Cap 26: Sui tetti di Parigi

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Ladybug osservava estasiata Chat Noir mentre mangiava il terzo club sandwich con gusto; aveva deciso di buttarsi anima e corpo nella cucina per prendere il gattino per la gola.
"Sono deliziosi!" Affermò il gatto leccandosi le dita guantate.
"Sono contenta che ti piacciano." Rispose lei soddisfatta finendo il suo secondo panino. Aveva studiato diverse ricette finché non era riuscita a trovare quella che secondo lei era la combinazione perfetta di sapori.
Quel pomeriggio Monarch era riuscito a dargli del filo da torcere ed i due supereroi avevano impiegato non poco tempo ed energie per sconfiggere un akumizzato piuttosto vivace. La sera, stanchi ed esasperati, si erano ritrovati per il solito giro di ronda preoccupati di dover affrontare chissà quale situazione infernale, ma il cattivo sembrava essere andato a dormire soddisfatto di averli fatti dannare per un intero pomeriggio.
"Sei un'ottima cuoca! Hai altri talenti nascosti?" Indagò il gattino volgendosi verso la sua partner.
"Molti, in effetti, ma se ti svelassi tutti i miei segreti la nostra amicizia perderebbe quell'aurea di mistero che tanto ci intriga."
Il gatto sorrise divertito e si stiracchiò le braccia, prese il suo bastone e la salutò con l'intento di tornarsene a casa a dormire.
"Aspetta!" Disse lei in preda ad un turbinio di emozioni ed afferrandolo per la cintura "Resta ancora un po'..."
Chat Noir riprese posto accanto all'amica ed aspettò che lei parlasse: era evidente che stesse cercando le parole, faceva troppe smorfie e muoveva le mani in maniera convulsa.
"Volevo parlarti riguardo all'altra sera..."
"Vuoi dire quando mi hai atterrato con la scusa del solletico per poi saltarmi addosso?"
Ladybug arrossì e abbassò gli occhi; Chat Noir era seriamente preoccupato per come si stava comportando la sua amica, ma vederla così in difficoltà lo divertiva anche.
"Non era mia intenzione fare quello che ho fatto" continuò lei torcendosi le mani. "Non so cosa mi sia preso."
"Questa volta non te la caverai così!" Chat Noir cominciò ad alterarsi: era stufo di dover seguire i suoi capricci, ultimamente la ragazza si stava comportando un po' troppo da viziata egoista e pretendeva che lui la seguisse buono e zitto in ogni suo delirio. La cosa lo aveva esasperato ed era deciso a risolverla una volta per tutte.
A Ladybug salì la bile fin nella gola, ma sospirò e la deglutì indietro, il suo compagno aveva ragione, non si meritava un simile trattamento.
"Non ho intenzione di scappare dalle mie responsabilità" rispose dopo qualche attimo di silenzio "Solo che non trovo le parole adatte per spiegarmi."
"Almeno provaci."
Lei sospirò, chiuse gli occhi e di getto gli disse che gli piaceva e che questo la stava mandando in confusione.
Lo aveva detto così velocemente e con una voce così bassa che il supereroe temette di aver capito male e le chiese di ripetere.
"Oh, insomma, hai sentito benissimo!"
"Giuro di aver compreso poco e niente, borbottavi sottovoce."
"TI HO DETTO CHE SONO INNAMORATA DI TE!"
Chat Noir ammutolì. Glielo aveva gridato in faccia in maniera irata ed ora lo stava guardando con astio. Ma che cavolo le era preso?
"Sai, quello che dici e come lo dici sono in netta contrapposizione tra loro..."
"Sei esasperante!" Tuonò lei lanciando il suo yo-yo verso un comignolo dall'altra parte della strada.
Chat Noir balzò fulmineo e l'agguantò per una mano, ma lei aveva preso ormai troppo slancio ed i due si ritrovarono ingarbugliati nel filo dell'arma della ragazza, schiantati contro il muro dalla parte opposta e poi a penzoloni a testa in giù rasenti alle finestre degli uffici chiusi per la notte.
Chat Noir scoppiò a ridere al ricordo del loro primo incontro quando una tutina rossa gli piombò addosso dal cielo ed entrambi si ritrovarono insalamati, le presentazioni più strane che si fossero mai viste.
"Sei sempre la solita" la canzonò l'eroe in nero.
"E tu sei sempre il solito sbruffone!"
Riuscirono a liberarsi dopo qualche tentativo ed atterrarono sul marciapiede sottostante.
Chat Noir le prese le mani tra le sue e la guardò negli occhi; doveva dirle che era innamorato di un'altra.
Ladybug era affranta, temeva che il gatto potesse rifiutarla e per lei sarebbe stata l'ultima botta, quella che le serviva per crollare definitivamente. Aveva perso tutto, Alya, Adrien, Rose, Alix, Trixx, Mullo, Xuppo, tutti i suoi piccoli amici. Chat Noir era l'unica cosa che le era rimasta, l'ultima speranza alla quale aggrapparsi. E le salirono le lacrime agli occhi.
Il gatto vide l'espressione della ragazza che piano piano passava dall'arrabbiata-imbarazzata alla disperata e non riuscì più a proferire parola.
Fece un respiro profondo e l'attirò a se per stringerla forte; non poteva assolutamente spezzarle il cuore, non ora che finalmente aveva ricominciato a mangiare e sembrava migliorare un passettino per volta.
"Ci sarò sempre per te, Insettina."
Lei affondò il viso contro al suo petto e lo circondò con le braccia per stringerlo ancora più forte a se.
"Mi stai respingendo, vero?" Disse con un filo di voce.
"No, mon ami, non potrei mai."
Lei scoppiò a piangere, poi rise istericamente, poi pianse di nuovo. Ormai non sapeva più che diavolo provava.
"Veux-tu coucher avec moi ce soir?"
Il gatto avvampò per la richiesta improvvisa. Cosa intendeva la ragazza?
" Solo dormire!" Precisì Ladybug dopo essersi accorta di quanto potesse suonare ambigua la sua richiesta.
"C'est bien, ma chérie!"

E rieccomi! Buon 2023 a tutti coloro che mi seguono!
Ragazzi, dicembre è stato quasi un inferno: tra il lavoro e il calendario dell'avvento (che purtroppo non sono riuscita a terminare😭) non ho avuto tempo nemmeno di pensare a come proseguire la storia. Ormai manca pochissimo e spero vivamente, sia per la vostra incredibile pazienza che per la mia sanità mentale, di riuscire a finirla per febbraio. Un enorme abbraccio a tutti coloro che mi hanno seguita fino a qui. Alla prossima❤

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