Cap 19: Il vestito

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"Wow, Marinette, questo vestito ti sta d'incanto!" Esclamò Rose portandosi le mani a nascondere le guance. Il nuovo abito indossato dalla ragazza si era già conquistato l'ammirazione di tutti coloro che l'avevano vista in pasticceria mentre aiutava a servire i clienti ed ora catturava lo sguardo di ogni studente.
Ci aveva messo ben cinque giorni per riuscire a completare quel vestito di lana ed aveva sferruzzato senza sosta approfittando di una breve vacanza data da un ponte festivo. Era color carta da zucchero chiaro con una treccia che lo percorreva in tutta la sua lunghezza, arrivava fino alle ginocchia ed in vita era ristretto da una cintura a fascia bianca. Sotto portava dei leggins bianchi e ballerine dello stesso colore del vestito.
Marinette sorrise e la ringraziò calorosamente, poi si avvicinò ad Adrien che era rimasto pietrificato da quanto fosse bella quel giorno la sua ragazza.
"Hai sciolto i capelli" riuscì a sussurrare avvampando. Se la stava mangiando con gli occhi.
Marinette, per nascondere l'imbarazzo di essere squadrata in maniera così maliziosa, gli schioccò un bacio sulla guancia e lo anticipò in classe.

"Alya! Sei tornata!" Urlò la stilista saltando addosso alla sua amica che era già seduta e stava tirando fuori i materiali dalla cartella.
Ninò, iperprotettivo come sempre, cercò di fermare l'esuberanza dell'amica nel timore che Alya sentisse ancora male da qualche parte.
La reporter sorrise stringendosi la ragazza al petto e le lasciò un bacio sui capelli.
"Quanto siamo belle e profumose oggi" le disse quando l'amica si staccò finalmente da lei.
"Avevo voglia di provare qualcosa di nuovo. Il mio primo impulso era di buttarmi su qualcosa di arancione o rosso visto che siamo in autunno, ma quando ho visto questa lana supermorbida in superofferta non ho potuto fare a meno di comprarla e buttarmici a capofitto." Marinette sembrava entusiasta di tutto: parlava a raffica, descriveva progetti, le faceva vedere foto di modelli d'abito che voleva modificare. Alya sapeva che stava esagerando tutto solo per nascondere qualcosa di tremendo e che non voleva assolutamente far sapere a nessuno. Si era riempita di fondotinta, cosa che non aveva mai fatto visto la pelle diafana che si trovava, ed aveva esagerato con il blush sulle guance. Aveva addirittura sostituito il suo solito burrocacao alla fragola con un rossetto scuro. Era dimagrita troppo e stava cercando di celarne i segni con vestiti grossi e trucco pesante. Cercare di estorcerle qualcosa sarebbe stato però inutile e l'amica riuscì solo a stamparsi un sorriso triste sulle labbra seguendo i discorsi dell'aspirante stilista.

"Cosa facciamo?" Chiese Adrien stiracchiandosi. Le lezioni erano appena finite e l'ex modello si sentiva tutto indolenzito dopo aver passato due ore chino sul banco per finire il tema di francese.
"Devo fare una commissione per mia mamma e poi studiare" rispose Marinette leggendo il messaggio della genitrice che le era appena arrivato. Adrien si propose di accompagnala ed aiutarla con le borse. Magari sarebbero riusciti a trovare Andrè. Adrien in realtà andava matto per il gelato e quello di Andrè era il migliore della città quindi approfittava di ogni occasione di libertà per farne incetta. Marinette acconsentì ed insieme si avviarono verso il negozio di articoli per la casa per comprare un nuovo grembiule per Tom e dei nuovi guanti da forno.
Dopo aver chiacchierato, fatto spesa e girovagato lungo gran parte della riva destra della Senna, Marinette cominciò ad accusare un calo di zuccheri. Di Andrè nemmeno l'ombra.
"Siediti qua" propose Adrien indicandole una panchina "Vado a comprare qualcosa da bere e torno."
Marinette annuì e gli chiese una spremuta d'arancia ma, mentre stava per sedersi, le venne un capogiro e dovette appoggiarsi con le mani sullo schienale della panchina.
Si lasciò cadere e si distese coprendosi gli occhi con un braccio. Lo stomaco le bruciava come se avesse bevuto acido e la vista era annebbiata. Anche il cuore cominciò a dare i numeri battendo all'impazzata.
"Marinette!" Urlò Adrien quando la vide. Era appena uscito dal bar con le due spremute d'asporto e si precipitò verso di lei terrorizzato.
Lei sorrise a fatica, poi cercò di sollevarsi aggrappandosi alla sua maglietta.
"Calo di zuccheri" disse prendendogli di mano una bibita. "Stanotte ho dormito poco perché volevo a tutti i costi finire il vestito e fartelo vedere."
Adrien la stinse a se ed affondò il viso nei suoi capelli "Mi hai fatto venire un infarto!" Mormorò sommesso.
"Melodrammatico, era solo un capogiro" disse per sdrammatizzare.
Bevve la sua spremuta a piccoli sorsi perché l'acidità dell'arancia faceva a pugni coi succhi gastrici che le stavano ribollendo dentro. Quando la finì sospirò profondamente ed appoggiò la fronte alla spalla di Adrien.
"Molto meglio" disse con un sorriso "Ora sono pronta per affrontare i compiti di scienze. Vieni da me?"
"Volentieri principessa"

Luka suonava la chitarra elettrica che gli aveva regalato il padre buttato su una sdraio blu sul pontile della Liberty. Katami, seduta con la schiena appoggiata al parapetto, lo ritraeva. Ogni tanto si guardavano e si sorridevano, poi ognuno si ributtava sulla sua passione. Anarka era uscita a fare compere, Rose e Juleka erano a fare una passeggiata dalle parti della Sorbonne alla ricerca di nuovi libri fantasy da leggere e scambiarsi. Il pomeriggio era mite e silenzioso nonostante fossero al centro di una città frenetica.
"Vieni qui" intimò Luka porgendole una mano.
Katami si alzò e si sedette sulle sue gambe appoggiando la testa sul suo petto. Lui cominciò a carezzarle i capelli con una mano e con l'altra seguiva con lenti movimenti i muscoli della sua schiena, lei giocava distrattamente con il plettro che gli faceva da collana.
"Mi piacerebbe poter fermare il tempo e restare così per sempre" disse la schermidrice chiudendo gli occhi.
Lui la strinse a se e le baciò i capelli soffermandosi a d inspirare quel dolce profumo di iris del suo balsamo. Dopo tante pene per amore finalmente avevano entrambi il cuore in pace.

Juleka e Rose rientrarono e li trovarono assopiti l'una nelle braccia dell'altro e, dopo uno sguardo ed una risatina complice, scelsero di scendere sottocoperta per buttarsi a chiacchierare sul letto della gemella.
"Sono così adorabili" esclamò Rose sedendosi sul letto della fidanzata "Sembrano fatti l'uno per l'altra"
"Sono davvero dolci, credi che finalmente si siano messi insieme?" sussurò Juleka china sul pavimento mentre tirava fuori la montagna di libri usati dai sacchetti.
Non ricevendo alcuna risposta, la ragazza la chiamò. Nessuna risposta. Juleka si alzò e le si avvicinò sorridento "Ma come fai a crollare addormentata così di botto?"
Le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si paralizzò.
"Rose? ROSE?! ROSE, PARLAMI!"

Rieccomi qua dopo un po' di assenza. Non sapevo come portare avanti la storia perché la situazione si sta complicando ma, come ormai avrete ben intuito, sono portata per il caos e per il dramma. Un enorme grazie alle ragazze del gruppo telegram che mi supportano e che mi fanno divertire ogni giorno. Alla prossima.
Restate connessi xD

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