Cap 8: l'agguato

53 6 2
                                    

Katami si era isolata in un angolo della sala e fissava pensierosa due ragazzi. Marinette la notò e le si avvicinò preoccupata: forse non era stata una buona idea portare l'amica alla festa di Max. Era molto riservata e conosceva a malapena i componenti della Kitty Section, magari si sentiva di troppo.
"Tutto bene? Ti stai divertendo?"
La giapponese annuì senza nemmeno rivolgere uno sguardo alla ragazza.
Marinette, allora, cercò di capire cosa stesse attirando la sua attenzione e seguì la linea dei suoi occhi.
"Come mai fissi Nathaniel?" Domandò incuriosita.
"Secondo te stanno insieme?" Rispose Katami assorta.
Marinette non capì a cosa si riferisse e chiese delucidazioni.
"Parlo di Mark e Nathaniel. Sembrano così affiatati."
La corvina guardò i due amici che stavano ridendo e mangiando pizza seduti su un divanetto. In effetti i ragazzi non avevano mai detto nulla al riguardo, ma dall'akumizzazione di Marc erano diventati inseparabili.
"Non ne ho idea. Per caso ti interessa uno dei due? Vuoi che chieda?"
"Assolutamente no!" Affermò decisa Katami "Sono solo interessata ad una loro possibile storia d'amore ed agli sviluppi che questa comporterebbe. Secondo me sarebbe intrigante."
Marinette sorrise sotto ai baffi: aveva capito qual'era il problema dell'amica.
"Oh, Katami Katami, devi smetterla di leggere i manga. Devi cominciare ad uscire più spesso con noi ragazze."
La giapponese alzò le spalle e le chiese se volesse qualcosa da bere, così entrambe si avvicinarono al bancone delle bibite.
Alya, che era appena arrivata, si fiondò sulle due emettendo gridolini di gioia.
"Ragazze, siete divine!" Esclamò abbracciandole.
In effetti si erano preparate assieme e Marinette si era rifiutata di far uscire Katami da casa sua con dei semplici jeans ed una maglietta nera. Dopo qualche minuto di discussione, era finalmente riuscita a convincerla ad indossare un moderno qipao nero con rifiniture e bottoni rossi e delle ballerine cremisi: numerose proteste giunsero per il fatto che fosse un abito cinese mentre lei era giapponese, ma fu convinta a guardarsi allo specchio e, a malincuore, dovette ammettere che le stava bene. Marinette invece aveva optato per un abito incrociato turchese con la gonna ampia che scendeva fino alle ginocchia e un paio di sandali bianchi abbinati ad una borsetta di sua creazione. Erano bellissime sia prese singolarmente che assieme e sembrava che gli abiti fossero stati creati per risaltarsi l'uno con l'altro.
Con grande sorpresa, e sollievo, di Marinette, Adrien aveva avvisato che avrebbe fatto tardi e che sarebbe arrivato in serata. Aveva più tempo per prepararsi psicologicamente per affrontare quelle ore di convivenza forzata e, se era fortunata, sarebbe andata a casa poco dopo il suo arrivo.

Chat Noir scivolò dentro al bagno del locale dalla piccola finestra situata dentro uno dei gabinetti. Suo padre gli aveva vietato di uscire, ma i gatti, si sa, fanno quello che vogliono e così, messa in loop un brano per pianoforte sullo stereo, si era trasformato ed era uscito alla prima occasione.
Voleva fare un'entrata ad effetto, ma nel locale principale c'era troppa gente ed avrebbe rischiato di essere assalito dai fans prima di raggiungere la saletta privata prenotata dal suo compagno di classe. Così entrò furtivo.
Si ritrasformò non appena mise i piedi a terra, sollevò il cappuccio della felpa nera e lo tirò per bene davanti al viso per celarsi il più possibile dagli sguardi estranei, scivolò tra ragazzi che ballavano e camerieri e raggiunse la festa di soppiatto.
I suoi amici, intenti a parlare, a cantare e a mangiare, nemmeno lo notarono e lui si portò rasente al muro per cercare un punto di osservazione dal quale individuare Marinette.
"Ti hanno mai detto che sei contorto?!" Sibilò Plagg dalla tasca della felpa.
Il ragazzo lo zittì e lo ricacciò nel suo nascondiglio. Scannerizzò la sala e alla fine la intravide tra Alya e Katami. Bersaglio agganciato.

"Guardate chi è tornata dalla Rivoluzione sana e salva?"
Alix entrò nella sala agitando le mani per richiamare l'attenzione su di lei. L'intera classe si voltò ed esultò nel vederla e in pochi minuti la coniglietta venne soffocata dagli abbracci.
Marinette finì di sistemare un sandalo che si era slacciato e si alzò dalla sedia per raggiungere l'unica altra eroina in circolazione quando venne trattenuta da una mano sul suo polso.
"Ciao Marinette."
Le si gelò il sangue. Le gambe si fecero di gelatina ed un brivido freddo le percorse la schiena. Come aveva fatto ad avvicinarla senza farsi notare da nessuno dei presenti?
"C-ciao Arien, Abilen, ADRIEN" Riuscì infine a dire con quel briciolo di coraggio che le era rimasto in corpo.
"ADRIEN" Urlò Ninò che aveva sentito la voce di Marinette.
Il piano del ragazzo (agguantare Marinette, chiederle di poter restare qualche minuto da soli, parlarle) era sfumato in neanche dieci secondi. Il biondo lanciò un'occhiataccia al migliore amico che però non recepì il messaggio. "Ti è finito qualcosa nell'occhio" chiese ingenuamente.
Marinette si liberò farfugliando dalla presa di Adrien e balzò in avanti in un disperato tentativo di fuga, inciampò e finì dritta contro il tavolo delle bibite, si rialzò e scappò in bagno.
"Te devi imparare a capire che aria tira" brontolò il modello all'amico.

Katami raggiunse la corvina in bagno e chiuse la porta alle sue spalle. La ragazza era appoggiata al lavandino e respirava affannosamente alla ricerca d'aria, le lacrime che le gonfiavano gli occhi.
La schermidrice l'abbracciò da dietro e con una mano le carezzò la testa cantando una ninnananna giapponese per tranquillizzarla. Ogni sua parola era melodiosa e accompagnava un leggero cullare delle sue braccia.
Marinette chiuse gli occhi e si lasciò andare. Non capiva nulla di quello che l'amica stava dicendo, ma il suono della sua voce riuscì a calmarla nota dopo nota. Rispose all'abbraccio e la strinse.
"Grazie, Katami"
"Sono qui per te."

L'altra faccia della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora