti sei costruito?" E si voltò smuovendo i capelli con un gesto della mano. La sua risata perfida riecheggiò per qualche secondo accompagnando i suoi passi che si allontanavano.
Marinette afferrò il ragazzo per un polso e lo strattonò. Adrien era furioso, sembrava volesse sbranare Lilà davanti all'intera scuola. Lui si liberò dalla presa con un gesto rapido e si appoggiò affranto alla cattedra.
"Scusami" sibilò accasciandosi a terra. "È solo colpa mia. Non dovevo saltarti addosso a scuola"
Marinette si sedette accanto a lui ed appoggiò la testa sulla sua spalla.
"Stai tranquillo. Lilà è un'astuta calcolatrice. Non pubblicherà la foto per ora, non ne trarrebbe alcuna convenienza."
Il ragazzo sbuffò e si rialzò, tolse della polvere immaginaria dai jeans e porse una mano per aiutarla ad alzarsi.
"Sono comunque uno stupido" e si avviò alla mensa affranto.

Lilà era astuta. Aveva in mano qualcosa con la quale avrebbe potuto ricattare Adrien. Non le era proprio andato giù che avesse deciso di smettere di fare il modello e le avesse precluso quei pochi momenti nei quali potevano vedersi lontani da quei sempliciotti dei loro compagni. Adorava vedere Marinette rodersi il fegato ogni volta che l'auto di Gabriel passava a prenderli per un servizio fotografico o una pubblicità, parlare delle sue performance alla classe, vantarsi con gli adulti recitando la parte della dolce modesta ragazza che era stata scelta dallo stilista non si sapeva per quale motivo.
Era bella, intelligente, perfida. Era riuscita ad ammaliare tutti. Tutti tranne Adrien e Marinette.
Ormai non poteva più sperare di sottometterli come aveva fatto con gli altri, ma ora sapeva come farli restare al loro posto.

"Che faccia!" Esclamo Nino vedendo l'amico che ciondolava verso il tavolo da pranzo.
Il biondo fece un sorriso forzato, sbuffò e si lasciò cadere sulla sedia. Il DJ cercò invano di farlo parlare, ma il modello rifiutava qualunque tentativo di dialogo.
Saltò sulla sedia quando una forchetta volante ripiena di piselli quasi gli bucò il naso.
"Kim? Ma che fai?" Chiese stupito.
"L'aereoplanino." Rispose divertito il nuotatore "Con il mio cuginetto funziona sempre quando è arrabbiato e non vuole mangiare."
"Grazie per l'interessamento, ma non ho tre anni. E preferirei farmi imboccare dalla mia ragazza." Sbuffò annoiato il modello poggiando il mento nella mano.
"COSA?!" Urlarono all'unisono i ragazzi. L'intera tavolata era sobbalzata sentendo le parole di Adrien.
Una ragazza! Adrien ha una ragazza? Da quando? Com'è successo? È una modella anche lei? Come l'hai conosciuta?
"Fermi! Non ho una ragazza! Era per dire." Cercò di giustificarsi il modello agitando le mani tese dinnanzi a lui.
Marinette trattenne a stento una risata tappandosi la bocca con le mani.
Alya, che aveva assistito a tutta la scena dell'altra tavolata, guardò stranita l'amica, poi Adrien che era arrossito ed aveva guardato di sfuggita Marinette, poi nuovamente l'amica.
"O!Mio!Dio!" Esclamò la reporter.
Marinette quasi si strozzò con il dolce notando l'espressione inquisitrice della castana.
"No-non è come pensi." Rispose cercando con lo sguardo una via di fuga.
La via di fuga arrivò in lacrime, correndo e lanciandosi tra le braccia di Rose. Mylene era disperata e non riusciva a smettere di piangere.
Ivan, che l'aveva raggiunta di corsa e tutto trafelato, cercava di parlarle, ma la ragazza continuava a dirgli di andarsene tra un singhiozzo e l'altro.
Le ragazze erano sbalordite e preoccupate così come i ragazzi e gli insegnanti: Mylene ed Ivan erano tra le coppie più belle che si fossero mai incontrate, cosa poteva averli spinti ad una scenata simile?
"Ivan" sussurrò Alya toccando il braccio dell'amico "È meglio se vieni via adesso. Non credo che Mylene voglia parlarti in queste condizioni"

L'altra faccia della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora