"Vedo vedo, una cosa alta"
"La Tour Eiffel" rispose il gatto sorridendo divertito.
Ladybug confermò e gli regalò l'ennesimo macaron al cioccolato.
"Sei un mostro in questo gioco."
"Sei tu che scegli sempre cose ovvie." E mandò giù un altro dolcetto compiaciuto della sua maestria.
Erano giorni che la situazione tra loro era ormai in stallo: combattevano, giocavano, si baciavano. Non parlavano mai dei loro sentimenti, cercavano un qualunque argomento per evitare di tirar fuori in discorso. Chat Noir ancora non sapeva come rifiutarla senza ferirla; Ladybug aveva intuito che il gattino le nascondeva qualcosa, ma preferiva far finta di nulla ed assapprarsi fino all'ultimo momento in sua compagnia.
Chat Noir pensava a Marinette,Ladybug pensava ad Adrien.
"Credo sia ora di rientrare, Insettina." Affermò il gatto dopo aver dato una rapida occhiata all'orologio digitale sul Catphone.
La coccinella sospirò affranta, ma acconsentì. Da quando passavano tutto quel tempo assieme aveva fortunatamente ricominciato a mangiare, a dormire, a disegnare, anche se le sembrava sempre di essere avvolta in un sottile strato di nebbia che aveva solo celato, non eliminato, le sue paure e le sue incertezze.
'Un passo alla volta' si era detta una mattina guardandosi allo specchio in un momento di sconforto. 'Ce la puoi fare! Devi solo andare a scuola, studiare, parlare con le amiche, nulla di così complicato. Ora ci cuciamo sulla faccia un bel sorriso allegro ed affrontiamo la giornata. Un passo alla volta.'
Ormai era il suo mantra quotidiano. Sto bene, si ripeteva ad ogni ora del giorno e della notte, sto bene, va tutto bene.
Cercava d'ingannare se stessa da giorni, si concentrava sulla respirazione quando sentiva l'ansia che si faceva strada nelle viscere e risaliva fino ad attanagliarle i polmoni, a stritolare la gabbia toracica. Ormai era un continuo accapparrarsi di momenti di tregua, una costante ricerca di finta quiete per poter sopravvivere indenne ad un'alto giorno d'oblio.
'Non sono sola, Chat Noir mi sostiene e sempre mi sosterrà.'"Milady" disse lui un giorno all'improvviso dopo lunghi momenti di silenzio. "Non posso più andare avanti così, non ce la faccio."
Ladybug sgranò gli occhi ed il respiro le morì in gola; non era ancora pronta ad affrontare quella situazione.
"Mi è sembrato di sentire qualcosa." Esclamò all'improvviso mettendo la mano sopra gli occhi per imitare il gesto di scrutare l'orizzonte. Doveva riuscire a distrarlo, rimandare l'inevitabile.
"Ladybug..."
"È meglio se andiamo a controllare, Gattino. Tu vai a destra mentre io vado a sinistra."
"No!" Rispose lui mettendosi di fronte a lei ed allargando le braccia per tagliarle ogni via di fuga. "Basta procrastinare."
Un boato fragoroso fece sobbalzare i due eroi che subito si sporsero dal parapetto della terrazza sulla quale stavano chiacchierando. Il forte rumore proveniva dalla zona della Sorbonne.
Ladybug lanciò il suo yo-yo verso un comignolo, Chat Noir si buttò dal tetto e si aiutò nello slancio con il bastone. Quando arrivarono sul tetto dell'hotel che si affacciava in Place de la Sorbonne gli si raggelò il sangue ad entrambi."Minibug, Kittynoir!"
I due supereroi si voltarono di scatto e rimasero abbagliati dalla luce del portale della Tana di Bunnix.
La ragazza si unì a loro per osservare gli avvenimenti più da vicino; sul viso aveva dipinta un'espressione di resa e sconforto.
"Bunnix, per fortuna che sei arrivata!" Sospirò Ladybug. "Dobbiamo attaccarlo subito. È impazzito, non si accorgerà di noi."
"Non dovete fare nulla." Rispose affranta la coniglietta. "Sono qui per impedirvi di fare qualunque cosa."
"Che stai dicendo?" Chiese meravigliato Chat Noir indicando un Monarch fuori di se che attaccava in maniera indiscriminata gli edifici che lo circondavano mentre urlava con voce bestiale parole incomprensibili. "È lì, proprio davanti a noi, ed è senza controllo, dobbiamo fermarlo!"
Bunnix scosse la testa ed abbassò il capo, quello che stava facendo era fin troppo doloroso persino per lei.
"Ho già visto questa scena centinaia e centinaia di volte. Il vostro intervento porta sempre, inevitabilmente al vostro annientamento. L'unico modo per limitare i danni è restare immobili."
"SEI IMPAZZITA?!" Tuonò furioso l'eroe in nero.
Esasperato dall'immobilità del controllore del tempo, ringhiò e si voltò per tuffarsi di sotto, ma Ladybug lo afferrò per la cintura bloccandolo poco prima che spiccasse il balzo.
"Chat Noir, ti prego, ragiona. Bunnix, dicci che succede."
"Tra poco lo vedrete voi stessi.""Stupidi!" Monarch urlò distruggendo la facciata della Librarie Philosophie J. Vrin.
"Stupidi, inutili esseri!" E fece esplodere la fontana in un turbinio di acqua e zampilli.
"Io sono Monarch! Ho terrorizzato Parigi per quasi due anni e voi esseri colorati che vi fate chiamare divinità non riuscite nemmeno a scovare due ragazzini! Non mi servite a nulla!"
E dicendo questo cominciò a sfilare gli anelli uno alla volta ed a scagliarli con rabbia davanti a se. I piccoli kwami, liberati finalmente dalla loro prigionia, uscirono dai loro anelli e, una volta recuperati i loro miraculous modificati, corsero a ripararsi chissà dove.
Monarch urlava ed imprecava, distruggeva a calci ogni cosa gli si parasse davanti. Ormai aveva addosso solo il miraculous della farfalla, l'unico ad essere sopravvissuto allo scempio destinato ai suoi colleghi.
In un ultimo, disperato, pazzo, gesto Monarch si lasciò cadere sulle ginocchia ed la sua intera figura fu sconquassata dai singulti del pianto."Ha liberato i Kwami!" Esclamò sorpresa Ladybug che ancora non poteva credere a ciò che aveva visto.
Bunnix annuì e gli appoggiò una mano sulla spalla. "Monarch è impazzito completamente, l'uso prolungato dei poteri quantici gli ha fatto perdere la testa."
"Dobbiamo intervenire ora, prima che..."
Non riuscì a finire la frase.
Chat Noir era diventato una pietra.
Gli occhi, fissi come vetro, non riuscivano a staccarsi dalla figura detrasformata in mezzo alla piazza che, ancora china sulle ginocchia, piangeva e batteva i pugni a terra.
Non un muscolo si muoveva sul suo viso, non un movimento si percepiva dai suoi arti.
Ladybug ne ebbe paura. Il suo amico, il suo partner, il suo compagno di mille avventure aveva ora l'aspetto di una bestia in gabbia che aveva perso tutto ed un brivido le scese lungo la schiena e le rese deboli le ginocchia.
Superato il primo momento di terrore, riuscì a respirare e a farsi abbastanza coraggio per avvicinarsi a lui.
"Chat..." sussurrò appena allungando la mano verso quella artigliata di lui.
Il leggero tocco fece voltare di scatto l'eroe. Era diventato veramente come un gatto; un gatto al quale avevano portato via tutto, un animale che aveva totalmente perso la fiducia in ogni essere umano.
E Chat Noir urlò con voce bestiale prima di scappare nella notte correndo e saltando furiosamente tra un tetto e l'altro.Ed eccoci alla fine di questa long, che in origine doveva contare solo 4 o 5 capitoli.
Non uccidetemi, non è finita qui. Qui finisce la prima parte della storia che sarà seguita da due spin-off e dal sequel (spero non così lungo) che metterà finalmente la parola FINE a questa mia impresa.
Spero vivamente che vi sia piaciuta; so che non l'ho scritta nel migliore dei modi e, rileggendola, mi sono accorta di quanto abbia bisogno di un'attenta ed accurata revisione, ma per essere la mia prima, seria, impresa, non mi sembra sia venuta nemmeno troppo male (🤣🤣come no🤣🤣).
Ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza di seguirmi fino a qui ed un ringraziamento speciale va al gruppo Telegram Miraculous FanFiction. Grazie per questi spendi mesi passati assieme❤
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L'altra faccia della Luna
FanfictionATTENZIONE!!! Questa storia tratta di tematiche delicate che potrebbero turbare i lettori più sensibili. Adrien è confuso: Ladybug è la regina del suo cuore, ma Marinette sta diventando sempre più speciale ed importante per lui. Monarch è più potent...