Cap 4: Dubbi

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"Quiii, micio miciooo!"
Chat Noir atterrò sul terrazzino di Marinette con fare scocciato.
"Devi smetterla di chiamarmi così, è imbarazzante."
La ragazza sorrise piegando la testa di lato e lo invitò ad accomodarsi.
"Spero non mi farai fare di nuovo Pasticcino disse lui preoccupato.
La volta precedente era diventato un manichino d'addestramento e durante quella sessione sull'amore aveva conosciuto una Marinette forte e con molta poca pazienza. Quegli attimi rubati alla sua follia distruttrice avevano fatto cambiare al gatto l'idea che aveva della dolce ed impacciata Marinette rendendola più simile a...
Chat Noir scosse la testa cercando di allontanare quell'immagine, poi guardò la ragazza e la scosse di nuovo.
"Che c'è, micetto? Hai le pulci?" Chiese Marinette divertita dai suoi gesti.
Il gatto mise il broncio, accavallò le gambe e si voltò di lato.
La ragazza gli offrì i macaron scherzando sulla sua permalosia. Dopo qualche moina e supplica volutamente esagerata ove lei diceva quanto fosse affascinante e bello e forte, il ragazzo si voltò e prese un dolcetto.
"Di cosa hai bisogno questa volta?" Chiese nonappena finì di masticare.
"Parlare. E magari di qualche consiglio"
"C'entra sempre Pasticcino?"
La ragazza annuì.
Da quasi due anni amava Aa...pasticcino, ma non era mai riuscita a confessargli i suoi sentimenti. Aveva provato in tutti i modi: fatto regali (che erano chiusi dentro al suo baule), cucinato macaron al frutto della passione (che non aveva mai consegnato) e provato a dichiararsi più volte (ma non riusciendo mai a spiccicare una parola). Ora non sapeva più che fare, non aveva più idee e le sembrava che il tutto le stesse scivolando tra le dita.
"Diglielo e basta! Pasticcino, io ti amo! E poi vedi che succede"
"Ma ti pare possibile? A malapena riesco a pronunciare una frase di senso compiuto. Come potrei mai sganciare una bomba simile quando al massimo riesco a parlare del tempo senza sbavare?"
Chat Noir si sbellicò dalle risate e dovette tenersi la pancia per i crampi. Marinette, offesa ed imbarazzata, lo colpì in testa con la teiera.
"Auch, scherzavo, scherzavo" disse tra una risata e l'altra il gatto "È che faccio davvero fatica ad immaginarti timida ed impacciata con lui quando con me sei così spontanea ed impulsiva."
Marinette si lasciò cadere sulla sedia a sdraio e si portò le mani alla testa. "Sono un vero disastro! Quanto vorrei essere come te."
Il gatto si intenerì e le si avvicinò per confortarla.
"E poi" disse la ragazza dopo qualche attimo "credo di avere una mezza cotta per qualcun altro"
L'eroe si alzò e fece sfoggio dei suoi muscoli con fare scherzoso "Lo so, sono irresistibile" disse pavoneggiandosi.
Marinette arrossì. Come diavolo aveva fatto a capirlo al primo colpo? Aspetta, forse stava scherzando. Ma certo, era il suo solito atteggiamento da micione burlone. Quanto avrebbe voluto tirargli addosso il tavolino! Per un attimo le era preso un colpo.
"Fai il gatto morto anche con le altre ora?" Chiese con un sorriso amaro.
"Solo con le ragazza abbastanza furbe da capire quando scherzo" rispose lui facendole l'occhiolino.
Marinette si alzò e gli si avvicinò.
"Comunque, non so più che fare: amo pasticcino da troppo tempo, ma ciò che provo per quest'altro ragazzo è forse più profondo, ma molto meno intenso. Secondo te cosa dovrei fare?"
Il gatto ci pensò un po' su. "È mai successo niente con uno di questo due ragazzi?"
Con uno sì, mannaggia a te. E per ben due volte! Anche se di una non ne ho memoria. D'altronde è ironica come cosa: potrei tranquillamente dirglielo che tanto lui non sospetterebbe nulla.
"Sì, con uno sì. E non è pasticcino"
Il gatto fischiò ed agitò il guanto artigliato "Accidenti, signorina, facciamo faville!"
La ragazza accennò una riverenza e sorrise.
"Nemmeno lui sa cosa provo però"
Chat Noir la guardò con dolcezza, poi la fece girare mettendole la mano sulla spalla e quindi l'abbracciò.
"Rilassati" le sussurrò all'orecchio "Sei sempre così tesa ed agitata. Sei una ragazza fantastica, forse una delle migliori persone di tutta Parigi. Provaci. Se questi ragazzi dovessero essere così stupidi da non accorgersi di che fortuna hanno ad essere amati da te vuol dire che non ne vale la pena. Almeno uno dei due avrà un minimo di sale in zucca, no?"
A Marinette salirono le lacrime agli occhi. Lo strinse forte a se ed affondò il viso sul suo petto. Rimasero così per qualche secondo, cullati dalla lieve brezza e dai rumori della città in sottofondo.
"Grazie, gattino" disse la ragazza alzando il viso e guardandolo negli occhi colma di affetto e di speranza.
E Chat Noir la baciò.

L'altra faccia della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora